Cronaca

In Puglia non si escludono eclatanti sorprese anche per le amministrative

Sono 47 i Comuni pugliesi chiamati domenica ad eleggere il sindaco ed a rinnovare i rispettivi consigli comunali. Di questi 14 sono realtà con più di 15mila abitanti, per cui nel caso non si riuscisse ad eleggere il Primo cittadino al primo turno, in quanto nessuno dei candidati in lizza  riuscisse ad ottenere il 50% + 1 dei voti validi, gli elettori potrebbero essere chiamati nuovamente alle urne, per il turno di ballottaggio, domenica 24 giugno. Mentre per i restanti Comuni pugliesi chiamati al voto il nome del Primo cittadino sarà deciso a turno unico, e quindi già domenica. Comunque i test elettorali più significativi per le sigle politiche d’importanza nazionale, vale a dire M5S, Lega, Forza Italia, Pd, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia, in Puglia si effettueranno in primis nei due Comuni capoluogo, Barletta e Brindisi, e a seguire in altri grandi centri, come Altamura, Monopoli ed Acquaviva delle Fonti in provincia di Bari, Bisceglie nella Bat, Francavilla fontana, Carovigno ed Oria nel brindisino, San Nicandro Garganico in Capitanata. Le attenzioni maggiori, però, saranno sicuramente riservate a Barletta e Brindisi non solo perché città capoluogo di provincia, ma anche perché in entrambi i centri uno dei pilastri della coalizione di centrodestra, la Lega, corre fuori dello schema tradizionale. Infatti, nella Città della Disfida la Lega si presenta da sola con un proprio candidato sindaco, Ruggero Basile, mentre a Brindisi sostiene, in coalizione con Fdi ed Nci, un candidato sindaco, Massimo Ciullo, non sostenuto da Forza Italia, che in alleanza con l’Udc ha invece un proprio esponente, Roberto Cavalera. Gli unici Comuni pugliesi dove la Lega si presenta nella coalizione classica di centrodestra sono Monopoli e San Nicandro Garganico. Invece il M5S, lì dove è presente con la propria lista, viaggia da solo con un proprio candidato sindaco. Nel centrodestra pugliese si registrano situazioni di anomalia anche per il partito di Silvio Berlusconi che, oltre a registrare le citate spaccature con il partito pugliese di Matteo Salvini, presenta in qualche importante Comune, come ad esempio Altamura, divisioni al proprio interno, in quanto una costola significativa del partito nella provincia di Bari (quella che fa capo all’ex senatore Massimo Cassano ed al consigliere regionale Gianni Stea) presenta una propria lista civica, a sostegno di un candidato sindaco diverso da quello della coalizione di Forza Italia e Lega. Però, sotto osservazione nei grandi centri pugliesi non solo soltanto il M5S ed i partiti tradizionali del centrodestra (lì dove sono presenti), ma lo sono soprattutto le forze di centrosinistra e il Pd, in particolare, che in Puglia alle politiche del 4 Marzo scorso ha registrato uno dei suoi risultati peggiori a livello nazionale. Situazione, questa, che si è riflessa anche sulla mancata presenza in alcuni importati Comuni pugliesi della lista con la sigla nazionale del partito, come è accaduto – ad esempio – a Bisceglie, dove i candidati Dem ha preferito presentarsi sotto l’insegna di liste civiche locali piuttosto che con la sigla nazionale del partito. Insomma, in diversi Comuni pugliesi i Dem, temendo una replica del risultato assai negativo riportato alle recenti elezioni politiche, hanno scelto di camuffarsi in liste locali. E ciò, forse, anche in funzione di poter avere eventualmente “mani libere” nel gioco delle alleanze o di un possibile ballottaggio. In ogni caso, è noto che le elezioni amministrative hanno sempre avuto una loro particolarità, poiché difficilmente riflettono (soprattutto nei centri medio-piccoli) le tendenze politiche nazionali dei partiti. Infatti, a determinare le sorti elettorali delle comunali sono molto spesso i nomi di coloro che scendono in campo, sia come candidati a sindaco che per formare le liste dei candidati consiglieri. Ciò non toglie, però, che (soprattutto nei grandi centri) la politica nazionale riesce in alcuni casi ad influenzare comunque l’andamento delle consultazioni locali. Ed è per questo che, anche in Puglia, i riflettori per il voto di domenica prossima sono puntati quasi tutti sui Comuni con più di 15mila abitanti e, in particolare, sui due capoluogo di provincia. Però, questa volta, l’interesse maggiore per gli osservatori politici è forse rivolto, oltre che ai soli risultati dei singoli partiti, alle possibili alleanze che si costituirebbero in caso di ballottaggio. Infatti, alla luce del nuovo scenario politico nazionale che vede alla guida del Paese un Governo “giallo-verde”, le sostanziali ed effettive novità anche nel quadro delle amministrative di domenica si potranno riscontrare ancor di più agli eventuali ballottaggi. E ciò al netto di quasi certe sorprese non solo in termini di consenso al primo turno, ma anche di apparentamenti nell’eventuale secondo turno di scelta del sindaco.

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 9 Giugno 2018

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