Cronaca

In Puglia crollano gli stipendi e aumenta l’indice di povertà

Peggio di noi solo la Sicilia con un indice di povertà pari al 55,4%, seguono la Puglia con il 47,8% e la Campania con il 46,1% contro una media nazionale ferma al 28,7%. E’ quanto emerge dal rapporto dell’Istat sulle condizioni di vita e reddito che in Italia ha registrato i dati peggiori. In Puglia la povertà è cresciuta del 7,5% ovvero tre pugliesi su dieci sono a rischio esclusione e vivono in condizioni di deprivazione materiale più che doppi rispetto ai residenti nelle altre regioni italiane. Nel 2015 in Italia si stimano dunque 17 milioni 469 mila persone indigenti, numeri che vedono gli obiettivi prefissati dalla Strategia Europea 2020 contro la povertà ancora lontani: entro il 2020, infatti, il nostro Paese dovrebbe ridurre di 4 milioni 587 mila gli individui a rischio. La situazione si aggrava nel meridione dove quasi la metà dei residenti è povera e a rischio esclusione sociale. A questo c’è da aggiungere che in Italia la disuguaglianza tra redditi è la maggiore d’Europa collocandosi, nella graduatoria della Unione Europea, alla sedicesima posizione assieme al Regno Unito (meglio di noi nella distribuzione del reddito ci sono Cipro, Portogallo, Grecia e Spagna). Di conseguenza  aumenta anche la distanza (in termini di reddito)  tra ricchi e poveri. I primi, infatti, percepiscono in media un reddito superiore dalle 4,6 alle 4,9 volte rispetto a coloro che si trovano in una delle seguenti condizioni: rischio di povertà, grave deprivazione materiale, bassa intensità di occupazione. Il lavoro, infatti, al meridione è sempre più scarso e soprattutto mal retribuito: questo si evince dalla classifica annuale pubblicata da ‘Geography index 2016’ sulle retribuzioni medie regionali nel settore privato. La Puglia scivola al diciassettesimo posto in Italia, tra gli indici di retribuzione annua lorda più bassi: un pugliese guadagna circa l’86,6% della retribuzione media italiana, meno dell’88,1 registrato nel 2015. Nell’ambito degli stipendi nelle 110 province italiane, la prima pugliese si colloca al 74esimo posto: si tratta della provincia di Bari, con 26 mila 189 euro di stipendio seppur con oltre 200 euro in meno rispetto al 2015 (26mila 436 euro). Seguono gli stipendi della provincia di Brindisi al 79esimo posto (25mila 843 euro), quelli della provincia di Foggia all’81esimo posto (25 mila 822 euro), quelli della provincia di Barletta-Andria-Trani all’85esimo posto (25mila 399 euro) mentre la provincia di Taranto si colloca al 102esimo posto con una retribuzione annua di 23mila 842 euro. Ma il risultato più triste è quello della provincia di Lecce, ultima in Italia con uno stipendio medio di 23mila euro. Situazione similare anche per altre città del Sud come Palermo e Napoli con stipendi medi oltre i 27mila euro ma di gran lunga inferiori rispetto ai salari della città di Milano, prima in classifica, con uno stipendio medio di 34mila414euro ben 11mila 413 euro in più rispetto a quanto percepito in un anno da un cittadino leccese. Infine si calcoli che il costo della vita nel nostro Paese è maggiore rispetto ad altri dell’UE tanto che in Italia un cittadino, per soddisfare i suoi bisogni basilari, sborsa l’83,8% dello stipendio che su un salario di 1.410 euro equivale a 39,4 euro al giorno; a differenza della Germania dove il costo della vita è pari a 37,2 euro giornalieri (il 43,2%) su uno stipendio mensile medio di 2.580 euro. Questo perché tra gli oneri economici che pesano sui cittadini italiani ci sono le cosiddette utenze (luce, gas, acqua), l’IVA e le accise statali sui prodotti come la benzina, tutte in continuo aumento nonostante la netta diminuzione degli stipendi.

Maria Giovanna Depalma


Pubblicato il 7 Dicembre 2016

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