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Il Tfm scompare a meno di due mesi dalla sua reintroduzione

Meno di due mesi dopo la reintroduzione del Trattamento di fine mandato (Tfm) per i consiglieri della Regione Puglia, avvenuta – come è noto – con voto unanime lo scorso fine luglio ed a distanza di poco più otto anni dalla sua prima eliminazione, ai tempi della Giunta Vendola, è stato nuovamente cancellato. Infatti, l’Assemblea regionale durante la seduta di ieri, sempre all’unanimità, ha abrogato l’articolo 3 della legge regionale con cui era stato reintrodotto il trattamento di fine mandato. L’abrogazione è avvenuta per mezzo di un emendamento al disegno di legge contenente il riconoscimento di debiti fuori bilancio, presentato dalle forze di opposizione e di un subemendato dalla maggioranza, con cui si è provveduto, oltre all’abolizione del Tfm, ad eliminare anche ai suoi effetti con riguardo alle eventuali istanze medio tempore, presentate ai sensi della legge regionale approvata dallo stesso Consiglio nella seduta del 27 luglio scorso. La norma che aveva reintrodotto il Tfm per i consiglieri regionali pugliesi – come è noto – ha suscitato, nel corso dei circa 50 giorni in cui è stata in vigore, numerose polemiche, che ancora non si placano, sia all’interno del mondo politico che da parte dell’opinione pubblica pugliese, che si era subito indignata per l’inopportunità ad aver introdotto un privilegio abolito nel 2012 in questo particolare momento di crisi economica per numerose famiglie ed imprese, a causa dell’emergenza Covid. A far cadere la norma è stato il voto a favore dell’emendamento
abrogativo presentato dal centrodestra. Però, prima di votare il testo di legge emendato, l’Assemblea pugliese è stata chiamata a votare un articolo aggiuntivo presentato dai Gruppi Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, La Puglia Domani e dai consiglieri Paolo Dell’Erba e Saverio Tammacco del Gruppo Misto che prevedeva l’abrogazione retribuita degli incarichi di consigliere del presidente, vice capo di gabinetto, componenti dei collegi di esperti e consulenti e di conseguenza l’abrogazione di tutte le norme legislative regionali in contrasto, che ha invece ottenuto esito negativo, poiché i Gruppi di maggioranza lo hanno respinto. Quindi, alla fine, la votazione finale alla legge nella sua interezza, non ha visto la partecipazione dei consiglieri del Gruppo di Fratelli d’Italia che hanno annunciato l’abbandono dell’Aula.  Infatti, con una nota i rappresentati regionali del partito di Giorgia Meloni hanno dichiarato: “La commedia del presidente Emiliano non poteva durare oltre, sebbene continuerà sulla questione delle nomine e degli incarichi elargiti a spese dei pugliesi”. Difatti, hanno commentato i “meloniani” pugliesi: “L’emendamento col quale si chiedeva di abrogare tutti gli incarichi e le poltrone che Emiliano affida ai non eletti nelle sue liste, infatti, è stato bocciato dalla sua maggioranza, piegata alle ormai consuete logiche clientelari”. Insomma, il Gruppo Fdi ci ha provato a far ridurre i costi della politica regionale, “vista anche la grande opera di moralizzazione messa in atto dal presidente Emiliano nei giorni scorsi” sul Tfm, “invece – hanno sottolineato inoltre dal Gruppo di Fdi – a prevalere sono gli interessi di pochi e non i problemi della Puglia e dei pugliesi”, mentre sempre tema dei risparmi dei costi per i politici “proprio dai consiglieri di maggioranza” Fdi si aspettava “un atto di responsabilità” ulteriore. I capigruppo di Forza Italia e Lega, Stefano
Lacatena e Davide Bellomo, ha ribadito che “per coerenza e onestà
intellettuale” non erano e non sono nemmeno oggi contrari al Tfm, poichè tale provvidenza “è in vigore in numerose Regioni italiane ed è applicata a tutti i sindaci e ai presidenti di provincia”. “Tuttavia, – hanno affermato i rappresentanti dell’opposizione di centrodestra – abbiamo colto l’inopportunità del momento”. Invece, il consigliere Paolo Pagliaro, capogruppo dell’opposizione de “La Puglia Domani” ha auspicato che, ora, venga scritta “la parola fine sulla vicenda del trattamento di fine mandato, che per settimane ha messo alla gogna l’intero Consiglio regionale della Puglia”. Dai banchi della maggioranza, anche Massimiliano
Stellato, capogruppo dei “Popolari” ha dichiarato che “il Trattamento di fine mandato è un istituto legittimo, presente alla Camera, al Senato, in quasi tutti i Consigli regionali italiani, per i sindaci ed i presidenti di Provincia, ma l’abrogazione di oggi rappresenta un atto di responsabilità verso i cittadini alle prese con le difficoltà economiche dovute alla pandemia”. Quindi, a detta di tutti coloro che in precedenza avevano votato il Tfm ed ora invece se lo sono rimangiato, “il provvedimento, pur corretto rispetto al merito, è statosbagliato rispetto al contesto temporale in cui è stato approvato”. Di tutt’altro tenore le dichiarazioni della pentastellata Antonella Laricchia, da sempre contraria, che ha affermato: “L’abrogazione del Tfm è stata finalmente raggiunta grazie all’indignazione dei pugliesi”. Dichiarandosi comunque “soddisfatta del risultato, nonostante sia avvenuto in un contesto d’ipocrisia dei consiglieri che prima hanno approvato questo emendamento assurdo il 27 luglio, senza averne data pubblica lettura, e oggi hanno dato vita a una corsa per intestarsene l’abrogazione”. Perciò Laricchia ha rivolto un ringraziamento particolare a giornalisti e cittadini, “perché grazie alla loro reazione hanno fatto tutti un passo indietro”. In definitiva, il Consiglio regionale ieri ha messo fine ad una pantomima che nella nostra regione è andata in scena per oltre un mese e mezzo e che verosimilmente ha prodotto un danno d’immagine e di credibilità, oltre che di fiducia dei cittadini nei confronti dei politici. E che di certo sarà difficile far dimenticare rapidamente.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 22 Settembre 2021

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