Cultura e Spettacoli

In Fiera per il “mangiar bene e consapevole”

Ci sono quelli che hanno gridato al sacrilegio. Se si comincia così, dicono, fra un poco in Fiera, dopo il cinema, avremo il luna park permanente e poi l’albergo, il campo di calcetto… che resterà allora dell’originale spazio della Campionaria? La polemica nasce dal fatto che da qualche giorno, e in mezzo a roventi polemiche a proposito di permessi e agibilità, Eataly, il gruppo fondato da Oscar Farinetti e che si ispira alla cultura del ‘mangiar bene e consapevole’, ha messo radici a Bari, occupando ben ottomila metri quadri del perimetro monumentale della Fiera. La grande struttura, che nulla ha alterato dell’originale architettura, presenta un disegno originale e all’avanguardia, a metà strada tra il fast food e la stazione aeroportuale. Questi quindici luoghi di ristorazione affacciati sul mare e corredati di ‘aree didattiche emozionali’, birrificio, piadineria e quant’altro si annunciano come una sfida in un’area, come quella di S.Cataldo-S.Girolamo-Fesca caratterizzata da un’offerta ristorativa di grana grossa (paninoteche mobili, rosticcieri ambulanti, angurai, pizzerie senza pretese…). Una sfida dalle dimensioni imponenti : milioni di investimento per ben duecento posti di lavoro. Solo a ragion veduta si può investire tanto. Eppure, si dirà, quella della Fiera è tra le aree meno popolose e ricche della città… Evidentemente Farinetti e soci hanno ragioni ben solide per credere nella valorizzazione di quest’area. La prima cosa che ci viene in mente è che sia meno lontano di quanto si creda il momento per il Lungomare IX Maggio di andare incontro a quel radicale restiling di cui si parla da anni e che dovrebbe farlo assomigliare a un secondo Pane&Pomodoro. Ma torniamo agli alti lai dei puristi di cui in apertura. Se la nostra Campionaria ha fatto il suo tempo sul piano del pensiero fieristico, più che mai indigna che tanta superficie (parliamo di quasi un chilometro quadrato) debba restare a morire per buona parte dell’anno. Sono lontani anni luce i giorni in cui la Fiera durava due settimane occupando ogni angolo dello spazio disponibile. Il presente è quello di una manifestazione che si trascina per appena otto giorni e che un’edizione dopo l’altra lascia sempre più padiglioni inutilizzati. E Bari ha fame di luoghi dove girare film, fare teatro, musica, sport… Un quartiere fieristico permanentemente impiegato e a vario titolo e che conservi all’Ente Fiera lo spazio strettamente necessario, non dovrebbe avere alcunché di scandaloso. Scandalo, semmai, è stato finora aver snobbato tanta possibilità al prezzo di un danno notevole al progresso culturale e anche all’occupazione.

Italo Interesse


Pubblicato il 1 Agosto 2013

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