Cultura e Spettacoli

In ginocchio per gridare : Basta!

Che succede quando si viene premiati? I luoghi comuni si sprecano. Il vincitore irrora di champagne il pubblico, leva il alto una coppa, sostiene con ambo le mani una targa  all’altezza del petto…. Sabato scorso nell’Anfiteatro di Lecce si è tenuta la prima edizione dello spettacolo ‘Notte di note’. Nel corso della serata sono stati consegnati importanti riconoscimenti a personaggi di eccellenza. Per ciascuno di essi il campionario di cui sopra: sorrisi, strette di mani, flash… Poi la sorpresa : Chiamato a ricevere il suo premio, un attore s’inginocchia. Tu credi voglia fare come quei calciatori che ringraziano il buon Dio d’aver loro regalato la gioia del gol (e il dolore dello stesso agli avversari). Macché, il gesto ha tutt’altro e polemico intento. E siccome chi protesta cerca adesione, ecco il Nostro invitare il pubblico a fare altrettanto condividendo la posizione supplice. E adesso facciamo chiarezza : il premiato è Ippolito Chiarello, raffinato teatrante pugliese. Oggetto della protesta, le ricadute pratiche della scadente opinione che l’uomo della strada ha dell’artista. Ai tempi di Molière gli attori non avevano diritto alla sepoltura in terra consacrata, ancora nell’ultimo dopoguerra l’Arma dei Carabinieri non ti accettava se scopriva che tra i tuoi bisnonni c’era stata una chanteuse o un ‘fine dicitore’. Oggi si tollera l’artista, cui solo in caso di larga popolarità si perdona l’essere in sostanza un esibizionista scansafatiche, un fastidioso ‘originale’, un potenziale nemico del Sistema. Si tollera l’artista ma gli si nega il titolo di lavoratore, nel senso che il contributo fiscale previsto a suo carico è particolarmente pesante, assai più che nel caso di altre categorie di lavoratori e con la prospettiva di una pensione miserrima. E’ vero, il futuro pensionistico si annuncia plumbeo per tutti, ma per attori, musicisti,cantanti, registi questo futuro minaccia di non arrivare mai. I continui tagli alla voce ‘cultura e spettacolo’ della spesa pubblica stanno assottigliando le possibilità di lavoro per una categoria già tradizionalmente votata ad un basso profilo di vita e perciò costretta a restare in attività sino ai limiti della risorsa fisica. Dietro il preteso ‘miracolo genetico’ di molti teatranti che sorridono in scena a ottant’anni suonati, si legga la disperazione di non avere come tirare il fiato. Senza la legge Bacchelli che prevede l’erogazione di un assegno straordinario vitalizio a quei cittadini che si sono distinti nel mondo della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport ma che versano in stato di indigenza, avrebbero fatto la fine dei clochard personalità come Salvo Randone, Alda Merini, Dario Bellezza, Saverio Strati…). Il gesto di Ippolito Chiarello, al di là della sua naturale ‘teatralità’, merita attenzione e rispetto.
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Pubblicato il 4 Ottobre 2011

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