Cronaca

Il Tar Puglia accoglie il ricorso del M5S sulla composizione della VII Commissione regionale

Il Tar (Tribunale regionale amministrativo) della Puglia ha dato ragione al Gruppo consiliare pugliese del M5S, accogliendo il ricorso presentato contro la decisione dello scorso mese di ottobre di ridurre da due ad uno i componenti pentastellati nella VII Commissione permanente agli “Affari istituzionali” del Consiglio regionale, nella quale verrà discussa la legge elettorale. Pertanto, la procedura di composizione di detta Commissione dovrà essere ripetuta e al “Movimento 5 Stelle” spetteranno due componenti.Infatti, l’eliminazione di uno dei due componenti designati dal M5S in Commissione “Affari istituzionali” è stata ritenuta “illegittima” dai giudici del Palazzo barese di piazza Massari, per violazione dello Statuto e del regolamento interno della Regione Puglia, nonché per eccesso di potere sotto forma di difetto d’istruttoria e di motivazione, oltre che per sviamento e disparità di trattamento. Nel dispositivo della sentenza il Tar ha stabilito altresì l’annullamento del verbale n.63 del 22 ottobre 2018 della VII Commissione da cui è promanato il provvedimento lesivo della situazione attiva dei ricorrenti, uti singuli e come proiezione (Gruppo consiliare) del loro movimento politico in Consiglio regionale. Imponendo inoltre, come effetto conformativo, che la Regione Puglia dovrà provvedere a riavviare da principio la procedura di rinnovo delle operazioni propedeutiche alla ripartizione dei 12 posti di componente della VII Commissione. Per la cronaca ricordiamo che i pentastellati della Regione Puglia lo scorso Ottobre avevano
denunciato, nella fase di rinnovo delle Commissioni permanenti, che una loro consigliera, Rosa Barone, era stata esclusa dalla VII Commissione “Affari Istituzionali” in cui fino a quel momento c’erano due consiglieri del M5S. I “Cinquestelle” ritenevano che destra e sinistra avessero deciso di eliminare un componente del loro Movimento politico violando il regolamento interno del Consiglio che invece prevede che la composizione delle Commissioni rispecchi la consistenza numerica di ciascun Gruppo consiliare che, nel caso in specie, ossia quello del M5S, conta ben otto consiglieri che avrebbero dovuto aver diritto ad esprimere 2 dei 12 nomi previsti per la composizione di detta Commissione.  “E’ certamente una vittoria della legalità e della democrazia che purtroppo, molto spesso, in questa istituzione regionale vengono mortificate” – è il commentato reso con una nota dagli otto esponenti del M5S alla Regione Puglia all’esito del giudizio promosso dinanzi al Tar e che, proseguendo, si sono ironicamente chiesti: “Cosa ne pensino ora tutti i rappresentanti dei vecchi partiti che, in quella occasione, hanno avuto anche il coraggio di sostenere che quanto accaduto fosse legittimo?”. Ed aggiungendo: “Siamo contenti che la nostra rappresentatività in VII Commissione venga ristabilita correttamente in base a quanto hanno stabilito i cittadini pugliesi nel 2015, tuttavia dispiace che ci sia voluto l’intervento del Tar per ricordare a dei rappresentanti delle istituzioni che i regolamenti e le leggi non sono degli optional ingombranti e che non si possono stravolgere a seconda delle necessità politiche”. Infatti, “ciò che è peggio – per il Gruppo dei pentastellati pugliesi – è che tutto ciò avvenga in una Regione amministrata da una persona che non perde occasione per ricordare il suo passato da ex magistrato”. E, quindi, hanno concluso il loro comunicato con un altro retorico interrogativo: “Chissà quante cose sarebbero diverse oggi se ci fossimo appellati all’Autorità giudiziaria ogni volta che abbiamo subito le conseguenze di decisioni assolutamente arbitrarie dentro e fuori dall’Aula consiliare”. Ma ironia e retorica a parte, talvolta anche per un Ente, come la Regione Puglia, guidata da un magistrato in aspettativa, qual è per l’appunto Michele Emiliano, vale l’antica e nota massima per la valenza dell’Ordinamento giudiziario che afferma: “Dura lex, sed lex”. E che in questo caso non potrebbe neppure verosimilmente essere attenuata da un’altra che sostiene: “Summa lex, summa iniuria”, considerato che il “numero” di 8 esponenti del M5S, su un totale complessivo dei 50 consiglieri dell’Assemblea pugliese, rappresenta esattamente il 16% del Consiglio e, conseguentemente, il 16% dei componenti della VII Commissione è proprio pari a 2 rappresentanti. E ciò non soltanto con, o senza, il manuale Cencelli, ma ora anche per “ordine” del Tar.

Giuseppe Palella

 

 


Pubblicato il 22 Febbraio 2019

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