“In ritardo i fondi per il Sud del masterplan di Renzi”
Il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd), intervenendo in diretta alla trasmissione televisiva “Coffee Break”, su “La7”, ha rilevato che “nel Paese, nel Pd e anche in Parlamento sono in tanti ad essersi ritrovati tra gli apolidi”, perché “le vecchie correnti non esistono più e questo é un bene perché il dibattito é diventato più vero”. Però, “resiste ancora il correntone messo su da Renzi, che aveva promesso, invece, un partito aperto e senza correnti”. Ed anche in tale occasione il deputato pugliese del Pd, che da qualche tempo è tra i maggiori tifosi del governatore Emiliano in una possibile scalata alla segreteria nazionale del partito, non si è fatto sfuggire l’opportunità per spiegare le ragioni di questo suo improvviso “amore” politico verso colui che poco più di tre anni fa, quando presidente del Consiglio era Enrico Letta (Pd), lo stesso Boccia aveva duramente criticato per talune considerazioni politiche sul governo, rilasciate da Emiliano nel 2013, in qualità di sindaco di Bari, durante l’intervento alla cerimonia inaugurale della Fiera del Levante. Infatti, ha affermato il presidente della Commissione Bilancio di Montecitorio alla trasmissione mattutina de “La7”, “Emiliano ha la capacità di mettere insieme i
tanti apolidi delle correnti, non per crearne una nuova ma per far tornare il Pd un partito contendibile, in cui ci si può confrontare liberamente, potendosi esprimere anche quando non si é d’accordo con il leader per aiutarlo a fare la scelta migliore, senza finire in liste di proscrizione”. E, proseguendo, ha aggiunto: “Lunedì (ndr – prossimo, giorno fissato dal segretario Renzi per riunire la direzione nazionale del partito) sapremo se si aprirà o meno il congresso”. L’auspicio di Boccia è che ci sia un confronto sereno e “senza delegittimazione”, perché a subirne le conseguenze sarebbe il Pd stesso. Invece, il governatore della Puglia, intervenendo a margine di “Futuro 2020”, un incontro sui fondi europei in corso a Napoli, a chi gli ha fatto presente che l’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia (fino a qualche mese fa politicamente vicino al predecessore di Emiliano alla Regione, Nichi Vendola, ed ora a capo di un proprio movimento politico) sostiene che il Pd a guida renziana, insieme alla neo formazione di sinistra che fa capo allo stesso Pisapia, può arrivare al 40% dei consensi alle prossime elezioni politiche. Soglia, questa, che, – come è noto – se non ci saranno variazioni nella legge elettorale per la Camera, l’Italicum, così come cassata recentemente dalla Corte Costituzionale, è necessaria per ottenere 340 seggi a Montecitorio, con il premio di maggioranza.“Sono ottimisti, evidentemente hanno dei sondaggi segreti” – ha esclamato al riguardo il governatore pugliese. Infatti, ha poi commentato Emiliano: “I sondaggi che faccio io camminando per strada mi dicono che per il Pd sarà durissima”. Ad ogni modo, per l’antagonista pugliese di Renzi “il Pd é migliorabile”. “Altrimenti – ha aggiunto ancora Emiliano – non sarei più iscritto al partito” che però, secondo lui, “deve tornare a essere il partito di quelli che non contano niente”. Infatti, ha spiegato inoltre Emiliano, il Pd “se torna il partito di quelli che non contano niente diventi coraggioso, forte, senti di stare dalla parte giusta”, ricordandone le radici. “Noi – ha sottolineata il presidente della Puglia – siamo nati tanti anni fa dal movimento operaio, dai contadini, dalla resistenza, ma non possiamo guardare sempre all’indietro, dobbiamo guardare al futuro. Sappiamo che molte sono le cose che servono per dare energia e diritti alle persone, e quando dai energia e diritti a chi non conta niente la rivoluzione si può fare, pacificamente ovviamente, e si può cambiare il mondo. Il sud ha l’energia per farlo, copio uno slogan dei petrolieri, e lo farà, ne sono certo”. Discutendo poi di Mezzogiorno, Emiliano ha detto: “La frase se cresce il Sud cresce l’Italia finora é stata una retorica anche piuttosto fastidiosa, perché noi stiamo facendo il nostro dovere spendendo i fondi europei, ma abbiamo bisogno del contributo nazionale”. Infatti, Emiliano ha ricordato che “i fondi Ue sono fondi aggiuntivi e non sostitutivi e su questo bisogna discutere evitando retorica, chiacchiere e prese in giro, perché ho visto una Napoli splendida stamattina, una città dignitosa che sta combattendo, ma c’é un limite all’essere presi in giro e credo che nonostante la pazienza del Mezzogiorno il limite sia stato raggiunto”. E, sempre con riferimento all’attività del governo nazionale per il Sud, il possibile sfidante di Renzi alla guida dl Pd, ha rilevato: “Il masterplan (ndr – annunciato proprio da Renzi quando era a Palazzo Chigi) non é neanche cominciato, non abbiamo la disponibilità di questi soldi per poterli impegnare”. “Il fondo nazionale di sviluppo e coesione – ha pure spiegato Emiliano – viene saccheggiato dallo stato italiano quando hanno bisogno di soldi e soprattutto la cassa non è ancora disponibile. I famosi patti non ci danno ancora i soldi disponibili per cominciare la spesa, per mesi abbiamo fatto propaganda, che deve essere concretizzata”. Emiliano ha portato poi l’esempio della Puglia: “Siamo una regione – ha detto il governatore – che fa il suo dovere fino in fondo, spendiamo tutti i fondi, ma bisogna chiarire che purtroppo le politiche nazionali non funzionano. Noi abbiamo i fondi europei e ci mancano quelli nazionali, per questo gli effetti sul Pil (ndr – Prodotto interno lordo) dei fondi europei sono minimi. Rischiamo per questi risultati scarsi che la politica di coesione salti, perché molti Stati non la vogliono. Sarebbe un disastro”. Infine, Emiliano, riferendosi al ministro per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, presente al convegno nella città Partenopea, ha detto “il ministro per il Mezzogiorno è romano, questo é un buon risultato, almeno non é bergamasco, anche se nulla ho contro i bergamaschi. Spero che dalla propaganda si passi ai fatti e lo Stato acceleri la spesa di molte opere infrastrutturali a cominciare dalla a Bari-Napoli che é l’opera più importante”. Ma per il momento questo è ancora solo un auspicio.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 11 Febbraio 2017