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Il Tempietto di Seppannibale

Oggi nota come ‘Seppannibale’, l’area aveva altro nome in era medievale : San Pietro Veterano. A Seppannibale sono emerse tracce di un abitato tardo antico, la cui fase di vita è compresa tra il IV e l’VIII secolo. Le strutture tardoantiche si appoggiano su muri di età precedenti (molto probabilmente di età romana, per il ritrovamento di monete degli imperatori Vespasiano, Antonino Pio e Commodo). Tali tracce si allargano per poco meno di un ettaro intorno ad un ‘tempietto’ databile intorno al X secolo. Si tratta di una costruzione a pianta quasi quadrata di piccole dimensioni (circa otto metri per lato) realizzata con blocchi di tufo legati con pochissima malta ; al di sotto dell’edificio sono state rinvenute tracce di muratura, forse un recinto sacro, segnato dalla presenza di bassorilievi raffiguranti animali (la testa di un cervide, una capretta integra e un capro intero con nella bocca un chiodo di bronzo). Un po’ anonimo all’esterno, il cosiddetto Tempietto di Seppannibale, si presenta più interessante all’interno per via di delle tre arcate scandite da archi che poggiano su pilastri arricchiti da capitelli decorati da motivi floreali. La volta della navata centrale presenta due cupolette le cui quattro nicchie angolari conservano tracce degli affreschi originari : alcune figure (forse Profeti) e scene tratte dall’Apocalisse ; si ritiene che un tempo l’interno fosse totalmente affrescato. Guardato con gli occhi di oggi, il Tempietto è presenza anomala nel panorama agreste che lo avvolge. Sembra sradicato da qualche borgo antico e trapiantato dove ora si trova. Questa sensazione di ‘estraneità’, inconcepibile per un trullo o per una pagliara, si spiega con la nostra difficoltà ad immaginare lo stesso sito mille anni fa, un’area dove forse viveva una comunità di cinquecento persone. Il che significa un complesso di case, magazzini, officine, botteghe, stalle e strade raccolte intorno a questo singolare e minuscolo luogo di culto. Ma a parte il Tempietto, niente è rimasto in piedi di tutte quelle pietre. Neanche si conserva memoria dell’antico toponimo romano, prima che l’abitato prendesse il nome di San Pietro Veterano. E’ possibile che in origine alloggi per lavoratori stagionali fossero raccolti intorno ad un possedimento agrario di vaste dimensioni. Sopravvissuto al crollo dell’impero, quel casale visse il suo momento di prosperità, che toccò l’apice al trionfo del cristianesimo con la costruzione del Tempietto. Poi, un radicale mutamento del quadro socio-economico del sito dovette portare all’abbandono del casale. Il tempo inflisse i suoi colpi a costruzioni di cui non importava più niente a nessuno ed esse decaddero al punto che in capo ad alcune centinaia d’anni non rimase in piedi un solo mattone. Sopravvisse solo il Tempietto di Seppannibale, unico fabbricato del casale di San Pietro Veterano per il quale la Chiesa volle stanziare i fondi necessari a contenerne il degrado. E ora quel gioiellino, al presente più che mai bisognoso di interventi, sembra guardarsi attorno smarrito e interrogarsi sulla propria funzione.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 30 Maggio 2015

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