Cronaca

In piazza i dipendenti della Casa di Cura ‘Vittorio Emanuele’

Continua la protesta dei lavoratori organizzati nel sindacato Unione Sindacale di Base-Lavoro Privato Puglia, operanti presso la struttura Vittorio Emanuele di Via Napoli a Bari, gestita dalla Cooperativa Sociale Progetto Vita in concessione da parte dell’ASP Riunite Terra di Bari. Da diversi mesi i lavoratori, per l’esattezza dal mese di settembre, svolgono la propria attività percependo solo alcuni acconti sugli stipendi (della tredicesima nemmeno l’ombra). Per di più, nel mese di Dicembre la Cooperativa Società “Progetto Vita” ha avviato le procedure di licenziamento e riduzione oraria, alimentando lo stato di confusione e preoccupazione che ormai regna sovrano e che, per la sola abnegazione degli stessi Lavoratori, non si ripercuote sugli utenti. A questo proposito, è bene evidenziare, altresì, che da quando si è insediata la Cooperativa Progetto Vita non è stato fatto alcun intervento per migliorare la struttura ed offrire un servizio di più alta qualità agli utenti. La cooperativa, nonostante i numerosi tentativi da parte della scrivente e dei Lavoratori di affrontare le problematiche predette, persevera in una condotta di assoluto rifiuto del benché minino dialogo finalizzato a scongiurare i licenziamenti ed al contempo, atto a garantire un più qualificato servizio agli ospiti. Sabino De Razza, segretario Usb-Puglia s’è già rivolto all’ASP Riunite Terra di Bari, chiedendo di verificare e controllare il rispetto del contratto di concessione e, se è il caso, di interrompere l’applicazione dello stesso. Ai Consiglieri Regionali e Comunali, di recarsi in loco per verificare in prima persona le condizioni di lavoro, ascoltando anche i parenti degli utenti. E così per martedi 9 gennaio è stato proclamato un giorno di sciopero, proprio per denunciare la situazione in cui versano i lavoratori della casa di riposo alla periferia nord del capoluogo a causa del comportamento tenuto negli ultimi mesi dalla Coop ‘Progetto Vita’ che, avviando le procedure di messa in mobilità e riduzione oraria, ha gettato nel panico lavoratori e lavoratrici che, come detto, da mesi non percepiscono gli stipendi ma solo acconti, a seguito delle denunce degli stessi dipendenti. Per loro e le loro famiglie sarà una settimana bollente, quella che sta per entrare, con ventidue lavoratori che rischiano di ritrovarsi per strada nell’indifferenza totale di molti sindacati e la totalità dei politici locali.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 3 Febbraio 2018

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