Primo Piano

In Puglia il 10% del personale sanitario non è ancora vaccinato

Obbligare per legge alla vaccinazione anti-Covid tutto il personale sanitario, prevedendo l’inidoneità per reparti a rischio di coloro che non si sottopongono a tale profilassi, oltre il procedimento disciplinare e la sanzione pecuniaria sino a 5.000 euro, è ciò che suggerisce a tutte le altre Regioni italiane il presidente della Commissione regionale pugliese al “Bilancio e programmazione”, Fabiano Amati del Pd, promotore in Puglia della legge sull’obbligo vaccinale anti-Covid a carico degli operatori sanitari. Infatti, ha dichiarato Amati: “Suggerisco a tutte le Regioni italiane di fare come abbiamo fatto in Puglia”, perché “la legge pugliese – ha evidenziato Amati – proposta da me e approvata dal Consiglio regionale qualche settimana fa, ha ampliato alla vaccinazione anti Covid l’obbligo già introdotto nel 2018 per tutte le altre vaccinazioni”. Un obbligo, ha ricordato Amati, costituzionalmente legittimo, poiché “la normativa pugliese fu sottoposta al vaglio della Corte costituzionale, su impugnazione del Governo nazionale, e giudicata legittima con sentenza n. 137 del 2019, relatrice all’epoca l’odierno ministro alla Giustizia, Marta Cartabia. Superando, quindi, con favore il giudizio di costituzionalità della “Corte delle leggi”. Secondo il Presidente della commissione regionale al Bilancio “in questa materia bisogna usare la mano pesante” poiché nei fatti, “per quanto assurda possa sembrare la realtà di un operatore sanitario”, coloro che nel comparto della Sanità non si sottopongono a vaccinazione anti Covid, e quindi che al posto di curare potrebbero infliggere malattie, sono ancora molti. “Nessuno – ha proseguito Amati – può avere il diritto di scegliere per sé una condotta in grado di far ammalare i pazienti che ha in cura”, perché “nella ampia gamma delle libertà non c’è infatti quella di decidere la sorte sanitaria degli altri”. Perciò, per il presidente della I Commissione regionale, Amati, “un’organizzazione sanitaria regionale che non sappia dunque preservare il valore collettivo della pratica vaccinale, per cui è la vaccinazione di tutti che ci mette a riparo, perde in partenza la sua funzione di cura”. E, ha concluso Amati, “per questo motivo fondamentale, cioè l’osservanza al parametro della solidarietà sociale, mi pare disgustoso dover commentare vicende di focolai Covid accesi nei reparti ospedalieri da sanitari irresponsabili”. Anche se in verità, a detta di alcuni esperti in materia sanitaria e sulla profilassi vaccinale in particolare, la somministrazione del vaccino avrebbe efficacia su colui che è sottoposto ad inoculazione, rendendolo immune al contagio, però non escluderebbe a priori che il soggetto vaccinato possa a sua volta essere contagioso e, quindi, portatore sano del virus. In altri termini, gli operatori sanitari vaccinati non correrebbero il rischio di essere contagiati, ma potrebbero contagiare, se portatori sani dell’infezione. Per cui, anche se vaccinati, sarebbe comunque necessario tener sotto controllo costante gli operatori sanitari che per ragioni professionali vengono a contatto con pazienti non ancora immunizzati. Tuttavia, per la cronaca, ricordiamo che in Puglia, nonostante la disposizione Amati introdotta lo scorso febbraio, coloro che tra gli operatori sanitari non si sono ancora sottoposti all’inoculazione del vaccino anti-Covid sono circa il 10% del totale. E, benché l’adesione da parte del personale sanitario alla campagna vaccinale possa considerarsi già elevata, – da quanto è dato sapere – finora non ci sono stati casi di trasferimento, sia perché al momento la norma non è stata ancora promulgata, sia perché la somministrazione del vaccino da parte delle Asl è tuttora in corso. Infatti, da quanto si apprende da fonti sanitarie, prima di applicare la disposizione Amati, che – come già detto – prevede la sanzione e il trasferimento ad altro reparto, o mansione, di chi non è ancora vaccinato anti-Covid, si sta provvedendo a richiamare questi ultimi per la somministrazione del vaccino. Anche se nel frattempo, – stante sempre ad informazioni interne alla Regione Puglia – è già intervenuto il dipartimento Salute che, con una circolare inviata alle Asl, ha invitato a trasferire temporaneamente gli operatori sanitari non vaccinati dai reparti ospedalieri dove vengono gestiti casi Covid o sospetti. Ad ogni modo, ciò che occorre– a detta degli esperti – per ridurre i rischi è sì vaccinare tutti gli operatori sanitari a loro tutela, però è parimenti importante procedere ad ampliare le fasce di popolazione da sottoporre a vaccinazione anti-Covid nel minor tempo possibile. E ciò per far sì che il virus non si espanda nei contagi e, contemporaneamente, il vaccino possa aver il suo effetto nei tempi giusti. Ossia prima che l’epidemia dilaghi ed il virus muti nelle sue possibili varianti, perché taluni mutamenti – sempre a detta degli esperti – potrebbero non essere bloccati dai vaccini in via di somministrazione. Infatti, è comunque fondamentale lo studio degli antivirali e la scoperta di cure appropriate per vincere definitivamente la battaglia dell’umanità contro il Covid.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 16 Marzo 2021

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio