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Il Tar cambia la geografia dell’Assemblea regionale, ma non finisce qui

La III Sezione del Tar Puglia (Tribunale amministrativo regionale), sede di Bari, ha accolto il ricorso presentato da Domenico De Santis, candidato del Partito democratico, attualmente primo dei non eletti al Consiglio regionale nelle consultazioni del20 e 21 settembre scorsi nella circoscrizione elettorale di Bari che, per effetto dell’accoglimento, dovrebbe essere ripescato tra gli eletti. Infatti, la maggioranza di centrosinistra che sostiene il governatore Michele Emiliano pur passando (per il momento) da 29 a 27 consiglieri, a seguito dell’accoglimento di un altro ricorso presentato da due candidati non eletti della coalizione di centrodestra, Vito De Palma di “Forza Italia” ed Antonio Paolo Scalera della civica “La Puglia Domani”, e discusso lo stesso giorno di quello presentato da Desantis, ossia il 3 marzo scorso, tra gli eletti del Pd rientrerebbe De Santis (che peraltro è stato nominato nel frattempo vice capo di gabinetto del presidente Emiliano), poiché sulla base della nuova ripartizione dei 27 seggi della maggioranza al Pd passerebbe a 16 seggi anziché 15, mentre le uniche due liste civiche di maggioranza che, secondo i calcoli della Corte d’Appello di Bari, hanno superato lo sbarramento del 4%, vale a dire le civiche “Popolari per Emiliano” e “Con”, perderebbero rispettivamente due ed un seggio ciascuna. Difatti,la III Sezione di Bari del Tar-Puglia, presieduta da Carlo Dibello (che in questo procedimento è stato anche estensore), e composta a latere dai consiglieri Giacinta Serlenga e Francesco Cocomile, ha annullato in parte gli atti impugnati e ordinato “la correzione delle operazioni elettorali e dei conseguenti risultati, a partire dalla rettifica della cifra elettorale di riferimento per l’assegnazione del cosiddetto premio di maggioranza, da ricalcolarsi al netto dei voti ottenuti dalle liste che, all’interno della coalizione vittoriosa, non hanno superato la soglia del 4%, fino alla proclamazione degli eletti”. Demando, inoltre, “al Prefetto di Bari, quale Commissario ad acta, con facoltà di delega ad uno o più funzionari, la rinnovazione dell’intero sub-procedimento di assegnazione dei 27 seggi, ivi compresa la ripartizione interna dei seggi spettanti alla coalizione di maggioranza, fino all’individuazione dei candidati eletti sulla scorta del criterio indicato sub a) (ndr – cioè al punto del ricorso)” e fissando “all’8 luglio 2021 l’udienza conclusiva per la correzione dei risultati elettorali e la proclamazione degli eletti”. Sempre la stessa sezione del Tar Puglia di Bari, presieduta da Carlo Di Bello e composta da Giacinta Serlenga, consigliere estensore, e dall’altro consigliere Francesco Cocomile, ha accolto i due ricorsi, presentati dai candidati del centrodestra Scalera e De Palma, che ora dovrebbero rientrare in Consiglio grazie al fatto che gli eletti complessivi delle minoranze elettorali passerebbero da 21 a 23. A discapito di chi, tra gli attuali 29 esponenti della coalizione di maggioranza, non è ancora dato saperlo perché, per avere certezza dei nomi degli uscenti, occorrerà rifare i conteggi. Anche se al momento sembrerebbe che gli esclusi, come detto, due
del gruppo “Popolari per Emiliano” ed uno di “Con”, possano essere rispettivamente Mario Pendinelli e Francesco La Notte per la prima lista ed a rischio Peppino Longo per la seconda. Infatti, in entrambe le sentenze il Tar, nell’accogliere i ricorsi principali dei due candidati consiglieri di centrodestra non eletti, ha ordinato “la correzione delle operazioni elettorali e dei conseguenti risultati”. Ed ha poi accolto il ricorso incidentale presentato da un attuale consigliere regionale del Pd della provincia di Taranto, Michele Mazzarano, affinché, nella assegnazione dei 27 seggi complessivamente spettanti alla coalizione di maggioranza così come eventualmente determinati, siano attribuiti 16 seggi (anziché 15 seggi) alla lista del Partito Democratico, 5 seggi (anziché 7 seggi) alla lista dei “Popolari per Emiliano” e 6 seggi (anziché 7 seggi) alla lista “Con Emiliano”. Anche in questi due casi il Tar ha demandato al Prefetto di Bari, quale Commissario ad acta, con facoltà di delega ad uno o più funzionari, la rinnovazione dell’intero sub-procedimento di assegnazione dei 27 seggi, “ivi compresa la ripartizione interna dei seggi spettanti alla coalizione di maggioranza, fino all’individuazione dei candidati eletti sulla scorta del criterio indicato sub a)”. Ma, oltre a cambiare i ‘numeri’ dei consiglieri di opposizione del centrodestra e quelli di maggioranza, potrebbero cambiarele cose anche ulteriormente all’interno della coalizione che sostiene il governatore Emiliano, poiché a maggio prossimo verranno discussi altri due ricorsi, quelli presentati dai candidati Sergio Blasi e Teresa Cicolella, entrambi del Pd, che lamentano anch’essi errori nella proclamazione da parte dell’Ufficio centrale elettorale preso la Corte d’Appello di Bari. Senza dimenticare, tra l’altro, che al Consiglio di Stato pende il ricorso in Appello di cinque candidati della lista “Senso civico-Uniti per l’Ulivo” che rivendicano per detta formazione elettorale l’avvenuto superamento dello sbarramento del 4% e, quindi, l’ammissione della stessa alla ripartizione dei 50 seggi del Consiglio regionale pugliese. A maggio i ricorsi di Blasi e Cicolella, se accolti, potrebbero incidere solamente all’interno della composizione del gruppo consigliare del Pd, dove a rischio, in questo caso, sarebbero gli attuali eletti Mazzarano e Ruggiero Mennea. Mentre, se il Consiglio di Stato riconoscesse a “Senso civico” l’ammissione al riparto dei seggi, sarebbe da ridefinire la geografia dell’intera coalizione che ha sostenuto Emiliano a candidato governatore alle ultime regionali. Comunque, al momento, non vi è nulla di definitivo, poiché le recenti sentenze del Tar possono essere appellate al Consiglio di Stato e sull’esito degli altri ricorsi innanzi ricordati non v’è certezza di nulla ancora. Di certo, invece, possiamo solo dire che qualora fosse confermata in via definitiva la riduzione di due seggi alla coalizione maggioritaria di centrosinistra, vale a dire 27 seggi anziché 29, con l’incremento di due all’opposizione di centrodestra, per il governatore Emiliano non cambierebbe granché, poiché può comunque contare sul sostegno, acquisito dopo le elezioni, di quattro dei cinque consiglieri del M5s, che – come è noto – da tempo sono già entrati in maggioranza. Salvo sorprese romane che di riflesso potrebbero nel tempo ripercuotersi sulla situazione pugliese, qualora le vicende in atto all’interno dei pentastellati sfociassero in sviluppi imprevedibili per tutti. E, quindi, anche per Emiliano, che li ha cooptati all’interno della sua maggioranza già quando non erano strettamente indispensabili.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 5 Marzo 2021

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