In Puglia il “campo largo” di Schlein e Conte è a geometria variabile
Alla Regione il partito di “Azione" è considerata forza di opposizione, invece per le recenti amministrative di Foggia e quelle di Bari e Lecce del 2024 è da ritenere parte della coalizione progressista
Il centrosinistra pugliese non ha ancora concluso i festeggiamenti per la vittoria alle amministrative di Foggia di domenica e lunedì scorsi con la formula del “campo largo”, che alla Regione Puglia lo stesso “campo”, per ora, si è ristretto sul rinnovo dei presidenti delle Commissioni permanenti. Infatti, mentre nel Capoluogo dauno la neo sindaco pentastellata Maria Aida Episcopo è stata eletta al primo turno – come è noto – grazie al sostegno di un’ampia coalizione formata, oltre che dal Pd, M5S, alcune civiche ed alle altre tradizionali sigle di sinistra, anche dagli “azionisti” di Carlo Calenda e dai renziani di “Italia viva”, appena quattro giorni nell’aula regionale barese di via Gentile il “campo largo” dei progressista si è ristretto, non confermando il consigliere Fabiano Amati, coordinatore pugliese di “Azione”, dalla guida della I Commissione, ossia quella al Bilancio. In altri termini, il gruppo consigliare del partito di Calenda, composto dallo stesso Amati e dai colleghi Ruggero Mennea e Sergio Calenda, è stato sostanzialmente estromesso dalla spartizione di maggioranza dei presidenti delle Commissioni, poiché ritenuto non organico alla stessa. Per la cronaca ricordiamo che gli odierni tre esponenti di “Azione” alla Regione nel 2020 stati eletti rispettivamente nel Pd due (Amati e Mennea) e uno (Clemente) in una civica di Emiliano. Perciò, non essendo stati più considerati in maggiorana, il Pd ha preteso di riprendersi la presidenza della Commissione inizialmente assegnata ad Amati, a suo tempo in quota dem. Infatti, il posto di Amati nel rinnovo andrà alla consigliera Lucia Parchitelli del Pd. In tale vicenda, però, il paradosso politico consiste nel fatto che, per l’occasione, a dichiararsi fuori dalla maggioranza che sostiene Emiliano non è stato il gruppo di “Azione” con i suoi esponenti, bensì il blocco di coalizione facente capo a Pd ed M5S che ha deciso di ritenere i tre consiglieri calendiani non di maggioranza. Da non dimenticare, però, che il consigliere Clemente a maggio scorso non è stato più sfiduciato dalla carica di segretario d’Aula in quota maggioranza, a cui era stato designato ad inizio della legislatura in quanto candidato e poi eletto, nel 2020, in una delle liste civiche di Emiliano. Perciò, se “Azione” non è da considerare forza di Maggiorana, allora anche a Clemente avrebbe dovuto essere riservato lo stesso trattamento di Amati, come era stato pure richiesto inizialmente, quando a dicembre scorso si era costituito il gruppo di “Azione”. Ma ancor più inspiegabile è il fatto che i tre neo esponenti di “Azione” vengono considerati fuori della maggioranza quando in realtà hanno continuato anche ultimamente votare a favore del Bilancio presentato dalla giunta Emiliano ed insieme ad esso hanno continuato a votare anche gran parte dei provvedimenti governativi regionali. Quindi, dopo tali rilievi, verrebbe da chiedersi quale è l’effettivo perimetro della maggioranza alla Regione Puglia? Un interrogativo, questo, che si pongono in molti non solo tra gli addetti ai lavori della politica, ma anche tanti comuni cittadini che di politica non sanno granché, ma che di certo sono dotati di un buono spirito di osservazione e buon senso. Ma c’è di più! Infatti, tranne che a Brindisi, dove – come è noto – gli esponenti locali dell’area di Calenda sostengono il sindaco forzista eletto la scorsa primavera, Pino Marchionna, il partito di “Azione” è presente a tutti i tavoli del “campo largo” dei progressisti che si stanno formando in Puglia, in vista delle amministrative del 2024, a cominciare da quelli di Bari e Lecce, per condividere la scelta dei nomi da candidare a sindaco nelle realtà che andranno al voto e farli eleggere in maniera analoga a quanto accaduto recentemente a Foggia. Però, stante a quanto accaduto in quest’ultima settimana alla Regione, con il rinnovo dei presidenti di Commissione, c’è da ritenere che il “campo largo” pugliese dei progressisti sia a geometria variabile, poiché i centristi del partito di Calenda (ma verosimilmente anche per quelli di Matteo Renzi) sono da considerare, per il Pd di Schlein ed il M5S di Conte, dentro o fuori della coalizione progressista, a seconda delle circostanze e, quindi, anche delle “poltrone” a disposizione per la suddivisione interna al “campo largo”, ma dai contorni ancora molto variabili. Ma se è realmente questo il quadro politico pugliese, allora non è neppure da escludere che in futuro alla Regione qualcuno di quelli che ora è considerato esponente di opposizione, indipendentemente dai programmi ed atti votati, in seguito lo si possa anche ritrovare, senza sorprendersi tanto, nell’esecutivo di Emiliano. Perché in Puglia, evidentemente, la politica non si fa essenzialmente su idee e programmi, ma soltanto sulle poltrone da spartirsi ed occupare. Quo usque tandem?
Giuseppe Palella
Pubblicato il 27 Ottobre 2023