Cronaca

In campo il sindacato: “Il contributo a scuola è volontario….”

I primi a partire in quarta con lettere e comunicati inviati anche ai giornali sono stati genitori e rappresentanti degli studenti dell’Istituto ‘Ettore Majorana’ di Bari, ma a quanto pare la questione sollevata non riguarda solo quella scuola, se negli ultimi giorni si sono rivolti alle organizzazioni sindacali come la Flc/Cgil diversi genitori. I quali, fa sapere il segretario Flc/Cgil Claudio Menga, <> Il caso, insomma, è esploso con fragore, anche perché, giova ribadirlo immediatamente, i contributi richiesti alle famiglie per l’iscrizione dei propri figli rappresentano solo, e null’altro possono rappresentare, che semplici  “erogazioni liberali” e, come tali, non possono che essere   volontarie, giammai obbligatorie. Nel merito, con particolare riferimento alla legge 296/2006  (cd finanziaria per il 2007) vale la pena di rammentare che, per legge, l’istruzione è obbligatoria per dieci anni – Il comma 622 della suddetta legge, recita: “L’istruzione impartita per almeno dieci anni è obbligatoria ed è finalizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di eta’. L’eta’ per l’accesso al lavoro e’ conseguentemente elevata da quindici a sedici anni”. Subito dopo, lo stesso  comma 622 continua: “Resta fermo il regime di gratuità ai sensi degli articoli 28, comma 1, e 30, comma 2, secondo periodo, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226”. Non minor attenzione richiede anche la circolare ministeriale AOODPPR N. 1007 a firma del Capo dipartimento dell’Ufficio 1 del MIUR dott. Giovanni Biondi recita che: “ il mancato pagamento dei contributi non può in alcun caso comportare il diniego della frequenza scolastica, in quanto ciò lederebbe il diritto allo studio, costituzionalmente garantito”. Ecco spiegato il motivo per cui la Flc/Cgil ha immediatamente contestato ogni richiesta e imposizione  alle famiglie di contributi obbligatori per l’espletamento delle attività curriculari e di quelle connesse all’assolvimento dell’obbligo scolastico. Per la fase successiva all’obbligo, pur convenendo che non è “illegittimo” che le scuole richiedano un contributo, è <<…da censurare ogni tentativo di pretendere obbligatoriamente il contributo, magari persino subordinando alla richiesta l’iscrizione, l’esame o altra prestazione, ovviamente fatti salvi i rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie medesime (quali ad es: assicurazione di studenti per RC e infortuni, gite scolastiche, etc.) giammai per le ordinarie spese di funzionamento  (fotocopie, materiale didattico o altro)>>. Conclusione? Il segretario Menga s’è rivolto direttamente al Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale, mettendo in rilievo <>, chiedendo di garantire a tutte le famiglie il diritto di iscrizione dei propri figli, prescindendo dal contributo come condizione necessaria per l’iscrizione e di valutazione a qualunque titolo del rendimento scolastico. Per semplificare: va bene chiedere contributi agli studenti per sostenere la scuola, ma esso deve essere assolutamente rimesso alla libera decisione di ogni famiglia. Il caso è chiuso…

 

Francesco De Martino

          

 


Pubblicato il 1 Marzo 2013

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