Il sottosegretario leghista pugliese al Miur smentisce le voci sull’incarico alla moglie
Il sottosegretario leghista pugliese alla Pubblica Istruzione, l’altamurano Rossano Sasso, con una nota ha smentito categoricamente le voci di un incarico alla moglie, Graziangela Berloco, presso lo stesso Dicastero e circolate dopo un recente servizio giornalistico di una nota testa nazionale in cui si riferiva della presenza della consorte nelle stanze al secondo piano del Palazzo ministeriale romano di viale Transtevere. Infatti, ha dichiarato Sasso: “Contrariamente a quanto affermato da alcuni colleghi parlamentari, nessun incarico è stato formalmente affidato a mia moglie presso il ministero dell’Istruzione”, precisando che “ciò è facilmente verificabile grazie alle norme sulla trasparenza della Pubblica Amministrazione”. Ad accusare il sottosegretario pugliese all’Istruzione di aver portato con sé la moglie al Ministero è stato il deputato Davide Serritella del M5S che con una nota aveva ironizzato: “Sasso deve aver scambiato il Ministero per il salotto di casa”, poiché “dopo aver assunto nella sua segreteria Pasquale Vespa, querelato da Lucia Azzolina per diffamazione e minacce e saggiamente allontano dal ministro Patrizio Bianchi, ha portato in ufficio sua moglie Graziangela Berloco, presidente dell’associazione ‘Libera scuola’ di Bari”. “Già due settimane fa – aveva inoltre dichiarato Serritella – ho presentato un’interrogazione mettendo in luce che la moglie del sottosegretario Sasso si occupa di uno studio legale specializzato in cause e ricorsi contro lo stesso dicastero. In particolare, lo studio legale sarebbe impegnato in azioni collettive contro i bandi del concorso del Miur, cause contro le graduatorie provinciali, ricorsi per ottenere risarcimenti a favore di precari, bidelli e docenti”. Però, il sottosegretario Sasso, poi interpellato sul tema, ha sostenuto che la moglie non si occuperà più di ricorsi contro il Ministero. Ma a polemizzare con l’esponente leghista pugliese, ora con l’incarico di sottosegretario all’Istruzione nel governo Draghi, sono anche i parlamentari del M5S della Puglia che, con una nota, hanno commentato la vicenda affermando: “Dopo l’assurda decisione di portare lo stalker di Lucia Azzolina al ministero dell’Istruzione – prontamente rimosso dal ministro Bianchi – il sottosegretario leghista Sasso torna a far parlare di sé per la presenza al ministero della moglie, presidente dell’associazione ‘Libera Scuola’ di Bari”.Il riferimento è alla scelta che l’altamurano Sasso aveva fatto di portare nella sua segreteria al Miur (Ministero all’Istruzione, Università e Ricerca) un
professore precario di Applicazioni tecniche, Pasquale Vespa, che durante il precedente governo Conte aveva passato parte del suo tempo a disturbare in maniera ossessiva su Facebook la ministra all’Istruzione dell’epoca, Lucia Azzolina del M5s, e centinaia di suoi colleghi. Vicenda, quest’ultima, che aveva indotto la stessa ex ministra del governo Conte a sporgere una formale querela nei confronti del professor Vespa per stalking. Mentre, come è noto, il successore di Azzolina, il professore bolognese Patrizio Bianchi, dopo la decisione del leghista Sasso di nominare Vespa a suo segretario, si è visto costretto ad intervenire, licenziando dall’incarico ministeriale il chiassoso precario introdotto dal neo-sottosegretario leghista, per stroncare verosimilmente sul nascere ogni possibile polemica e smorzare eventuali proteste anche da parte di molti insegnanti seri che non si sono mai spinti a simili e scellerati comportamenti sui social. Infatti, i parlamentari pentastellati pugliesi, continuando nella polemica nei confronti di Sasso, hanno anche affermato: “La settimana scorsa era parso evidente a tutti quanto fosse sbagliato scegliersi come collaboratore un professore che aveva passato gli ultimi anni della sua vita a insultare la ministra Azzolina”. “Però, – hanno anche sottolineato nella loro recente nota i parlamentari pugliesi – non meno grave è il conflitto di interessi che si crea oggi con la presenza della moglie di Sasso in un ufficio di Viale Trastevere, visto che, tra le altre cose, la signora ha lavorato in uno studio legale che si occupa proprio di ricorsi contro il ministero dell’Istruzione”. Per poi concludere: “Sarebbe opportuno che il sottosegretario si rendesse conto dell’importante ruolo che è chiamato a svolgere e agisse di conseguenza, evitando scelte discutibili e non compatibili con il lavoro che dovrebbe fare per il mondo della scuola”. Però, il sottosegretario leghista pugliese all’Istruzione ha fatto anche sapere che la consorte non solo si è dimessa da presidente dell’associazione barese di operatori scolastici “Libera scuola”, ma come avvocato per il momento non si occuperà più di ricorsi promossi contro il Miur. Quindi, il rischio di un conflitto d’interesse tutto familiare, tra il marito responsabile di alcune deleghe ministeriali proprio nell’ambito scolastico pubblico e la moglie patrocinatrice di ricorsi in tale ambito, contro lo stesso Ministero, è con tale decisione sicuramente scongiurato. Ma, dopo l’ultima dichiarazione di Sasso, ad essere sventato dovrebbe essere anche un possibile ed eventuale incarico o consulenza ministeriale alla moglie nell’ambito del Miur. E ciò per un evidente questione di ‘opportunità politica’, oltre che etica. A meno che Sasso non pensi di imitare ciò che è accaduto nella Giunta pentastellata capitolina, guidata – come è noto – da Virginia Raggi, dove alcune settimane fa Silvia Di Manno, compagna dell’assessore al bilancio Gianni Lemmetti, livornese vicinissimo alla stessa sindaca Raggi, era stata scelta con incarico fiduciario all’interno di altro assessorato, quello di Luca Montuori, per “curare l’organizzazione quotidiana degli impegni istituzionali, dei contatti e dei rapporti con gli altri assessorati”. Ma si sa anche che la Di Manno si è dimessa, subito dopo un servizio al riguardo dello stesso giornale che recentemente ha riferito della presenza della moglie del sottosegretario Sasso nelle stanze del Ministero di viale Transtevere. Quindi, sempre per ‘opportunità politica’, sarebbe forse bene neppure pensarci.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 1 Aprile 2021