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Il voto di ottobre nei 54 Comuni pugliesi potrebbe creare ripensamenti nel Pd e nei Cinque stelle

Il prossimo fine settimana, per l’esattezza alle ore 12 di sabato 4 settembre, scadrà il termine per la presentazione delle liste e dei candidati a sindaco per il rinnovo in 54 Comuni pugliesi degli amministratori comunali. Una consultazione che nella nostra regione vedrà interessati al voto complessivamente circa mezzo milione di elettori. Le urne nei centri chiamati al voto saranno aperte dalle ore 7 alle 23 il 3 ottobre prossimo ed il giorno successivo dalle ore 7 alle 15. In provincia di Bari i Comuni che in questo giro di consultazione saranno interessati all’elezione del sindaco ed al rinnovo del Consiglio comunale sono cinque, Triggiano, Noicattaro, Ruvo di Puglia, Adelfia e Sannicandro, di cui i primi quattro hanno una popolazione superiore a 15mila abitanti, mentre il quinto non supera tale soglia, per cui eleggerà sindaco e consiglio con il sistema maggioritario secco, ossia senza possibilità di ballottaggio, poiché vince il candidato sindaco che ha più voti e la coalizione ad egli collegata. Mentre – come è noto – nei Comuni con più di 15mila abitanti per vincere è necessario che il candidato sindaco ottenga al primo turno la maggioranza assoluta dei voti validi. Diversamente si andrà al ballottaggio due settimane dopo tra i due candidati alla poltrona di sindaco che avranno riportato più voti. Il test elettorale di ottobre in Puglia sarà particolarmente significativo, perché  per la prima volta si sperimenteranno le effettive possibilità d’intesa tra Pd ed M5S nei centri che andranno al voto, sapendo che la Regione Puglia, con il governatore Michele Emiliano, è stata stata la prima a spalancare le porte del governo regionale ai pentastellati (l’altra, ma successivamente, è stata la Regione Lazio con il governatore Nicola Zingaretti) pur non avendo questi ultimi – come è noto – fatto parte della coalizione risultata vincente alle elezioni. Quindi, il M5S da avversario del centrosinistra di Emiliano alle elezioni regionali del 2020 si è ritrovato a gennaio del 2021 a far parte a pieno titolo della maggioranza che sostiene il governo regionale, avendo ottenuto anche un posto in giunta per la consigliera regionale Rosa Barone, eletta a settembre 2020 nella circoscrizione di Foggia con il M5S, che – come è pure noto – aveva Antonella Laricchia come propria candidata per la presidenza della Regione. Perciò il centrosinistra pugliese, ma forse ancor di più il M5S non può sottovalutare sia la possibilità di sperimentare l’alleanza tra centrosinistra e pentastellati, sia l’esito del test elettorale delle amministrative del prossimo ottobre in Puglia. Di certo non sarà facile trovare un’intesa complessiva (cosa che, per altro, probabilmente non stia neppure avvenendo), però lì dove l’accordo a livello comunale ci sarà tra centrosinistra ed M5s, sarà comunque significativo vedere i risultati che conseguirà nelle urne. Ad una settimana dal termine per la presentazione delle liste, lo scenario sui possibili accordi anche soltanto a livello di singoli Comuni in Puglia non è affatto confortante né per i Dem, né tantomeno per i pentastellati. Infatti, in tutti i Comuni pugliesi con più di 15mila abitanti che andranno al voto il prossimo ottobre, tra cui anche i grandi centri delle altre province pugliesi (Fasano in provincia di Brindisi; Ginosa, Massafra, Grottaglie e San Giorgio Ionico in Terra Ionica; Nardò e Gallipoli in provincia di Lecce; Cerignola e San Nicandro Garganico e, però successivamente, Manfredonia in provincia di Foggia) l’intesa tra centrosinistra, più in particolare Pd, e M5s non sembra abbia trovato finora terreno fertile neppure a livello di singole realtà cittadine. Più facile, invece, appare la possibilità d’intesa nei piccoli Comuni, dove i candidati del M5S possono presentarsi in un’unica lista insieme agli altri candidati del centrosinistra e, quindi, senza il rispettivo simbolo politico di appartenenza. A complicare ancor di più il quadro pugliese per eventuali possibili alleanze tra Dem ed M5S nei Comuni chiamati al voto ad ottobre c’è poi la “variabile Emiliano”, che – come è noto – in alcune grandi realtà, come ad esempio Nardò (Le) o Triggiano (Ba), ma anche in seguito a Manfredonia (Fg) vede la civica “Con”, facente capo direttamente al governatore pugliese, che potrebbe addirittura presentarsi addirittura schierata a sostegno di candidati sindaci non appoggiati dalla lista del Pd. Insomma, una sorte di “minestrone” politico che dopo il voto di ottobre anche in Puglia potrebbe provocare più di un ripensamento, sia livello locale che nazionale, sul futuro dell’intesa tra Pd e M5S soprattutto nei pentastellati.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 28 Agosto 2021

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