In via Del Popolo il Tempo è a modo suo
Consensi alla Vallisa per Saverio La Ruina, autore, regista e interprete
A Castrovillari, un piccolo centro del cosentino, chiusa tra Corso Luigi Saraceni e via Nicola Baratta, si allunga una strada che, pur anonima nella sua intitolazione (‘Del Popolo’), ha di recente trovato notorietà. Deve la sua fama a un teatrante calabrese, Saverio La Ruina, il quale, avendovi trascorso una parte significativa della propria esistenza, le ha dedicato uno spettacolo autobiografico intitolato ‘Via del Popolo’. Prodotto da Scena Verticale e vincitore del premio Ubu 2023 come miglior testo italiano, lo spettacolo è stato in cartellone alla Vallisa la settimana scorsa nell’ambito della X edizione de ‘Il peso della farfalla’, rassegna a cura di Clarissa Veronica e promossa da ‘Punti Cospicui’. ‘Via del popolo’, che vede La Ruina nella triplice veste di autore, regista e interprete, è amarcord di colore calabrese che ruota attorno al tema del tempo che passa e che solo idealmente e con un cronometro Omega (quello donato dallo zio Nicola all’allora piccolo, Save’) si può fermare, riportare indietro o spingere in avanti. A tale proposito è interessante notare come nella scarna scenografia dello spettacolo un posto di primo piano sia riservato alla imponente riproduzione di un orologio disegnato sul modello de ‘La persistenza della memoria’, la famosa opera di Dalì che raffigura su una landa deserta e metafisica alcuni orologi dall’aspetto molle, dalla consistenza fluida, metafora dell’elasticità del tempo. Il resto dell’apparato scenografico consiste in un percorso disegnato sul palcoscenico per mezzo di piccole fonti di luce a forma cilindrica ; in esse si possono vedere sia i lumini del camposanto – dove Saverio, il protagonista ormai divenuto adulto, si reca accompagnato da un amico birbone – sia le insegne accese della via Del Popolo dei giorni belli, quella dell’‘evoluta’ Castrovillari degli anni del boom economico. Per il fatto di disporre di scuole, cinema, ospedale e Tribunale, un piccolo centro dell’entroterra calabrese poteva apparire agli occhi di chi scendeva dalle montagne come un’America a buon mercato dove realizzare un sogno. Sogno che nel caso in questione diventerà l’apertura del Bar Rio, frutto dei sacrifici del padre e dello zio del protagonista, nonché del loro coraggio (“firmarono così tante cambiali da tappezzare tutto il locale”). Omaggio alla Terra-madre, alla figura paterna, ad una generazione volitiva ed ottimista, ‘Via del Popolo’ racconta l’infanzia e l’adolescenza di una generazione in cui molti possono specchiarsi. Il racconto dà vita a una pittoresca galleria di personaggi : Giannino l’elettricista, Pino del ristorante, Rita degli alimentari, Mastro Giovanni il sarto, Tonino della macelleria ed altre figure avvicinabili ai ‘tipi’ di quel Mezzogiorno proletario che popola le pagine di Verga o di Silone. Un racconto marcatamente autobiografico e nostalgico, corale e sapido, confidenziale e pacatissimo (inutile cercarvi acuti). Un ben riuscito affresco di un Sud meraviglioso, tragico ed ostinato, che solo a fatica ammaina la bandiera davanti alla protervia dell’era globale. Il bravo La Ruina sa affabulare con simpatia tenera e contagiosa.
Italo Interesse
Pubblicato il 1 Ottobre 2024