Cultura e Spettacoli

In angustum contemnenda coacta (11)

Qualche giorno fa, Discutendo di gentiloni, il novello inquilino (molto provvisorio, provvisorio, o della serie: nell’italietta non c’è niente di più eterno che il provvisorio? Booooh!) di “palazzo chigi”, con alcuni Amici, MI sono Soffermato sui “magnanimi  lombi”, dai quali costui discende; sulla sua formazione politica incardinata nella sinistra extraparlamentare, in apparente controtendenza con la sua adolescenziale (essendo il pollastrello di sangue blu non poteva andare diversamente) frequentazione con pedagoghi, nipotini della montessori, e con tenutari di oratori cattolici dai quali ricevette il monito pedagogico, tutto cattolico, in questo senso non renziano, di sussurrare, per assonnare l’uditorio, quando si dicono cose spiacevoli, cose non vere, ovviamente, “spiacevoli”, “non vere”  eufemistici aggettivi, per non dire “stronzate”. Ah, Dimenticavo, il nostro, in accoppiata con agnese moro, la figlia di aldo moro, si  “epifanava” insegnante di catechismo cattolico agli ignari, ai, culturalmente, sprovveduti bambini. Non innocenti, per carità, ché l’innocenza, coralmente intesa, è lo stato infantile in cui l’individuo è appesantito da millenari pregiudizi, dalle sovrastrutture pseudoculturali che gli adulti, organici al sistema dominante, scaricano sulle nuove generazioni. Mentre l’Innocenza, con la I maiuscola, tanto per Capirci, è il Patrimonio che viene Acquisito da Coloro che non Smettono, mai, di MetterSi in Discussione, Riscattandosi da tutte le menzogne, l’incultura, di cui furono oberati nella primeva loro età. L’Innocenza è l’Aurorale Condizione Spirituale che  Incammina, sino alla Soglia del Mistero, l’Uomo verso l’Altro Uomo, per AmarLo, e non ha niente da condividere con l’ipocrita, tra l’altro parolaio, formale, puritanesimo sessuale dei cattolici che frustra, inoculando sinistri sensi di colpa,  quando la Curiosità Motiva, imperiosamente, il Bambino ad AvventurarSi alla Scoperta del Mondo, dopo aver Scoperto di cosa sia fatto il suo corpo, quali le funzioni delle parti, degli organi di esso, affinché quel “corper”, Diventi il “Leib”, cioè il Corpo Segnato da una Storia, o una Storia, “tout court”. Inopinatamente, mentre ero affaccendato nella Elaborazione più Pregnante del Concetto di Innocenza, dal televisore, forse,  per Fortunata Divinazione, tenuto acceso su “Rai1”, MI sono Giunte Note di Inaudita Bellezza dall’ ”Ouverture” della “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni. “Statim” ho Spostato la mia concentrata Attenzione dal “desktop” del mio pc  al “video” del mio apparecchio televisivo e MI Sono Accorto, non senza Maraviglia, che la Sovrana Armonia MI Proveniva dall’aula del “senato della repubblica”, ove da 20 anni a questa parte viene in occasione delle festività natalizie organizzato il “Concerto della Musica”, senza aggettivi di sorta. Negli anni, di cui s’è detto, Orchestre di Immensa Professionalità e Artistica Sapienza, Dirette da Maestri di Fama Internazionale, si sono Avvicendate, nelle circostanze temporali, testé dette, nell’aula della suprema istituzione repubblicana, per fortuna, da un popolo, finalmente, resipiscente, strappata alle mene poco democratiche (mettiamola così) di un tribunicchio gigliato. Quest’anno, Diretta dalla Foggiana Gianna Fratta, si è Esibita l’Orchestra Nazionale del “Sistema delle Orchestre  e Cori Infantili e Giovanili in Italia”.  Che cos’è “El Sistema” (abbreviazione di El Sistema Nacional de Orquestas y Coros Juveniles e Infantiles de Venezuela) ? Creato circa 40 anni fa dal Maestro Venezuelano José Antonio Abreu, Attivo in Italia per iniziativa del Maestro Claudio Abbado, allo scopo di  Sviluppare un Sistema Integrato di Educazione Musicale Pubblica, Diffusa, Capillare, Tale da Garantire l’Accesso Gratuito, Libero ai bambini di ogni ceto sociale. Per  “El Sistema” la Musica (non quella “pop”, “rock”, “rapper”, in generale, “leggera”, “sed” Quella non aggettivata, come sopra ho Puntualizzato) positivamente, Apre, vicendevolmente, gli uni agli altri, strati sociali diversi, latori di visioni del mondo, altrettanto, diverse; Espande, Potenzia, Incrementa la Capacità dell’uomo di Leggere, di Comprendere il Mondo, la Casa in cui abita, di Rispondere, Dialetticamente,  agli accadimenti con cui Esso o Essa lo costringe a misurarsi; Forgia il Cittadino. La Musica (è stato Provato, Dimostrato, Scientificamente), come Consuetudine, Usanza, Esperienza, Abilità d’Insieme., se i più giovani vengono Sollecitati, Educati al Commercio con Essa, li Integra, li Include, li Affratella nel Contesto Sociale e Promuove la Prevenzione, il Recupero di coloro tra essi che rischiano, soprattutto, perché angariati dalla povertà, di inabissarsi nel crimine e nella droga. Non è meno Attenta la Musica nei confronti dei  Portatori delle più disparate disabilità. Dunque, “L’inno alla Gioia” di Beethoven; l’Ouverture della “Cavalleria Rusticana” di Mascagni e del “Nabucco” di Verdi; Brani di Musica Jazz, Composti e Interpretati con la Tromba da Paolo Fresu; “Hallelujah” di Cohen, Intepretata da Paola  Turci. E, poi, il Coro di “Voci Bianche” e il Coro delle “Mani Bianche”, Composto da Bambini con disabilità acustiche che hanno Interpretato alcune Canzoni con il “Linguaggio dei Segni”, indossando guanti bianchi. Insomma, in un’aula istituzionale, con tanti scranni vuoti, dove posano il culo i rappresentanti di un popolo, che si merita quei culi, non foss’altro per averli, irresponsabilmente, a tanta immeritata Altezza elevati, per qualche ora è Aleggiata la Gentilezza della Speranza  ché quei Bambini dei Cori e quell’ Orchestra Formata di Giovani, non tatuati, non orecchinati, non con i capelli rasta, non con codini di sorta, con i Volti di Leggiadra, Gioiosa Severità, Originata da Studio Salvifico (considerati i contesti sociali, da cui non pochi di loro provengono) per l’Arte Musicale e da Studi Quotidiani di ore e ore su Spartiti di Opere di Grandi Compositori e da Esercitazioni con gli Strumenti Musicali di Loro Elezione, ha Fornito l’Idea della Società Perfetta,  Forgiata da Cittadini di Grande Intelligenza, non importa se sprovvisti o grecati di semplice diploma o di diploma di laurea, che Danno il Meglio di Sé, non “pro Se”, “sed Pro Bono Publico atque Publica Concordia”. A proposito di diplomi di laurea, s’è fatto in questi giorni un inutile baccano per il diploma di laurea, di cui sarebbe privo il “curriculum” di valeria fedeli, la nuova ministra del “miur”(ministero dell’istruzione, che più non istruisce; dell’università, diventata, appena, appena, un discreto liceo; della ricerca, finanziata con il contagocce, ché con la ricerca non si mangia, per parafrasare un ex ministro berlusconiano dell’economia e del bilancio). E che male c’è ? Francesco De Sanctis, Benedetto Croce, che, pure, furono Ministri della Pubblica Istruzione, non erano laureati, non avevano “pezzo di carta alcuno”, a patto di Chiarire che il Primo Frequentò la Scuola di Basilio Puoti in Napoli, nella Quale il Grande Giacomo, che non era laureato, ma aveva Utilizzato, per Essere Leopardi, i settemila volumi della Paterna Biblioteca,  Fece  qualche Letteraria Escursione; il Secondo fu Fortunato Ospite della Casa dello Zio, il Filosofo, Eminente Economista, Silvio Spaventa, Frequentata dalla più Europea Intellettualità Italiana. Per chiara Fama il Primo fu Chiamato ad Insegnare Letteratura Italiana nell’Università di Zurigo; il Secondo Filosofia nell’Università di Napoli. Il mio Preside di Liceo, Angelo Cardone, e l’ultimo vescovo della diocesi bitonto – Ruvo, aurelio marena, si Laurearono con Benedetto Croce. Allora, i pennivendoli della carta stampata o i gracchianti dei media televisivi, avrebbero alla valeri dovuto chiedere, non dove si fosse laureata; non se si fosse o meno laureata, ma, per Essere, proficuamente, Responsabile del Destino Culturale della Nazione, su quanti, quali  Libri avesse Costruito la sua Cultura. Ché essere stata segretaria nazionale dei lavoratori tessili non l’abilita, assolutamente, all’Alto Incarico, a cui l’hanno promossa, non si capisce per quali oscuri motivi, mattarella e gentiloni. E non possedeva “pezzo di carta” alcuno, Giuseppe  Di Vittorio, bracciante agricolo di Cerignola, che fu Segretario Generale della “CGIL” del dopoguerra; Parlamentare Comunista, con la schiena dritta, in grado di dissentire da togliatti per i”fatti di Ungheria”; che Scriveva ad un signore, tal conte giuseppe pavoncelli, di vedersi costretto, a difesa della sua Dignità Politica, a rifiutare un suo omaggio natalizio: ”… per la mia situazione politica non basta l’intima coscienza della propria onestà. E’ necessaria, e Lei m’intende – anche l’onestà esteriore”. Per la difesa della sua dignità politica la valeri non poteva essere più attenta nel non commettere “l’errore lessicale”, di cui straparla il suo “staff”, grazie al quale, diciamo, s’è fatta, falsamente, passare per laureata ? Per ritornare al conte gentiloni silverj (per la plebe solo gentiloni, ché non si accorgesse dal doppio cognome che egli non aveva nulla da spartire con essa), Dicevo ad alcuni miei Amici, come ho Anticipato nell’ ”Incipit” di questo mio Scritto, che non è una novità la sua giovanile appartenenza, inusuale per un nobile, alla sinistra extraparlamentare, i suoi comizi con mario capanna, storico professionista del ’68, con due vitalizi da antica data del secolo scorso, che, però., in una intervista confessa di non essersi, mai, accorto di lui, “senza carisma,  amico di morfeo”. Comunista era il marchese enrico berlinguer; giorgio napolitano, “re giorgio”, non solo perché abitò per troppi lunghi 9 anni il “quirinale”, il palazzo  dei papi e dei regnanti “savoia”, ma, anche, perché (fonte: da “internet”, articolo di Cristiana Lavatelli Farina) era figlio della contessa di napoli, carolina bobbio, dama di compagnia delle regina maria josé, e, forse, del principe, poi, re Umberto II; il nobile luchino visconti. Comunista, comunque, di sinistra, anche,  extraparlamentare una masnada, che comprendeva l’editore feltrinelli, di grandi, medi, piccoli borghesi che, “quantum mutati temporibus mutatis”!, si affrettarono a dichiarare, (una specie di “coming out” politico) di non essere stati, giammai, comunisti. Vedano i miei 25 Lettori l’approdo di napolitano al “gurrrafondaismo”, al “menrtorismo” di renzi e alle di lui sciagurate riforme. E non è una novità della nostra miserabile contemporaneità il trasferimento nell’antica roma, con armi e bagagli, di rampolli della classe aristocratica, patrizia, della classe degli “homines novi”(omologa della contemporanea grande borghesia) alla classe dei plebei, con lo scopo di appropriarsi del “tribunato della plebe”, magistratura creata nel 494, all’incirca 15 anni dopo la fondazione di roma. I plebei, stanchi dei soprusi, delle prepotenze, delle prevaricazioni delle “gentes” patrizie, abbandonarono in massa roma, ritirandosi sull’aventino il “monte sacro”. Fu menenio agrippa a convincerli a rientrare in città, utilizzando il famoso apologo sul corpo umano: come  tutti gli organi del corpo sono importanti, ugualmente, per la vita dell’uomo, così tutte le classi in roma avrebbero dovuto cooperare  all’unisono per la sua potenza bellica e per la sua prosperità. In cambio, la plebe, senza alcun diritto, senza alcuna possibilità di adire a cariche pubbliche, finalmente, ottenne dai patrizi che fosse creata una carica pubblica, il “tribunato della plebe”, i cui titolari potessero avvalersi della sacrale inviolabilità e che fossero eletti dai “comitia populi tributa” (in cui il popolo votava per tribù). Questa carica nel corso dei secoli assunse un’importanza ed un potere talmente grandi che alcuni patrizi ricorsero ad espedienti per riuscire a conseguirla. Ad esempio: si iscrivevano in una tribù plebea; il nobile clodio si fece adottare da un ramo plebeo della sua famiglia e così fu in grado di candidarsi, con successo, alla carica. Mentre alcuni imperatori, a cominciare da augusto, si fecero investire di codesta carica, per cui il vincitore di antonio si nomò “caesar augustus, tribunus plebis, imperator, divus”, pretendendo la “proskinesis (genuflessione) dai ricchi e dai poveri, contando sulla inviolabilità riservata alla carica di tribuno, di cui s’era fatto investire, che comportava la pena capitale comminata a chiunque si fosse azzardato a violarla. Per Concludere, amaramente, dalla cosidetta “svolta di salerno” nell’aprile del 1944 (con la quale togliatti, “confortato” dal non negoziabile “dktat” di stalin, prese l’iniziativa finalizzata a trovare un compromesso, che consentisse la formazione di un governo di unità nazionale, al quale avrebbe partecipato il “pci”), il “centro democratico” del pci, riempito, zeppo di nobili come berlinguer, napolitano e di notabili rappresentanti dell’italiettino “terzo stato” (delle professioni, dell’industria, del commercio, della “boiardia” statale e privata”), di compromesso  in “compromesso storico”, cambiando,”in progress”, nome al “partito dei lavoratori” (pci, poi, pds, poi, ds, poi, pd) l’ha reso il partito del baciapile renzi e del pronepote del conte ottorino vittorio gentiloni (di papa pio X fiduciario, mentore del patto, che da lui prese il nome, con giolitti, il ministro della malavita, per l’ingresso dei cattolici in politica, da pio IX a tanto impediti con il “non expedit”). L’orologio della Storia riportato indietro all’italietta liberal – predemocristiana e, in seguito, clerico- mussoliniana  e, infine, democristiana ?

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano      


Pubblicato il 20 Dicembre 2016

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