Primo Piano

In arrivo le nomine per il rinnovo del consiglio alla Camera di Commercio

La ripartizione dei seggi, per il rinnovo dei componenti nell’assemblea della Camera di Commercio di Bari e Bat, è stata stabilita da oltre un mese, però il decreto del Presidente della Giunta regionale, che definisce il nuovo assetto interno al parlamentino dell’Ente barese di corso Cavour per il prossimo quinquennio, è pienamente efficace solo da lunedì scorso. Infatti, il decreto presidenziale regionale in questione è il n. 361 del 26 maggio 2016, pubblicato il giorno successivo alla firma di Michele Emiliano, che con tale atto ha ottemperato al potere conferitogli dalla legge di riforma delle Camere di commercio del 1993, ovvero la n. 580. Ma vediamo nei particolari quale sarà la composizione del prossimo consiglio della Cdc di Bari. E, quindi, come sono stati distribuiti i rappresentanti delle diverse categorie produttive e professionali che concorrono prevalentemente a sostenere l’Ente camerale delle province di Bari e Bat. Una Cdc che, come si ricorderà, risulta essere per numero di iscritti (complessivamente circa 80mila imprese) tra i cinque più grandi enti camerali italiani, dopo quello di Milano, Roma, Torino e Napoli. Nel nuovo consiglio camerale di Bari e Bat il settore “Agricoltura” potrà contare su una rappresentanza di 3 seggi, di cui 1 assegnato alla Confederazione italiana agricoltori (Cia) e 2 alla Coldiretti (Cd Puglia); il settore “Artigianato” avrà 4 rappresentanti, di cui 2 in quota alla “Confartigianato” (la nota organizzazione artigiana di Bari che faceva capo al defunto fondatore on. Antonio Laforgia) e 2 da assegnare ai rappresentanti di una cordata composta da Cna, Confapi, compagnia delle Opere e Confcommercio; il settore “Industria” vede assegnati 5 seggi da ripartire secondo un accordo interno ad un unico soggetto richiedente formato dall’apparentamento tra Confindustria, Confapi, Compagnia delle Opere e Confcommercio; anche per il settore “Commercio” la ripartizione degli 8 posti spettanti a questa categoria sarà effettuata internamente al solo soggetto richiedente, composto dall’apparentamento delle sigle di Confcommercio, Confesercenti e Compagnia delle Opere; al settore “Servizi alle imprese” andranno 4 seggi, anche qui da suddividere all’interno di una cordata, unica richiedente l’assegnazione, composta da Cna, Confcommercio, Confindustria, Confesercenti e Compagnia delle Opere; per il settore “Cooperative” l’unico seggio è stato attribuito alla “Confcooperative”; i 2 seggi del settore “Turismo” sono stati assegnati al soggetto di sigle apparentate composto da Confcommercio, Confcooperative e Confesercenti; al settore “Spedizioni e Trasporti” sono stati riconosciuti 2 seggi da assegnare secondo una ripartizione interna all’apparentamento delle sigle di Anita, Confcommercio e Confindustria; ai settori  del “Credito” ed “Assicurativo” andrà un solo seggio assegnato all’apparentamento effettuato tra Abi ed Ania; alle organizzazioni sindacali l’unico seggio spettante, questa volta, andrà ad un rappresentante della Cgil; un solo rappresentante anche per le “Organizzazioni dei consumatori” che vede apparentate l’Associazione consumatori, Codacon, Federconsumatori, Unione consumatori e Casaconsumatori; un solo rappresentante anche per il mondo delle “libere professioni”. Questo in definitiva l’elenco dei 33 seggi che comporranno l’Assemblea camerale dell’ente di corso Cavour fino al 2021 e che risulta aumenta di un’unità rispetto a quella uscente, che era invece formata da 32 membri. La novità consiste nell’aggiungersi dal prossimo consiglio del rappresentante delle “Libere professioni”, come previsto dalla legge nazionale del 2015 sull’assetto interno delle Camere di commercio. Una prima sorpresa consiste nel fatto che l’assemblea camerale barese conserverà sostanzialmente ancora per un quinquennio il precedente numero complessivo di componenti (oltre il nuovo aggregato in quota alle “libere professioni”), anziché ridursi a 27 unità, come da più parti ipotizzato in base al numero complessivo delle imprese iscritte per il 2016. A giorni è in arrivo anche il decreto del governatore Emiliano che elencherà i nomi dei designati in consiglio per ciascun settore, secondo le indicazioni fornite dalle stesse organizzazioni di categoria o gruppi di sigle apparentate e che, a suo tempo, hanno presentato richiesta di ammissione nel parlamentino della Cdc. Tra i nomi certi, secondo indiscrezioni, ci sono quello del presidente uscente, Alessandro Ambrosi, ed una “new entry” di Confindustria, Domenico De Bartolomeo, che – sempre secondo qualche bene informato – dovrebbero essere poi coloro che guideranno la Cdc per il prossimo quinquennio, rispettivamente nel ruolo di presidente da riconfermare per Ambrosi e di nuovo vice per De Bartolomeo. Invece, tra i nomi che non faranno più parte del consiglio camerale ci sono di sicuro quello di Luigi Farace e Giuseppe Margiotta, le cui rispettive sigle di appartenenza (Federcommercio ed Unimpresa), questa volta, non hanno neppure presentato domanda di ammissione al nuovo consiglio. E’ possibile che, non essendo stato ridotto il plenum dell’Assemblea, il numero dei componenti della nuova giunta camerale resti invariato, vale a dire a 10 unità, anziché a 4 come previsto dal citato riordino del 2015 effettuato dal governo Renzi. Ciò che, invece, non resterà sicuramente invariato per i prossimi amministratori della Cdc di Bari e Bat sarà il compenso che, secondo quanto prevede la “legge Madia” del 8 Agosto del 2015 per le Pubbliche Amministrazioni, nel caso dei componenti, sia di giunta che di consiglio camerale, l’incarico sarà a solo titolo “onorifico”, tranne un’indennità di presenza di 30 Euro a testa, per ciascuna seduta assembleare e di giunta. Quindi, gli amministratori della Cdc barese che dovrebbero essere nominati entro il 13 luglio prossimo (data oltre la quale scatterebbe, in caso di ritardo, il commissariamento) si troveranno a percepire meno di quanto oggi compete ad un consigliere di uno dei cinque Municipi di decentramento amministrativo del Comune di Bari che, come è noto, percepisce un gettone di 37,50 Euro, per ciascuna seduta di consiglio o commissione. Un paradosso, a dir poco, ridicolo se si considerano le differenti peculiarità dei due ruoli e, soprattutto, le diverse e più gravose responsabilità di natura erariale che, a differenza dei consiglieri municipali, incombono sugli amministratori camerali. Ma, come spesso accade, in Italia non ci sono mezze misure anche quando le riduzioni o eliminazioni di indennità possono sembrare giustificate. Infatti, paradossi ed eccessi non mancano mai. Ed, in questo caso, nel confronto a guadagnare ancora  troppo sono sicuramente i consiglieri municipali baresi.          

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 30 Giugno 2016

Articoli Correlati

Back to top button