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In rivolta i portuali baresi

 
Vertenza in vista all’ombra del porto di Bari, dopo che la gestione operativa delle Stazioni Marittime “San Vito” e “Terminal Crociere” è passata da poco più d’un anno, e precisamente dal 22 maggio 2010, al Gruppo Servizi Associati (Gsa), società gestore unico dei servizi di presidio fiduciario, informazione e assistenza ai passeggeri, ma anche di pulizia terminal crociere e stazione marittima. La firma del contratto fu apposta, come si ricorderà, dall’amministratore delegato Gsa Enrico Dri e dal presidente dell’Autorità Portuale del Levante, Francesco Palmiro Mariani con referente la Coop. Eurosafety sede di Bari, chiudendo la questione infinita della concessione dei servizi portuali alla ‘Bari Porto Mediterraneo’, società che cinque anni operava, in qualità di concessionario. Ma adesso, come detto all’inizio, i vecchi dipendenti Bpm assorbiti da Gsa/Eurosafety, in tutto una ventina, sono scesi in campo con le loro rivendicazioni, dopo aver visto tradite aspettative lavorative e, soprattutto, di guadagno. Secondo le promesse sventolate l’anno scorso al momento della firma del nuovo contratto, difatti, i livelli occupazionali sarebbero stati totalmente garantiti dalla società subentrante che aveva, appunto, assunto il personale precedentemente impiegato dalla Bpm. Invece, in realtà, già al momento della firma sono  iniziati i primi guai per quei dipendenti incaricati dei servizi di custodia e sicurezza al porto di Bari. In realtà negli accordi sottoscritti a maggio 2010 questi lavoratori si sono visti privati di alcuni riconoscimenti previsti dalla contrattazione nazionale relativa ai dipendenti portuali (contratti di secondo livello), facendoli in sostanza retrocedere dai precedenti livelli retributivi raggiunti in Bpm. E così, dopo un anno di servizio s’è giunti alle prime, ulteriori brutte sorprese: nella busta paga del mese scorso, infatti, dipendenti Gsa/Eurosafety non solo si sono visti decurtati i premi di produzione, ma addirittura gli è stata addebitata una rata ammontante a circa 75 euro (della durata di 24 mesi) a saldo del premio produzione già incassato l’anno precedente. La goccia che ha fatto traboccare il vaso. Per dirla tutta, insomma, lo stipendio s’è ridotto ancora di più, praticamente all’osso, nel silenzio assoluto dei sindacati e dell’ente vigilante, ovvero dell’Autorità Portuale appena riaffidata dopo parecchie polemiche a Franco Mariani. E adesso i lavoratori addetti al presidio fiduciario della stazione marittima  del Terminal barese, che adesso praticamente guadagnano meno dei colleghi addetti alle pulizie impegnati anche per meno ore lavorative, sono scesi sul piede di guerra e minacciano azioni legali per recuperare il ‘maltolto’. Per loro, che secondo i primi conteggi si sarebbero visti tagliati almeno 500 euro al mese in busta paga, pur avendo in quasi tutti i casi mutui da pagare e famiglia a carico, la revisione contrattuale diventa questione di vita o di morte, rivedendo in fretta e a fondo tutto il contratto stipulato l’anno scorso, a cominciare dai vecchi livelli aggiornati a responsabilità e mansioni svolte effettivamente al porto di Bari. I dipendenti più agguerriti hanno colto l’occasione per rimettere nero su bianco tutta la loro situazione lavorativa, tirando in ballo anche il pagamento delle ore di straordinario effettivamente svolte. Ore di lavoro ‘extra’ ancora non pagate interamente dalla società appaltatrice dei servizi. Al porto di Bari, insomma, i dipendenti in questi giorni si son vista decurtata una busta paga che, normalmente, supera di poco i mille euro, nonostante i diversi servizi svolti durante turni festivi e notturni che darebbero diritto a ben altri emolumenti, riconosciuti profumatamente negli altri porti e autorità portali italiani. Ma la vertenza è appena cominciata….
 
Francesco De Martino 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 23 Luglio 2011

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