In vigore il decreto sulla sicurezza urbana, ma nessuno se n’è ancora accorto
Daspo urbano peggio di quelli che beccano gli ultrà allo stadio, ma soprattutto stretta pesantissima contro parcheggiatori abusivi e spacciatori, poteri di ordinanza ai sindaci per interventi contro il degrado delle città, ecco i punti focali del decreto legge sulla sicurezza urbana approvato il mese scorso dal Senato. Il decreto – in tutto diciotto articoli – stabilisce che sia un Comitato metropolitano, presieduto dal rappresentante del governo e dal sindaco, siano impegnati in prima linea “per l’analisi, la valutazione e il confronto sulle tematiche di sicurezza urbana relative al territorio della città metropolitana”. Emiliano e Decaro che hanno da sempre chiesto maggiori poteri per combattere la microcriminalità, sono serviti. A proposito: cosa è cambiato a Bari da quando è entrato in vigore il decreto sulla sicurezza urbana? In effetti poco e niente, visto che a quanto risulta perfino gli agenti municipali confermano di non aver ricevuto alcuna disposizione chiara dal Comando. Eppure il “daspo urbano” prevede multe da 100 a 300 euro a chi “ponga in essere condotte che limitano la libera accessibilità e fruizione” di infrastrutture di trasporto. Chi trasgredisce, contempla sempre la normativa, dovrebbe essere allontanato senza indugio dai luoghi nei quali è stato commesso il fatto. Le stesse disposizioni possono essere applicate ad “aree urbane su cui insistono musei e parchi, ma anche giardini e “complessi monumentali o altri istituti e luoghi della cultura interessati da consistenti flussi turistici, ovvero adibite a verde pubblico”. Per chi reitera le trasgressioni il prefetto può disporre l’allontanamento da questi luoghi per un periodo tra sei mesi a due anni, in analogia al Daspo nei confronti dei violenti delle curve. Andiamo avanti. Per gli spacciatori condannati per vendita di sostanze all’interno o nelle immediate vicinanze di locali pubblici il questore può disporre il divieto di accesso agli stessi locali per un periodo da uno a cinque anni, nonché l’obbligo di presentarsi almeno due volte a settimana presso il locale ufficio della polizia o dei carabinieri. Ma non basta. Contravvenzioni salatissime, da mille a 3.500 euro, anche per i parcheggiatori abusivi, che potrebbero – se con loro ci sono minori o nei casi di reiterazione – vedere la multa raddoppiata. Ma finora i vigili urbani baresi non hanno elevato manco una sanzione in conseguenza dell’entrata in vigore del decreto, salvo l’ordinaria amministrazione. Eppure in alcuni casi la polizia municipale barese è stata quanto mai diligente nell’applicazione delle norme: la prima sanzione arrivò quasi subito, comminata a un giovane barese per aver gettato a terra un mozzicone di sigaretta in pieno centro a Bari, non appena, con la solita grancassa, fu firmata l’ordinanza sindacale che vietava di gettare per terra la ‘cicca’ della sigaretta, a Bari. E il giovanotto, che dopo qualche timida protesta aveva conciliato i cento euro (in ogni caso il minimo sanzionabile) di contravvenzione comminata dagli agenti di Polizia Municipale, aveva anche ammesso di non sapere niente di quel pezzo di carta firmato dal sindaco Decaro che vietava tassativamente di abbandonare, appunto, il mozzicone di sigaretta dopo aver fumato. Ma cosa è successo in Città dopo questi circa due anni, in seguito alla sensibilizzazione e formazione degli agenti in divisa bianca? Sì, insomma, sono state rispettate dai fin troppo riottosi cittadini baresi le ormai non più nuove norme antifumo volute dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e applicate a volo dal primo cittadino barese Antonio Decaro che, forse già annusava la nomina a capo di tutti i sindaci della Nazione? In realtà finora di multe fino a 300 euro per chi abbandona per strada ciò che avanza delle sigarette e perfino gomme da masticare e fazzolettini di carta e tanto altro ne sono state comminate pochine per cui, mancando numeri ufficiali dal Comando di Japigia, si contano sulle dite di due mani. Ma parlare sono i quadretti offerti dalla Città sul tema: basta farsi un giro in centro, ma anche lontano dalle vetrine di via Sparano e piazza Umberto, per rendersi conto che nessuno, tanto meno i giovani hanno inteso la linea dura su igiene e ambiente avviata dal Comune di Bari. E soprattutto pochissimi usano i posacenere portatili e cestini portarifiuti quando hanno terminato di assaporare la loro dose di nicotina, ancor meno quelli che usano i posacenere da cinquanta centesimi che si possono conservare in tasca o nella borsetta, terminato appunto di fumare. In verità bisogna notare pure che i cinquemila posacenere sulla pubbliche vie di Bari sono quasi tutti ‘lindi e pindi’, però questo sarebbe un altro discorso, tenuto conto che i problemi da risolvere sono ben altri. A partire da quella raccolta dei rifiuti porta a porta che a Bari è ripartita proprio l’altro giorno per l’ennesima volta da Palese/Santo Spirito.
Francesco De Martino
Pubblicato il 20 Maggio 2017