Cultura e Spettacoli

Il Turco numero tre

In passato, almeno sino al primo Novecento, era abitudine, una volta che la costruzione di una casa fosse ultimata, apporre sull’architrave o sulla chiave di volta dell’arco sovrastante l’ingresso una maschera in pietra dall’aspetto terrifico. La funzione di queste maschere, che generalmente rappresentavano il volto di un demone o il capo di un leone con le fauci spalancate, era apotropaica. Ovvero, serviva a respingere il malocchio e gli spiriti maligni. Bari è piena di queste maschere. Se ne contano più di cento, più o meno ben conservate, alcune di grande bellezza. La più nota maschera apotropaica della città è posta a difesa del civico 10 di Via Quercia, nel borgo antico. Intorno a ‘La cape du turchie’ (la testa del Turco) ruota un’intrigante leggenda : In un passato assai remoto, quando a Bari i musulmani erano di casa assai più che adesso, un turco spaccone volle sfidare la Morta Befanì la notte tra il 5 e il 6 gennaio, notte nella quale questa presenza sinistra ancora segnerebbe con una croce nera le case delle persone destinate a morire entro l’anno. Gli andò male. Un fulmine gli staccò la testa che, pietrificata, andò a conficcarsi nell’architrave dello stabile di cui prima. Si vuole che quando il fabbricato fu abbattuto quella scultura andasse perduta, salvo ricomparire miracolosamente sull’architrave del nuovo stabile edificato sulle rovine di quello che l’aveva preceduto… Cerchiamo di ricostruire la realtà storica : A Bari, durante l’emirato arabo di Bari, un turco spaccone se la ride delle credenze del popolino. Cose per esempio come la Morta Befanì gli sembrano sciocchezze da cristiani. Invano i baresi lo mettono in guardia. Poi una notte il turco viene ritrovato morto in un vicolo con la gola tagliata. E’stato ammazzato perché insidiava qualche fanciulla promessa o davvero la Morta Befanì…? Subito si comincia a parlare del fantasma del Turco che si aggira nel luogo che gli fu fatale. I residenti sono inquieti, chiamano preti, fanno benedire locali. Gli abitanti di uno stabile, forse consigliati da qualcuno versato nelle scienze occulte, appongono l’effigie del turco all’ingresso del fabbricato : Se trova una sua collocazione, l’anima inquieta del Turco smetterà di vagabondare spaventando la gente. In più, eleggendo quella costruzione a propria dimora, la proteggerà … Così, invece di leoni o altre figure da bestiario medievale, l’effigie di un uomo dalle fattezze turche assurge a maschera apotropaica. Poi il tempo passa, quel palazzo viene demolito e anche l’originale scultura finisce sbriciolata. Sopravvive però la memoria di quella storia maledetta. Allora, vuoi per scaramanzia, vuoi per altro, il costruttore del nuovo fabbricato pensa bene di far scolpire un’altra testa di turco che, nuovamente, appone sul muro a ‘guardia’ dell’ingresso. Ma quella che noi oggi ammiriamo è davvero la seconda scultura? La fattura del pezzo sembra troppo recente… Chissà che, a suo tempo, fabbricata con materiale scadente (tufo?) e perciò aggredita dagli agenti atmosferici, la seconda scultura non si sia rovinata al punto da costringere il nuovo proprietario – non meno scaramantico dei suoi predecessori –  ad una sostituzione con un manufatto di migliore qualità.

Italo Interesse


Pubblicato il 26 Luglio 2018

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