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In Puglia la raccolta differenziata aumenta ma la Tari non diminuisce

La raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani in Puglia è cresciuta notevolmente ma la Tari, ossia la tassa di raccolta e smaltimento, continua comunque inevitabilmente ad aumentare. Tra i primi a denunciare questa anomali ed a dichiarare l’insostenibilità per utenti-contribuenti di una simile situazione vi sono i sindaci dei Comuni pugliesi che negli ultimi anni hanno dato grande impulso alla raccolta differenziata nelle rispettive realtà. Infatti, con una nota della sezione pugliese dell’Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani), i Primi cittadini della nostra regione che si sono tutti particolarmente impegnati con le rispettive comunità a contenere le tariffe della Tari, ora non possono che ammettere anch’essi: “noi abbiamo fatto i ‘compiti a casa’ con coraggio e determinazione, senza lasciarci intimorire dalle scadenze elettorali e dai detrattori politici, sempre pronti a raccogliere polemiche fin troppo facili e sterili”. Però, “ancora una volta, arriva il momento di predisporre i Piani economico-finanziari della Tari ed arrivano, puntuali, le cattive notizie: aumenta il costo dei conferimenti in discarica (tutte gestite da privati); aumenta, a cascata, il costo di conferimento dell’organico (anche per l’impianto che in teoria sarebbe pubblico, ma che annuncia ulteriore chiusura di sei mesi con conseguente rincaro dei costi relativi); aumenta l’ecotassa”. Quindi, “in queste condizioni, – si sottolinea anella nota dell’Anci-Puglia – tenere ferma la Tari diventa un’impresa impossibile”. E da tale ineludibile constatazione parte “il grido di dolore dei sindaci pugliesi per la situazione divenuta insostenibile per Comuni e cittadini” e, quindi, l’appello da parte degli stessi che “é ora che ciascuno si assuma le proprie responsabilità, per riuscire a chiudere definitivamente il ciclo dei rifiuti in Puglia, senza perdere altro tempo”. Nella nota dell’Anci-Puglia si legge anche che i sindaci sono “in attesa di risposte in merito al Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani”, su cui avevano pure proposto osservazioni, puntuali e circostanziate, provenienti dai territori. Ma, ad oggi, – evidenziano i Primi cittadini pugliesi –  “nessun riscontro, nonostante gli impegni assunti”. E, dopo una breve sintesi su ciò che- a dire dell’Anci-Puglia – servirebbe per bloccare almeno gli aumenti continui della Tari, il grido di dolore dei sindaci pugliesi si conclude: “Abbiamo dato il massimo impegno e continueremo a garantirlo, ma vogliamo risposte immediate. Perché sono quelle che i nostri cittadini pretendono da noi. Non siamo più disposti a pagare e sopportare colpe non imputabili a noi”. Allora di chi la colpa? E’ questa la domanda spontanea e che si pongono i comuni cittadini-contribuenti, che negli ultimi anni nella nostra regione sono stati illusi che, con l’introduzione di una raccolta differenziata spinta, come è accaduto negli ultimi due anni anche a Bari, le tariffe della Tari avrebbero subito un significativo abbattimento ed invece, nella migliore delle ipotesi, queste non vengono aumentate, sentendosi ride che la Tari non è aumentata (o è aumentata di poco) proprio perché è stata introdotto il sistema di raccolta differenziata. Invece ad avere le idee chiare sulle ragioni per cui la Tari aumenta in Puglia anziché diminuire, come avrebbe dovuto essere in base alle prospettive ed alle promesse fatte da molti sindaci alle comunità interessate, è il capogruppo di Direzione Italia alla Regione, il fittiano Ignazio Zullo, che con una nota ha affermato: “L’aumento della Tassa dei Rifiuti non riguarda un singolo caso legato a una singola discarica” e l’aumento “è’ il certificato della fallimento della gestione dei rifiuti in Puglia sotto ogni aspetto, a cominciare da quello degli Aro  che avrebbero dovuto accorpare i servizi di raccolta per più Comuni e, invece, così non è” perché “ogni Comune si avvale di una ditta  pur distando pochi chilometri dal paese vicino, ditte che spesso non operano neppure in regime di concorrenza nonostante l’Italia abbia recepito la normativa europea che lo prevede espressamente”. Quindi, ha sottolineato Zullo, “é chiaro che se le aziende operassero in un regime di concorrenza, invece che di quasi monopolio, i prezzi dei servizi scenderebbero e di conseguenza anche la Tari”.E, continuando, il capogruppo di Dit in Consiglio regionale aggiunge: “se la differenziata cresce e quindi i pugliesi si stanno impegnando di più – nonostante i disagi di avere in casa più recipienti per i rifiuti – è un controsenso che la Tari non solo aumenti, ma non vi sia nessun tipo di beneficio per i cittadini che non solo devono provvedere a separare la plastica, il cartone, il vetro etc.” e “di questa differenziata devono guadagnarci altri”. Per Zullo, invece, occorrerebbe potenziarele isole ecologiche e dare facoltà ai cittadini di conferire i rifiuti riciclabili, per ottenere in cambio un compenso o uno sconto sulla Tari. In tal modo – sempre per il capogruppo di Dit – aumenterebbero anche i volumi della raccolta differenziata e, di conseguenza, i cittadini avrebbero anche una tassazione diminuita, dovendo smaltire solo l’organico e l’indifferenziato. “Invece, – ha concluso Zullo – si va avanti in una gestione che tampona, che non risolve e che invece di rendere più pulite le nostre strade e città le rende sporche”. Infatti, ha rilevato in fine Zullo, alla Regione Puglia si è pensato alla creazione dell’Agenzia (ndr – l’Ager-Puglia) per il rifiuti, reclamizzata da Emiliano che, anziché rimediare ai problemi dello smaltimento troppo esoso dei rifiuti nei nostri territori, risolve verosimilmente soltanto le “emergenze clientelari” del governatore pugliese. E, quindi, quelle del “business dei rifiuti” piuttosto che dei fin troppo tartassati utenti-contribuenti di un servizio sempre più costoso per le collettività, ma sicuramente molto più soddisfacente per chi lo gestisce.

 

Giuseppe Palella

 

 


Pubblicato il 6 Febbraio 2019

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