Cultura e Spettacoli

Impercepibile, la bomba sotto i piedi

Fa specie pensare che siano circa sessantamila le bombe e le granate inesplose e rinvenute ogni anno nel nostro paese. I dati del Ministero della Difesa a riguardo dei residuati bellici, soprattutto della seconda guerra mondiale, sono allarmanti. Dal momento che quasi tutte queste armi hanno mantenuto intatta la capacità detonante, il loro rinvenimento può essere traumatico : undici ferimenti gravi nel 2013, già tre nei primi tre mesi del 2014. La portata globale di questa piaga ha spinto l’ONU a battezzare il 4 aprile Giornata Mondiale per la promozione e l’assistenza all’azione contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi. Da noi la stessa Giornata si inserisce in una più vasta campagna di sensibilizzazione che oggi viene presentata nella Sala Caduti di Nassirya a Palazzo Madama. Nel corso della conferenza stampa, moderata dal giornalista Michele Cucuzza e che vede la presenza del Sottosegretario di Stato alla Difesa, On. Gioacchino Alfano e di altri rappresentanti delle autorità preposte alle bonifiche, verrà presentato il volume “Schegge Assassine” di Giovanni Lafirenze (Florestano Edizioni) nel quale vengono ripercorsi cronologicamente i ritrovamenti e gli incidenti più eclatanti relativi agli ultimi dieci anni in Italia. Soffermiamoci su questo contributo tutto pugliese alla causa in oggetto. Giovanni Lafirenze e Florestano Edizioni sono baresi. Il primo è un esperto in bonifiche ambientali da ordigni bellici. La seconda è una piccola e coraggiosa casa editrice che nel 2006 ha deciso di investire in Lafirenze pubblicandone il primo libro : ‘La mia bonifica’. La lettura di ‘Schegge assassine’ mette ansia. E l’ansia non nasce dalla consapevolezza del numero (enorme) di ordigni riportati alla luce ma dall’immaginare il numero ovviamente imprecisato di bombe e granate destinate a dormire per sempre a ridosso dei pilastri di edifici e ponti, del tracciato di strade, tunnel, piste d’atterraggio, gasdotti… E gli ordigni sfiorati dalle benne dei bulldozer durante lavori di scavo e passati inosservati in mezzo a sassi, terriccio, fango, sabbia? Chissà quanti strumenti di morte si seppelliscono involontariamente in discarica. Ha dell’incredibile che una mina anticarro sopravvissuta alla brusca sollecitazione che l’ha riportata in luce possa sopportare i sobbalzi del trasporto sul pianale di un camion e infine il trauma dello scarico una volta a destinazione. Se manovratori, conducenti e utenti della strada fossero consapevoli dei rischi corsi durante il ritorno in vita di quell’arnese infernale… E’ il caso di abusare della buona sorte? ‘Schegge assassine’ è invito al buon senso. Non è ragionevole rischiare la vita (e nel migliore dei casi di rimetterci il portafogli bloccando un cantiere per un mese) quando il problema si può risolvere a monte con una poco costosa bonifica preventiva a cui provvedono gli operatori BCM con mezzi adeguati.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 3 Aprile 2014

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