Primo Piano

Il tracollo della Città Metropolitana: niente più risorse per scuole e strade

L’ex amministrazione provinciale di Bari, ora Città Metropolitana, versa “in una grave crisi finanziaria”, come dicono dirigenti e amministratori costretti a fare i salti mortali per “non chiudere baracca”, almeno così dicono i più pessimisti al primo piano dei magnifici uffici e corridoi di via Spalato. Per l’edilizia scolastica, le strade provinciali e l’ambiente risorse non ce ne sarebbero quasi più e tra non molto il sindaco metropolitano Antonio Decaro potrebbe anche non far più contrarre all’ente nuovi mutui a causa del benedetto patto di stabilità. Ma soprattutto l’amministrazione potrebbe ben presto tagliare i pochissimi fondi rimasti per le manutenzioni stradali e per quelle scolastiche, con l’inverno alle porte e tutto ciò che ne consegue, tenendo bene a mente i guai degli anni scorsi, quando pure c’era un’amministrazione di tal nome, seppure alla vigilia di un trapasso più travagliato del previsto. Da tagliare drasticamente anche “l’elevata spesa per le utenze”, come si diceva una volta, pure se nel Palazzo accanto alla Regione Puglia, oramai, s’è tagliato tutto quello che c’era da tagliare e i giornali in questi ultimi giorni si sono divertiti a sparare sull’ambulanza. Raccontando, come hanno fatto Gazzetta del Mezzogiorno e Repubblica-Bari, di “ente fantasma”, ma anche di “topi” che si rincorrono nei corridoi pieni di impiegati impauriti e “boccioni dell’acqua vuoti” nelle loro stanze causa carenza di soldi. Insomma, un ente alla sete, per non dire alla fame, quello di Bari che una volta –ma parliamo del Secolo scorso…- gestiva quasi tutti i rami della sanità e non doveva mendicare, per trovare i fondi residui necessari a riparare una persiana rotta o un impianto di riscaldamento a singhiozzo nelle sue scuole. A preoccupare i funzionari chiamati a gestire le entrate e le uscite della ex Provincia di Bari soprattutto la fornitura di gas metano alle scuole superiori, all’interno di un quadro molto preoccupante contenuto in alcune lettere che i dirigenti si rimpallano, tra ufficio tecnico e segreteria generale, in una Città metropolitana di Bari che, nonostante siano trascorsi i primi nove mesi, stenta a uscire dal grembo. Figuararsi camminare con le proprie gambe. Da gennaio 2015, infatti, pesiste una condizione economico-finanziaria da stato comatoso che, forse, avrebbe già dovuto interessare i consiglieri metropolitani, che per il momento stanno con occhi e orecchie aperte per capire bene le dimensioni della crisi. E non parliamo dei “finti” assessori, perché la legge non prevede più questo ruolo, che potranno fare ben poco. Il rischio, però, è che il malato si aggravi il conto delle medicine da comprare e della spesa sostenere per le strade e le scuole imbocchi un tunnel senza uscita. Una strada senza poter davvero muovere un dito, come si lamentano alcuni dirigenti in prima linea in via Spalato a causa della grave situazione finanziaria e delle “forti criticità”, come le chiamano loro. Buchi neri legati anche, ani forse soprattutto alla riduzione delle risorse finanziarie da parte del Governo. Nell’anno appena iniziato le ricadute sul bilancio dai tagli operati dal governo Renzi ammonteranno per la Città Metropolitana a oltre 20 milioni di euro. I tagli ai costi della politica, acquisto di beni servizi, consulenze, automezzi sono stati di 6milioni e 400 mila, nel solo 2014. A questo si dovrà sommare una riduzione dei trasferimenti per il 2015 di 20 milioni e 200 mila euro. Data questa condizione, a via Spalato si potrà fare ben poco, nonostante il bilancio approvato appena due settimane fa. E il dirigente degli uffici finanziari presto potrebbe elencare i settori per i quali non sarà possibile spendere: niente mutui, nessuna spesa per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza, nessuna assunzione a tempo indeterminato, anche se nell’ambito delle procedure di mobilità ci sono decine di dipendenti che sospirano in attesa di conoscere il proprio futuro lavorativo. Intanto anche tra i rappresentanti dei lavoratori regna l’incertezza più assoluta e c’è perfino chi spara nel mucchio iniettando seri dubbi sui dati più sostanziali, spargendo veleni su tutto, ricordando quindi “la responsabilità amministrativo-contabile” a carico di ognuno di loro. In una riunione tenuta nell’antico palazzo del lungomare il mese scorso, l’indimenticato dirigente alla contabilità e finanze Michele Petruzzellis, adesso segretario provinciale dell’Unione Generale del Lavoro, ha definito la Città Metropolitana un “ente in sonno”, facendo le sue proposte per un concreto risveglio. Petruzzellis ha invitato gli ex dipendenti provinciali riuniti dinanzi a lui nell’aula consigliare a uno “scatto di reni” per recuperare l’orgoglio di appartenere a un ente che ha fatto la storia della Città. Ma senza appiattirsi dietro a una gestione senza anima, ma soprattutto senza nerbo. Il guaio è che senza risorse, anche orgoglio e schiena dritta servono a ben poco: sindaco metropolitano di Bari, dove sei?

 

Antonio De Luigi 


Pubblicato il 15 Ottobre 2015

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