In silenzio il ritorno della lontra
Il recentissimo ritrovamento di un esemplare di lontra (purtroppo morta, forse investito da un’auto) lungo la Provinciale 141nei pressi dell’Oasi Lago Salso, la zona umida poco a sud di Manfredonia, conferma il ritorno di questo mustelide anche in Puglia. Cacciate dalla preistoria per la pelliccia, poi insidiate nell’era moderna dai pesticidi, le lontre in Italia nel 2006 si erano ridotte a un numero di esemplari compreso tra le 220 e le 660 unità, distribuite lungo le rive di pochi corsi d’acqua del Mezzogiorno, tra cui Ofanto, Cervaro e Fortore. Per gli esperti non esistono dubbi : le lontre che hanno colonizzato le paludi sipontine provengono dai suddetti bacini fluviali, a dimostrazione della sorprendente capacità di quest’animale di spostarsi in cerca di nuovi siti dove insediarsi (un ‘lusso’, questo, che la lontra può permettersi per il fatto di non nutrirsi solo di pesci d’acqua dolce ma pure di gamberetti e altri invertebrati, senza disdegnare gli uccelli acquatici ; e sulla terra preda arvicole, conigli e altri piccoli mammiferi). Questo insperato proliferare della lontra va visto alla luce di diversi e favorevoli fattori, come l’avvento delle aree protette, gli interventi a tutela della qualità delle acque e l’abbandono dell’agricoltura in prossimità dei corsi d’acqua, col conseguente ritorno della tipica vegetazione fluviale (per costruirsi la tana la lontra approfitta quasi sempre delle buche che le acque dei fiumi lasciano sulle rive ; raramente utilizza le cavità naturali tra le radici di vecchi alberi o le tane abbandonate da tassi o volpi). Una ricchezza, quella acquisita dall’Oasi di Lago Salso, che va consolidata con una serie di misure come cartelli, recinzioni e vigilanza contro l’abbandono di macerie o lo scarico di reflui tossici. E visto che la 141 sembra essere un passaggio obbligato per le lontre, sarebbe il caso di metterla in sicurezza dando vita a tunnel, passaggi verdi o altri ‘ecodotti’ utili a scongiurare altri investimenti. Il caso di Lago Salso ha avuto un precedente in quel di Taranto, dove due anni fa nell’areale palustre del Mar Piccolo venne ritrovata una lontra, anche questa volta morta e probabilmente investita. Un rinvenimento che ha del notevole se si considera che a sud del capoluogo ionico la presenza dell’animale è segnalata alle foci dei fiumi Lemma e Lato. In conclusione questo espandersi della lontra in Puglia segnala un’altra cosa : gli interventi di riqualificazione ambientali degli ultimi anni stanno cominciando a dare i loro frutti. Perché senza disporre al di sotto di sé di una piramide alimentare ‘completa’, un animale come la lontra – che si pone al vertice di quella piramide nell’ambito degli ecosistemi acquatici – non riuscirebbe a sopravvivere.
Italo Interesse
Pubblicato il 15 Settembre 2018