Cultura e Spettacoli

“Il teatro è uno solo : quello che regala emozioni”

‘Happy New Theatre 2013.14’, si chiama così la prossima stagione del Nuovo Abeliano. Più d’una le rassegne in cartellone (Actor, To the theatre, A teatro con mamma e papà, La scuola va a teatro, Prima ribalta), 150 giornate d’apertura e quattro nuove produzioni del Gruppo Abeliano. Sono numeri imponenti. Ne abbiamo parlato con Vito Signorile, Storico Direttore Artistico. Allora Vito, cos’ha in più questa stagione rispetto all’altra? – “E’ più ricca. L’altra fu incompleta per i noti ritardi di partenza. Avendo desiderio di recuperare il terreno perduto, non potevamo che moltiplicare l’attività. Non basta mai attivarsi per far conoscere a tutti questo nostro (nuovo)  teatro… Al di là di questo, la nuova stagione si differenzia per una maggiore apertura alle formazioni giovani… “ – … relativamente a che genere? – “No, niente più catalogazioni. Il teatro è uno e uno solo : quello che regala emozioni. Poi c’è il resto”. – In che misura all’interno del cartellone si distribuiscono teatranti pugliesi e non? – “Delle trentuno compagnie coinvolte, diciotto sono pugliesi. La nostra terra non poteva essere trascurata”. – Tra le tante proposte ce n’è una in particolare che consiglieresti? – “Le consiglio tutte. Diversamente non le avrei inserite in cartellone. Certo, non possono negare sia una gran bella soddisfazione avere Alessandro Bergonzoni col suo nuovo spettacolo a cavallo tra febbraio e marzo”. – Con quali criteri hai costruito quest’altra stagione? – “Con quelli di sempre : Avvalendomi dei suggerimenti di referenti affidabili per questa o quella compagnia o recandomi di persona a scoprire cose”. – Ciò significa aggirare manager e agenzie – “Sì. Queste figure hanno i loro costi e poi pesa entrare in contatto con lobby così potenti”. – C’è molta differenza con le vecchie programmazioni? – “Moltissima. A via della Costituente non disponevamo di spazi e risorse e tecniche come a via Padre Kolbe. Qui volendo si potrebbe anche fare la lirica. Ciò consente di allargare l’offerta teatrale sino ai massimi livelli”. – Che rapporto hai col ricordo del Vecchio Abeliano? – “Nessuno. Ci passo davanti tante volte e mi sorprendo della mia indifferenza. Conservo i ricordi giusti, ecco, mentre ho rimosso ciò che è dannoso. La mente deve pur difendersi. E poi è tempo di guardare avanti”. – La situazione del teatro italiano? – “Pessima. E al di là della crisi. Il teatro italiano si era già incrinato in precedenza, quando contabili, politici e faccendieri scalzarono i teatranti dalla gestione. E il divario tra nord e sud si è acuito. Per esempio, se in passato le distanze in fatto di contributi pubblici tra un Abeliano e un Teatro Uomo di Milano erano minime (s’intende, a favore del settentrione), nel tempo esse si sono dilatate in un rapporto di uno a due, poi di uno a tre…. Inaccettabile”.

Italo Interesse


Pubblicato il 14 Giugno 2013

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