In dubbio il futuro lavorativo di 200 famiglie
Come già avvenuto due anni fa, il conflitto alla Bridgestone di Bari si riaccende. Nel 2013, infatti, venne sottoscritta un’intesa per evitare la chiusura dell’impianto dove lavorano circa un migliaio di operai che, da un lato, prevedeva un investimento pari a 31 milioni di euro in parte finanziato con soldi pubblici (tramite il coinvolgimento di Invitalia) per la riconversione dello stabilimento nella produzione di pneumatici “general use” ma dall’altro, prevedeva invece la riduzione dei volumi produttivi: dai 5milioni a 2 milioni 200 mila pneumatici, la riduzione del personale di circa 377 unità da attuarsi attraverso la mobilità volontaria e una riduzione del costo del lavoro pari a 4.187 milioni di euro (intervenendo su una serie di fattori sia a tempo determinato che in modo strutturale e definitivo come l’esodo incentivato di 377 dipendenti entro dicembre 2015). Inoltre il piano aziendale prevedeva tagli salariali fino a 300 euro in meno al mese in busta paga, stop ai premi di produzione, indennità, scatti di anzianità e “multe” di 15 euro per ogni giorno di malattia “per combattere l’assenteismo” si è giustificata l’azienda. E tutto ciò non è piaciuto ai sindacati che hanno visto questa manovra come un tentativo di cancellare i diritti dei lavoratori “riducendo lo stabilimento peggio di una fabbrica cinese”. Domani quindi è previsto un incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico a Roma con i vertici della multinazionale e le rappresentanze sindacali. Il consigliere regionale di Forza Italia – Domenico Damascelli – in merito alla trattativa da discutere ha dichiarato che: << Altri 187 lavoratori rischiano di essere licenziati entro l’anno e gli stipendi potrebbero subire l’ennesima sforbiciata, arrivando a sfiorare i 1000 euro mensili. Sono queste le ragioni della mia preoccupazione sulla vertenza Bridgestone di Modugno ed è per questo che ho richiesto l’audizione dell’assessore regionale allo Sviluppo Economico tenutosi in IV Commissione”>>.Inoltre <
Maria Giovanna Depalma
Pubblicato il 23 Settembre 2015