Il violino della Baeva strega il pubblico del Petruzzelli
Su musiche di Musorgskij, Szymanowsky e Šostakovič, straordinaria la direzione del maestro Bernàcer
“È difficile sapere a che cosa faccia appello la musica in noi; è certo però, che tocca una zona così profonda, che la follia stessa non riesce a penetrarvi.” Scriveva Cioran. Di queste vertiginose altezze di cui la musica può farsi straordinario veicolo, sicuramente ne sanno qualcosa il direttore d’Orchestra Jordi Bernàcer e la violinista di fama mondiale Alena Baeva, che sabato scorso hanno letteralmente ‘stregato’ il pubblico del palcoscenico gremito del Petruzzelli, con una performance straordinaria: Una notte sul Monte Calvo, poema sinfonico di Modest Musorgskij, il Concerto n.2, in la minore per violino e orchestra op. 61 di Karol Szymanowsky e la Sinfonia n. 5, in re minore, op. 47 di Dmitrij Šostakovič, le opere presentate. Commossa la Baeva, musicista dalla cifra stilistica considerevole, tanto da far scivolare uno spartito per terra per l’emozione, dopo una serie di applausi senza fine ricevuti dopo l’esecuzione da solista e protagonista indiscussa del secondo concerto per violino e orchestra di Szymanowsky. Dal canto suo il Maestro Bernàcer, oltre alla sua immensa padronanza tecnica, ha comunicato al pubblico tutto il suo temperamento iberico saltellando al ritmo di una delle più belle sinfonie di Šostakovič. E che dire della straordinaria esecuzione dell’Orchestra del Petruzzelli di una delle opere più amate e più suonate al mondo? Sembrava di sentirlo vibrare il possente demone di Musorgskij, che fece di un sabba di streghe il tema di un poema sinfonico che intitolò ‘La notte di San Giovanni sul Monte Calvo’ completandolo nel 1867. Il Monte Calvo in questione si trova in Ucraina e sì chiama Lysa Hora. Sebbene Musorgskij fosse molto orgoglioso di questo lavoro, non riuscì mai a farlo eseguire mentre era in vita.
L’opera divenne celebre nella versione di Rimskij-Korsakov del 1886, che però la modificava profondamente: la versione originale venne riscoperta solo nel 1968 e da allora ha gradualmente acquisito popolarità. Molti ascoltatori hanno conosciuto questo lavoro per la prima volta vedendo il film di Walt Disney Fantasia, che utilizzò un arrangiamento della versione di Rimskij-Korsakov fatto da Leopold Stokowski. Dalla cima del Monte Calvo, Satana, il signore del male e della morte, spalanca le sue spaventose ali e raccoglie intorno a sé creature diaboliche: streghe, demoni, vampiri e scheletri dei cadaveri sepolti in terra sconsacrata. Tutto diventa una danza scatenata nel vortice della musica, mentre Satana li afferra a manciate e li scaraventa nel cratere infuocato che si apre nelle viscere della montagna, fino a quando le campane che annunciano il mattino riportano gli spettri nelle tombe. È l’eterna lotta tra il bene e il male, tra la luce e l’oscurità che ci racconta il lavoro incessante di un’orchestra piuttosto nutrita: la percussione include timpani, piatti e grancassa che intervengono nei momenti di esasperazione fonica e timbrica, e si viene a creare nel crescendo di una sovrapposizione di strati sonori quasi magica e surreale. Agli slanci di brio timbrico si unisce la ricchezza armonica cara a Musorgskij, che permette di passare attraverso varie tonalità prima di giungere alla conclusiva, avviata dai rintocchi lunghi di una campana. Il secondo concerto di Szymanowsky invece, sembra perfetto per esaltare le capacità virtuosistiche della Baeva. Un concerto infatti dominato dal solista con cui l’orchestra sembra intessere un dialogo sommesso che funge quasi da stimolo e sollecitazione. Si tratta dell’opera di un musicista che nella sua raffinatezza e delicatezza è comunque molto lontano dalla retorica dei buoni sentimenti. Pertanto una sua esecuzione in chiave moderna, getta nuova luce su un compositore molto spesso sottovalutato o frainteso. E la Baeva è sempre molto propensa a interpretare opere particolari e meno conosciute. La sua carriera è cresciuta a un ritmo straordinario nelle ultime stagioni. Tra gli eventi più importanti in Europa figurano le apparizioni con Die Deutsche Kammerphilharmonie Bremen, Göteborgs Symfoniker, London Philharmonic Orchestra, Orchestre National d’Île de France, Orchestre National du Capitôle de Toulouse, Royal Philharmonic Orchestra, Tonhalle-Orchester Zürich e in recital alla Wigmore Hall. In Asia, le esibizioni recenti e future includono quelle con la Hong Kong Philharmonic Orchestra, la NHK Symphony Orchestra di Tokyo e la Seoul Philharmonic Orchestra. Una serie di importanti debutti nordamericani sono previsti nella stagione 2023/2024, tra cui con la New York Philharmonic Orchestra e la Phoenix Symphony. Jordi Bernàcer è noto per aver vinto nel 1997 il 1° Premio del Verein Wiener Musikseminar, mentre nel 2004 ha preso parte al “Beethoven Workshop” tenuto da Daniel Barenboim al Musikverein di Vienna. È stato assistente di Lorin Maazel che lo ha invitato nel 2007 come direttore associato al Castleton Festival in Virginia. Oggi dirige frequentemente l’Orchestra Nazionale di Spagna, la Sinfonica della Radiotelevisione Spagnola, l’Orchestra della Comunità Valenciana, le Sinfoniche di Barcelona, Galicia, Bilbao, Navarra, Asturias, Euskadi, Castilla y León, Murcia, Valencia e Tenerife. Ha diretto, tra l’altro, la Baden-Baden Philharmonie in una tornée nel Bahrein con Plácido Domingo, l’Orchestra della Radiotelevisione Slovacca di Bratislava, le Orchestre del Carlo Felice di Genova, del di San Carlo di Napoli, del Massimo Bellini di Catania, San Francisco Opera, Los Angeles Opera, Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, la Nazionale d’Ungheria, la “Arturo Toscanini” di Parma nonché le orchestre da camera di Berlino, Praga e Qatar.
Rossella Cea
Pubblicato il 24 Ottobre 2023