Cultura e Spettacoli

Il ‘vulcanello’ di Gravina

I geositi sono beni geomorfologici che presentano elementi di pregio artistico ed ambientale. Dal 1995, col sostegno dell’UNESCO, si raccolgono informazioni su scala mondiale per la valorizzazione di questo patrimonio. In Italia ciò avviene ad opera del Dipartimento Difesa della Natura dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale) in collaborazione con Regioni,  Enti di Ricerca e ogni figura professionale che voglia fare una segnalazione attraverso una scheda che viene compilata on line sul sito dell’ISPRA. Un recente censimento ha individuati ben 440 geositi in Puglia, di cui 87 nel barese ; si ritiene che ricerche più approfondite possano svelarne un altro centinaio. Uno dei più interessanti geositi di casa nostra lo si trova sulla Murgia, al confine con la Lucania. Parliamo del vulcanello di fango che si ‘eleva’ nel territorio di Gravina. Frutto del cosiddetto vulcanesimo sedimentario, i vulcani di fango consistono in piccoli coni di fango alti da pochi decimetri ad alcuni metri che eruttano argilla rammollita da acqua salso-bromo-iodica unita a metano e idrocarburi (bitume, per lo più). Il fenomeno è legato alla presenza di terreni argillosi poco consistenti, intercalati da livelli di acqua salmastra, che sovrastano bolle di gas metano sottoposto ad una certa pressione. Il gas attraverso discontinuità del terreno affiora in superficie trascinando con sé sedimenti argillosi ed acqua, che danno luogo ad un cono di fango, la cui sommità è del tutto simile ad un cratere vulcanico. Il fenomeno assume talora carattere esplosivo, con espulsione di materiale argilloso misto a gas ed acqua che talvolta può essere scagliato a notevole altezza. I vulcani di fango sono abbastanza diffusi in Italia dalla pianura Padana in giù. L’unico vulcanello presente in Puglia è quello di Gravina. L’edificio vulcanico, a forma tronco-conica, è a pianta ellittica (il diametro maggiore arriva a 60 m., quello minore è di circa 35 m). L’altezza arriva anche a quattro metri, quando non viene rasato dai contadini. Mutevole è dunque la morfologia di questo vulcanello, che presenta più crateri, dei quali alcuni si chiudono e altri si aprono. Emette un fango particolarmente denso… Sarebbe il caso di tutelarlo. E’ inaccettabile che bulldozer possano farne scempio per esigenze agricole limitate a meno di un ettaro. E poi mai scherzare con queste cose. A settembre dello scorso anno, a Macalube di Aragona, nei dintorni di Agrigento, due bambini sono morti, sepolti dal fango eruttato da una di queste montagnole. Il padre dei piccoli, sopravvissuto alla tragedia, ha raccontato di un pezzo di terra grande quanto un campo di calcio che si è letteralmente ‘ribaltato’ prima che una colonna di fango alta 40 metri di sollevasse per poi ricadere a sommergere i due innocenti.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 23 Giugno 2015

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