Cronaca

In Puglia l’epicentro delle energie rinnovabili

La regione Puglia al centro della produzione per le energie rinnovabili, ora se ne può parlare contando su qualcosa in più che semplici intendimenti, visto che proprio in Puglia ben 396 progetti sono ancora fermi a causa dell’eccessiva burocrazia. E così un progetto per trasformare la Puglia in un “Hub del Mediterraneo per le Rinnovabili” è stato rilanciato dalla Confederazione italiana della piccola e media industria privata (Confapi) dopo l’inaugurazione del Parco Eolico di Taranto e il via libera della Regione a una accelerazione sulla messa a terra di impianti per la produzione di energia verde. Insomma, l’obiettivo è di rendere la Puglia regione leader in Italia sul fronte delle energie rinnovabili. “Abbiamo messo a fattor comune il miglior know how e sul territorio insistono aziende sane e solide che già operano con successo nel settore energia. Puntiamo all’eolico offshore e all’idrogeno verde. Il primo ha un impatto ambientale minimo ed una elevata capacità di produzione, il secondo è il miglior sistema di storage per l’energia prodotta e presto potrà essere utilizzato come combustibile anche per i trasporti. Chiediamo al Governo di sburocratizzare sburocratizzare e sburocratizzare. Nient’altro. Tutto il resto possiamo farlo da soli e in fretta. In Puglia, del resto, sono ben 396 i progetti che ancora aspettano di poter giungere a meta. “Tempi brevi e certi sono l’unica via per dare all’Italia la possibilità di rendersi indipendente dal gas russo e dare un futuro più green alle nuove generazioni”, spiega Carlo Martino, presidente Confapi/Puglia. Ora i numeri: il 95% delle richieste di grandi impianti di rinnovabili (principalmente solare ed eolico) è incentrata su 4 regioni italiane: Puglia (47%), Sicilia (17%), Sardegna (16%), Basilicata (15%). A nord di Firenze, se escludiamo il Friuli Venezia Giulia, c’è meno dell’1%. Insomma, su queste quattro regioni servono quindi piani straordinari di dettaglio da parte del Governo. La pianificazione per aree idonee sarà altrimenti largamente insufficiente. Per i grandi impianti bisogna puntare ad una transizione omogeneamente distribuita”, chiarisce l’ing. Martino che chiede un sistema centrato sul Meridione d’Italia che alimenta l’energivoro Nord. Un tema questo su cui la politica tutta si deve attivare presto e senza altri indugi. Quello delle energie rinnovabili e, in particolare, degli impianti fotovoltaici è uno dei pochi settori che, grazie all’onda green che giunge da Bruxelles, non sta soffrendo la crisi causata dalla pandemia da Covid-19. Un settore promosso a livello mondiale, europeo, nazionale, ma che viene ancora osteggiato incomprensibilmente a livello regionale, mentre il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha annunciato il raggiungimento di un accordo tra i capi di Stato e di governo in merito al nuovo obiettivo climatico dell’Ue: ridurre del 55% le emissioni nette di CO2 entro il 2030. Tuttavia, queste direttive green sembrano non essere colte appieno dalla Regione Puglia, non tenendo a quanto pare nel debito conto il benessere distribuito, senza intaccare le attività agricole, né tanto meno deturpare il paesaggio laddove gli impianti eolici sorgono al posto di ruderi e capannoni industriali dismessi. E non è finita. Stando a studi e ricerche specifiche sul tema, anche il fotovoltaico non comporta mutazioni dello stato dei siti oggetto di costruzione degli impianti, anzi in molte circostanze produce effetti benefici sull’ecosistema, con la possibilità di utilizzare le aree interne agli impianti non sfruttate per captare l’energia solare, per scopi agricoli. Non resta che esprimere parere positivo sull’esigenza di semplificazione burocratica e sulla necessità di mappare il territorio, cercando di attirare nuovi investitori nella nostra terra e non facendo perdere ai cittadini pugliesi opportunità di crescita.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 27 Aprile 2022

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