Cultura e Spettacoli

In giro per Bari Bizantina di Nino Lavermicocca

Con l’appuntamento di “Bari Bizantina” si è conclusa la prima fase della rassegna VisitArte organizzata dalla Soprintendenza Archivistica (Palazzo Sagges, strada Sagges, 3) in collaborazione con il Presidio del Libro Musiche & Arti – Centro Studi Storici Artistici e Musicali. La formula, che prevede la presentazione di volumi seguita dalle visite guidate nel centro storico di Bari, proporrà nuove date dopo il periodo estivo. La conclusione della prima fase ha visto protagonista l’archeologo barese Nino Lavermicocca, che ha parlato dei suoi tre volumi della serie Bari Bizantina (Capitale mediterranea; 1071-1156 il declino, 1156-1261: Bisanzio dopo Bisanzio; Edizioni di Pagina, 2010). I volumi sono stati presentati dalla Soprintendente Archivistica per la Puglia Maria Carolina Nardella. Dalle note di presentazione del più recente volume: “Con il terzo ‘Bari bizantina’ si conclude la trilogia dedicata al periodo più pregnante, vivo e nello stesso tempo sofferto della storia della città di Bari. Prima capitale del Mezzogiorno d’Italia, centro del potere politico e amministrativo dell’Impero bizantino in Occidente (Catapanato d’Italia), poco mancò che Bari perdurasse nel suo primato adriatico e mediterraneo nei confronti di Venezia ducale e di Palermo normanna. Con un colpo di genio, mentre le sue fortune declinavano e si eclissava l’astro di Costantinopoli al cui riflesso prosperava, Bari seppe sostituire il primato religioso a quello politico, nel segno della traslazione delle reliquie di Nicola, il santo dal colore spiccatamente orientale”. Lavermicocca ha ricordato che Bari ha la sua ragione d’essere nella sua cultura bizantina. “Quest’anno il ‘castrum catapanale’ di Bari, coincidente con l’attuale Cittadella Nicolaiana, compie mille anni. Bari è stata la capitale dell’Italia meridionale dall’876 al 1071. Dal 560 fino al 1100 ha fatto parte della Langobardia. Per la prima volta, nell’Italia meridionale, riecheggia il termine Italia dopo l’età romana. Se non avessimo avuto la città bizantina non avremmo avuto neanche la Cittadella nicolaiana e l’idea di Bari come un ponte tra Oriente e Occidente”. L’archeologo ha tracciato le fila dei siti bizantini di Bari: oltre al Catapanato, le chiese dell’attuale Palazzo Simi e di San Demetrio (forse l’attuale San Gregorio), l’ospizio di Santa Sofia, probabilmente sito nell’ora Palazzo Dottula, dove si trova un frammento dell’Anastasis, un tema iconografico dell’arte bizantina , rappresentante la discesa di Cristo al Limbo. “Il catapano a Bari era molto importante, perché rappresentava il rinnovamento delle funzioni dell’esarca di Ravenna. Dal IX secolo le funzioni dell’esarca passano allo stratega (capo militare) a Bari, Tursi e Reggio Calabria. Successivamente, anche se permane la figura dello stratega, viene inviato il governatore – dal 976- in Puglia, Lucania e Calabria. La corte del catapano ha la stessa importanza dei palazzi comunali. L’area del pretorio fu sostituita dall’attuale basilica”. L’appuntamento si è concluso con la visita guidata a Palazzo Simi condotta da Maria G. D’Arcangelo (Soprintendenza Archivistica). Info: Soprintendenza Archivistica per la Puglia (Strada Sagges, 3 Bari; tel 080.5789411) | www.arteinpuglia.it | www.presidi.org
 
Mariapina Mascolo
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 7 Giugno 2011

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