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In piazza contro incertezze e indecisioni croniche sul fronte scuola

Un sit-in proprio innanzi alla sede del governo regionale pugliese sul lungomare Nazario Sauro domani pomeriggio, a partire dalle diciassette in punto, per chiedere a gran voce che si faccia chiarezza sul futuro della scuola, in Puglia. Per gli attivisti del movimento “Priorità alla Scuola Puglia” non ci sono dubbi di sorta: “Combattere i virus occorre tenere aperte le scuole, perché è solo con la consapevolezza che si possono adottare comportamenti responsabili”. Beh, tutto questo è mancato finora: ordinanze che hanno trasformato un diritto costituzionale in un servizio a richiesta, provvedimenti settimanali che portano scompiglio nelle organizzazioni delle scuole e delle famiglie, un piano operativo per la riapertura in sicurezza delle scuole ancora in via di approvazione e una narrazione populista ed ansiogena, anziché, una libera e pubblica fruizione di dati scientifici, assenza di un serio potenziamento dei servizi sanitari territoriali e del trasporto pubblico. Ed è quanto accaduto finora nella Regione governata da Emiliano, che sarà in zona arancione fino al 31 Gennaio prossimo. Qui nel tacco d’Italia la panacea di tutti i mali è stata, finora, la chiusura delle scuole. Secondo il DPCM le scuole secondarie di secondo grado sarebbero dovute rientrare in presenza al 50% (anche in zona arancione), con un piano trasporti realizzato ad hoc dai prefetti per evitare il sovraffollamento dei mezzi, ma qualcosa è andato storto in Puglia, viste le due ordinanze regionali a firma di Emliano, che ne hanno posticipato l’attuazione. A dirla tutta il governo regionale lascia spazio a narrazioni spaventose, anziché rassicurare ed informare i propri cittadini con dati reali e come già dichiarato pochi giorni fa, questo clima non favorisce il lavoro del personale della scuola e tantomeno un sereno proseguo del percorso di studi degli alunni e delle alunne di ogni ordine e grado. <<Il rinnovo della possibilità scegliere se mandare o meno i figli a scuola per le scuole primarie e secondarie di primo grado ha portato ad un inasprimento delle misure restrittive messe in atto da parte di alcuni docenti e dirigenti scolastici, che sempre utilizzando la pressione psicologica, di fatto tendono a penalizzare chi rientra a scuola in presenza: tantissime le segnalazioni quotidiane sulla nostra pagina e, per quanto cerchiamo di aiutare tutti, notiamo una certo “arbitrio fantasioso” nell’attuare l’ordinanza regionale>>, chiosano gli attivisti che saranno domani in piazza per una scuola bella e sicura come prima. Invece a fare le spese di decisioni a capocchia e raffazzonate sono, come al solito, i soggetti più deboli; <<…vedere alunni con disabilità frequentare aule senza compagni di classe ci ha fatto tornare indietro di 20 anni sul piano dell’ inclusione. Se il clima di collaborazione instaurato fra le scuole e le famiglie all’inizio dell’anno scolastico non dovesse trovare un equilibrio di reciproco rispetto, saremo costretti a segnalare gli istituti inadempienti all’Ufficio Scolastico Regionale. Le Scuole aperte sono un antidoto alla diffusione dei virus, anche quello della paura che impedisce di comportamenti ragionevoli. Il libero accesso ai dati epidemiologici è un diritto per i cittadini che non possono più accettare provvedimenti “alla cieca”, il ritornello di chi pretende chiarezza sulla nostra istituzione scolastica. Insomma, in Puglia è necessario isolare e contenere il virus della paura prima del covid-19. E come si “cura” la paura? Con la conoscenza dei fatti e la valutazione dei dati. Come curare la paura se i luoghi dove nasce la conoscenza, ovvero le scuole, vengono associate a narrazioni errate e di fatto continuano ad essere chiuse per le superiori e socchiuse per le altri gradi? Come superare i timori, se i dati sui contagi scolastici rimangono un tabù e per molti la parola ‘quarantena’ è associata a ‘sicuro contagio’? La situazione di epidemia durerà purtroppo ancora a lungo, si suppone e il rischio zero appare ancora come una chimera: fino a quando dovranno farne le spese le ultime generazioni?

 

Francesco De Martino

 

 

 


Pubblicato il 21 Gennaio 2021

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