Cultura e Spettacoli

In difesa di Bona, tra storia e novella

A distanza di quasi mezzo millennio dalla sua morte, non si spegne l’interesse verso Bona Sforza, di sicuro il più alto personaggio femminile della storia della nostra città. Nel florilegio di studi, convegni e pubblicazioni dedicati alla Duchessa di Bari si inserisce un libro edito da Adda col contributo del Comune di Capurso e della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia. Giuseppe Dibenedetto, Angela Agnusdei e Angela Police sono gli autori di un testo che vuole aggiungere qualcos’altro al tanto già detto (ma non ancora a sufficienza) a proposito della figlia d’Isabella d’Aragona e di Gian Galeazzo Sforza. Giuseppe Dibenedetto si sofferma sul valore di una mostra itinerante che tra il 1999 e il 2000 è stata ospitata nei due castelli tra cui si divise l’esistenza di questa straordinaria donna, quello di Cracovia e quello di Bari. In quella circostanza, attraverso l’esposizione di un ricco e in parte inedito materiale documentario e di preziosi manufatti artistici provenienti da archivi e musei,  si volle illustrare il clima culturale delle corti dove si svolse la vicenda umana e politica di Bona, con particolare attenzione verso il periodo barese. Angela Police, invece, con lodevole puntualità studia di mettere ordine nelle complicatissime vicende dinastiche di Sforza, Aragona e Jagellone che portarono Bona a diventare prima Duchessa di Bari e poi Regina di Polonia. Esce dal coro Angela Agnusdei il cui contributo, che dà anche titolo al volume (‘Bona Sforza tra storia e novella’), si distingue per originalità. Qui infatti si cerca di “penetrare nella mente e nell’anima della protagonista” facendo spesso ricorso all’immaginazione e all’utilizzo della “prosa parlata”. Con spiccato senso di solidarietà femminile l’autrice si schiera in difesa di una donna bersagliata da libellisti assoldati da “coloro che disapprovavano la sua azione di governo perché lesiva degli interessi personali per il venir meno di privilegi consolidati nel tempo”. La Agnusdei chiama Bona a difendersi nel corso di un serrato contraddittorio con un immaginario Accusatore. L’istruttoria si chiude con l’espressione di fiducia con cui l’imputata si affida al “tribunale della Storia”. Poi, all’interno di un’ideale Camera di Consiglio, ascoltati Cronisti reputati onesti, la Storia firma la sentenza di assoluzione, dove si sfata la “leggenda nera” che animi mossi solo da “invidia, livore ed egoismo” tagliarono addosso a una donna “venuta da lontano” e gratuitamente accusata di “molte nefandezze”. Anche là dove si allontana dall’espediente teatrale , Angela Agnusdei non rinuncia ad una partecipazione ‘letteraria’ ed accorata della parabola terrena di Bona Sforza. Modalità, queste, che sono nelle corde dell’insegnante capursese ; un suo spettacolo (‘Racconto di una vita. Omaggio a Bona Sforza’) è stato rappresentato a Cracovia e suoi alunni hanno condotto uno studio in tema : La storia del territorio di Capurso ai tempi di Isabella e Bona Sforza’. Nel complesso un volume utile, ben illustrato e arricchito da una appendice documentaria che tra l’altro consente di apprezzare la grafia della Duchessa in una lettera indirizzata al Capitolo di San Nicola e nella quale dalla remota Polonia la Regina con “acerbissima riprensione” incarica gli Ufficiali di Giustizia di Bari di rendere giustizia a una povera orfana danneggiata da chierici scorretti.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 10 Gennaio 2014

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