Cultura e Spettacoli

Il tango guarda al domani

Maria, una ragazza italiana arrivata a Buenos Aires, scopre il tango e Jacopo. In una parola, scopre l’Amore. Intorno a questo doppio itinerario di scoperta si svolge ‘Tango Colores’, uno spettacolo di danza ben diretto da Lorena Pasotti, e per l’aspetto coreografico da Sebastian Arce, e andato inscena allo Showville giovedì scorso. Brevi quadri teatrali, affidati a Silvia Cuccovillo e Domenico Palmieri, incorniciano una sontuosa esibizione che ha visto in scena nove coppie, cui si è aggiunta Elisa Barucchieri in un’esibizione di danza aerea (musiche eseguite dal quartetto Tango En Vivo). Nell’insieme, uno spettacolo scintillante, caldo, dinamico. ‘Tango Colores’, questa galleria di talenti (argentini e non), invita a riflettere sulle molte direzioni in cui la più popolare danza argentina va oggi muovendosi. Il successo pressoché incontrollato del tango al di fuori della terra d’origine giustifica al contempo ottimismo e preoccupazione. La diffusione ormai planetaria  del tango ne allarga il bacino d’utenza, sì che pescare nuovi talenti diventa meno difficile (giovedì a raccogliere applausi erano anche quattro coppie italiane e una russa). Ma tanto successo pone il problema della vuota ripetizione di modelli storici di riferimento, dello scadimento nell’accademico o, peggio, nello scolastico. Così, vuoi per necessità, vuoi perché tutto sta cambiando, il tango adesso si fa vanitoso, strizza l’occhio all’acrobazia, al ‘numero’, al virtuosismo, all’ebbrezza della velocità (da quest’ultimo punto di vista lo spettacolo di giovedì scorso ha toccato vette addirittura vertiginose). Pur gestito con consapevole senso dello spettacolo, questo desiderio di stupire minaccia di stingere il colore della milonga. Perché il vero tango è quello meravigliosamente imperfetto che l’uomo della strada balla in questi locali e localetti di Buenos Aires. Ovvero l’opposto di ciò che i Maestri  hanno innalzato a massima espressione estetica. Con la differenza che se la vecchia scuola tanghera non ha mai disgiunto il gesto dal richiamo della milonga, la scuola di domani potrebbe – nel globale stravolgimento – smarrire quel ‘colore’ di cui prima. Un rischio inevitabile, dovendo il tango, che è tutto calore e sentimento, fare i conti con un mondo che si va raffreddando e incanagliendo. Con ciò non si vuol dire che lo spettacolo della Pasotti abbia offerto un surrogato. ‘Tango Colores’ è tango che con curiosità, esuberanza e persino impertinenza guarda al domani. Tuttavia attenzione, spiacerebbe se il tango, chiamato per forza di cose a meravigliare ancora, dovesse andare incontro a derive e ‘ibridazioni’ incontrollate.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 8 Novembre 2016

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