Cronaca

In piazza i lavoratori della telefonia: “Tim unisce, Tim non si divide”

Ogni giorno più affollate le piazze di tutta Italia: lavoratrici e lavoratori pugliesi di Tim con lo slogan “Tim unisce e non divide” sciopereranno quest’oggi, a partire dalle dieci in punto a Bari in piazza Prefettura, contro le ipotesi di scorporo della rete, per l’unicità dell’azienda, a difesa della tenuta occupazionale. I sindacati del settore insieme alle Confederazioni dopo mesi di estenuanti confronti col Governo di Mario Draghi, ma anche con istituzioni e vertici della società di comunicazione e telefonia, non ricevendo risposte garantiste per i lavoratori e per il Paese, hanno rotto gli indugi e sono passati alla protesta di piazza. E’ bene anche sapere che l’iniziativa di mobilitazione, di respiro nazionale, vedrà le lavoratrici e i lavoratori della società di comunicazioni protestare sotto le sedi di tutte le prefetture dei capoluoghi di regione, lungo l’intero Stivale. I rappresentanti dei lavoratori in una nota hanno anche fatto sapere che si tratta di un momento di lotta contro <<l’ennesimo tsunami>> che sta travolgendo l’azienda; una vera valanga che rischia di impoverire sotto il profilo strategico l’Italia, generare ulteriori fibrillazioni nei vertici aziendali – ormai da tempo caratterizzati da cambiamenti continui e con essi da Piani Industriali avviati e poi accantonati., con ripercussioni negative, sia sui bilanci, sia sul patrimonio umano e di competenze attualmente presenti all’interno di Tim. Il progetto della rete unica di nuova generazione doveva rappresentare il futuro per la società telefonica, cosa che oggi invece, sembrerebbe si possa realizzare soltanto passando per il suo smembramento. Se così fosse si indebolirebbe l’intero sistema delle TLC e la stessa Azienda ex monopolista, ove si considera l’assenza di un progetto di rete del Paese. Tutto ciò in questa fase indotta dall’emergenza sanitaria che ha ritrovato un Paese in grave ritardo infrastrutturale con gravi ricadute sul quotidiano, in particolare per quanti svolgevano attività, non solo lavorative, da remoto. Come sindacato, i rappresentanti della più grande società telefonica nazionale ritiene la separazione della Rete una scelta non garantista per chi lavora, scarsamente lungimirante e di tenue tenuta, sotto tutti i punti di vista: la frammentazione rende tutti più deboli e più esposti alle speculazioni e alle scalate ostili. <<Purtroppo il tempo non gioca a nostro favore e l’appuntamento del prossimo 2 marzo, fissato per la riunione del Consiglio d’Amministrazione Tim, viene visto con preoccupazione in quanto lo stesso potrebbe approvare la definitiva separazione della rete e lo smembramento del Gruppo Tim. Un’operazione che appare prettamente finanziaria e disinteressata al futuro dei Lavoratori e della digitalizzazione nel nostro Paese>>, si legge nelle note sindacali che circolano già da qualche giorno. E tutto ciò -ancora più grave…- accade nel silenzio più assordante del Governo. Il diritto alla Connessione è un diritto universale e non può essere delegato a tanti piccoli investitori privati attirati dalle risorse del PNRR e privi di una visione globale e di prospettiva. Insomma, il Paese ha bisogno di una crescita infrastrutturale strategica, cosa che la frammentazione non garantisce in alcun modo. E vale la pena anche di ribadire che una rete moderna inclusiva ed universale garantirebbe il perimetro occupazionale di Tim e quello dell’indotto che conta ulteriori decine di migliaia di lavoratori, in Puglia complessivamente circa 4mila. <<Tim unisce il Paese, Tim non si divide>> il grido dei lavoratori stamane dinanzi alle porte del palazzo di Governo, a Bari.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 23 Febbraio 2022

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