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In rivolta i lavoratori del carico e scarico bagagli all’Aeroporto “Karol Wojtyla”

 

Ancora in fibrillazione una trentina di lavoratori, specie dopo che nelle ultime ore s’è tenuto un incontro al tavolo della trattativa avviata tra i vertici della società di gestione aeroportuale, la “Cascina Global Service” da cui dipendono i lavoratori e i loro rappresentanti. Gli addetti a pulizia, carico/scarico bagagli e merci all’aeroporto di Bari-Palese, come si ricorderà, sono entrati in rotta di collisione con la società datrice di lavoro a seguito della riduzione drastica del monte ore di lavoro, attraverso un contratto di solidarietà, che ha provocato notevoli problemi anche a causa della levata di scudi dell’Unione Sindacati dell’Impiego Pubblico e Privato che quel contratto non ha sottoscritto, al contrario di altre sigle sindacali. E così, dopo uno degli ultimi incontri e soprattutto dopo oltre tre ore di discussione, il segretario generale dell’Usppi Nicola Brescia, s’è dichiarato “”…parzialmente soddisfatto dall’esito dell’incontro con i vertici Adp e Cascina, i quali hanno preso tempo sino al prossimo 6 ottobre, giorno dell’incontro decisivo per il ripristino del contratto a trentasei ore lavorative, come già avvenuto sino al mese di settembre””. Dunque, sindacati autonomi pronti a fuoco alle polveri della protesta. ““Non vogliamo e non sottostiamo alle logiche lavoristiche che decurtano il salario duramente a famiglie segnate già da gravi situazioni personali. Nuclei famigliari che adesso convivono col terrore di non arrivare a fine mese; persone che non sanno come sbarcare il lunario, in un periodo di crisi che incombe e che comunque, come possono vedere tutti, fa pagare questa recessione alle ultime ruote del carro con altre tasse da pagare a termini sempre più difficili da rispettare””, ripete il sindacalista barese. Specialmente tenendo presente che, come al solito, a pagare una crisi che ad Aeroporti di Puglia non emerge dai numeri del bilancio, sono sempre gli operai e i loro salari già ridotti ai minimi termini, senza prima pensare a tagliare gli stipendi dei manager (che ad ogni buon conto l’anno scorso hanno provveduto a decurtarseli volontariamente), ma anche assunzioni e promozioni clientelari. Per adesso tace la Regione Puglia, maggiore azionista della società che gestisce gli scali pugliesi, che potrebbe essere chianmata in causa allo scopo di ripristinare orari e buste paga dei lavoratori presenti su Bari e Brindisi, impegnati perfino nell’assistenza ai vettori. In ogni caso lo stato di agitazione, che dovrebbe partire dalla prossima settimana, non comporterà disagi ai passeggeri del “Karol Wojtyla” com’è accaduto quando quegli stessi lavoratori hanno rischiato di perdere il posto, alla scadenza del vecchio contratto di servizio.

Francesco De Martino


Pubblicato il 1 Ottobre 2014

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