Cronaca

Il successo nella carriera universitaria dipende dal diploma

Già a partire dai test d’ingresso sarà possibile prevedere l’andamento accademico dello studente iscritto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. E’ quanto emerso dal progetto di ricerca “Predittività dei risultati dei test di ammissione al corso di laurea in Medicina e Chirurgia sul rendimento accademico professionale dei candidati”. In altre parole, per mezzo della ricerca effettuata dall’Università Aldo Moro di Bari finanziata dal MIUR, è stata dimostrata l’effettiva utilità dei test d’ingresso, mediante l’attestazione di una connessione tra il punteggio ottenuto durante i test di ammissione e la successiva carriera universitaria. Inoltre, è stato possibile individuare la parte dei test nella quale sono espresse le capacità migliori dello studente. E’ risaputo che il concorso di ammissione per accedere al corso di laurea di Medicina e Chirurgia prevede la risoluzione di 80 quesiti a risposta multipla su argomenti relativi a quattro ambiti differenti: cultura generale e logica, biologia, chimica, matematica e fisica. Durante gli anni, il numero dei candidati è aumentato, fino ad arrivare ad un numero pari a 8 volte quello dei posti effettivamente disponibili. Dalla ricerca, che si basa su un campione di 11mila e 832 partecipanti suddivisi in quattro anni, è emerso che “i risultati ottenuti alle prove d’ingresso possono avere una certa influenza sul positivo avvio della carriera accademica, ma che la loro rilevanza si attenua con il passare degli anni. Al contrario – ha poi proseguito Augusto Garuccio, responsabile scientifico del progetto e prorettore dell’Università di Bari – la preparazione acquisita durante gli anni della scuola superiore, misurata nel voto dell’esame di maturità, sembra sostenere le performance durante tutti gli anni di corso in modo più significativo rispetto al risultato delle prove di ammissione”. Inoltre, gli esiti sull’analisi di predittività sono rislutati in linea con altri studi effettuati in ambito medico, basati proprio sui test di ammissione. E’ anche emerso che i tassi di successo sono correlati con il genere, infatti a quanto pare i maschi sarebbero favoriti rispetto alle femmine; con la tipologia di maturità e con l’ubicazione degli istituti di provenienza, difatti i candidati provenienti dalla provincia di Bari sembrerebbero superare più agevolmente i test. Ma i risultati ottenuti hanno anche spinto ad un’attenta riflessione, infatti si sta valutando la possibilità di combinare, per la selezione, il risultato ottenuto al test d’ingresso con il voto di maturità o con le altre valutazioni riportate durante gli anni di scuola media superiore. E così, a partire dal prossimo anno accademico, alcuni risultati conseguiti durante gli anni di scuola media superiore potranno diventare utili per determinare le graduatorie di accesso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. “Personalmente non nutro grande simpatia per i test di ammissione come metodo di accesso ad una facoltà a numero chiuso – ha sentenziato Corrado Petrocelli, ex rettore dell’Università Aldo Moro – Ritengo infatti che siano un metodo insufficiente, perché se è vero che da una parte pongono tutti sullo stesso livello, occorrono per determinati indirizzi, come quello di Medicina e Chirurgia, altre forme di selezione, mirate e che vadano in profondità. Mi piacerebbe che per mezzo di un corso di orientamento, gli studenti apprendano contenuti e conoscenze mediche ancor prima dei test d’ingresso”. Un pensiero senza dubbio controcorrente, quello dell’ex rettore barese, che si è poi complimentato con il comitato scientifico che ha gestito il progetto di ricerca.

 

Nicole Cascione


Pubblicato il 31 Agosto 2013

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