Cultura e Spettacoli

Il tripudio della pietra a secco

In uno studio edito nel 2020 da Edizionidipagina, Marco Miosi si occupa di un tipo di architettura “vernacolare” comune a varie parti dell’Europa e del Mediterraneo

Per tholos in archeologia si intende una costruzione a pianta circolare, tronco-conica, costituita da anelli di blocchi di pietra grossolanamente lavorati e distribuiti in forma cupolare ; se ne trovano esempî nella civiltà micenea, in altre civiltà preistoriche (nuraghi sardi), in tombe di aree greche periferiche, in tombe etrusche e in varî tipi di edifici romani (mercati coperti, sale termali, templi circolari…). Alle costruzioni in pietra a secco con copertura a tholos, Marco Miosi ha dedicato uno studio assai prezioso : ‘Tholoi d’Italia’, edito nel 2020 da Edizionidipagina. Ti aspetti che qui si parli di Puglia innanzitutto e in subordine del Mezzogiorno, invece è tutto il contrario. Questo tipo di architettura “vernacolare”, ovvero a carattere locale, è patrimonio culturale comune a varie parti dell’Europa e del Mediterraneo. Nella sua opera l’autore classifica tale tipologia architettonica all’interno della penisola e delle isole elencando nomi e caratteristiche di vari ripari rustici in pietra. Alcuni sono a pianta circolare, altri a pianta quadrangolare ; il pavimento si presenta in terra battuta o rozzamente tavellato ; la forma può essere, circolare, quadrangolare, conica, tronco conica, a gradoni, ogivale… Ad accomunare queste costruzioni (talvolta anche assai imponenti) e pensate per custodire attrezzi, ripararsi dalle intemperie, passare la notte o dedicarsi alle attività collaterali della pastorizia è l’impiego di pietre dure, grossolanamente lavorate e incastrate senza fare uso di malta ; tutto materiale lapideo ricavato spietrando terreni da destinare al pascolo o all’agricoltura. In Liguria e Piemonte sud occidentale si parla di ‘caselle’ (il principale aeroporto regionale è a Torino Caselle…). In Abruzzo, fra Teramo e Ascoli Piceno, si parla di ‘caciare’. Mentre sull’isola d’Elba il libro elenca numerosi di ‘caprili’ (esplicito il riferimento all’allevamento caprino, che una volta su quell’isola era prevalente rispetto a quello ovino). Sulle Alpi lombarde troviamo i ‘crot’, utilizzati per la conservazione del vino e degli alimenti e all’occorrenza voltati in stalle e fienili. Ancora lungo l’arco alpino è facile incontrare esemplari di ‘casel del lacc’, locali in cui far riposare e refrigerare il latte dopo la mungitura per liberarlo della panna affiorante in vista delle successive lavorazioni. E ancora : ‘kiska’ (Friuli), ‘casite’ (Istria), ‘mandra (Ciociaria), ‘casili’ (Lucania), ‘casotto’ e ‘cubburo’ nel Messinese, ‘pinnetta’e ‘turricula’ in Sardegna… – Nell’immagine, un raro, monumentale esempio di ‘casedde’ presente nel territorio di Andria. La costruzione racchiude tre vani quadrangolari di quasi 25 mq ciascuno, non comunicanti. La copertura in chiancarelle nasconde le cupole corrispondenti agli ambienti interni. Da una serie di elementi è ragionevole pensare che il fabbricato rispondesse alle esigenze di pastori e contadini contemporaneamente.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 6 Maggio 2023

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