Cronaca

Inaugurato un centro d’ascolto per anziani nel “Lascito Garofalo”

A oltre sedici anni di distanza da quando un benefattore palesino, Benedetto Garofalo, lasciò in eredità al Comune di Bari un edificio con annesso suolo di circa mille e trecento metri quadri, adiacenti da un lato all’area su cui sorge a Palese il monumento ai caduti di tutte le guerre e dall’altro a quella su cui è ubicato il plesso scolastico Duca D’Aosta, l’Amministrazione barese è riuscita finalmente nell’impresa di rendere fruibile da parte dei cittadini tutti gli spazi del “Lascito Garofalo”, di cui il Comune è proprietario dagli inizi degli anni Duemila. Infatti, venerdì scorso si è svolta la cerimonia di inaugurazione del punto di ascolto per la terza età realizzato da parte dell’associazione “Telefono d’Argento”, nei locali non ancora utilizzati della citata struttura. Come si ricorderà, dopo più di un decennio di incuria ed abbandono, l’Amministrazione barese nel 2012 decise finalmente di mettere mano alla ristrutturazione dei locali e di riqualificare l’intera area a verde pubblico di via Indipendenza angolo via Amedeo D’Aosta, a Palese, tra cui anche quella ereditata nel 2000 da Garofalo. Mentre altri beni immobili (terreni) comunali ricevuti dallo stesso benefattore sono tutt’ora ancora in stato di abbandono, invece alcuni beni mobili (gioielli) di notevole valore lasciati dallo stesso defunto sempre al Comune di Bari, furono stranamente e clamorosamente rubati nel gennaio del 2008 da un armadio degli Uffici baresi al Patrimonio, dove con troppa leggerezza erano stati depositati dopo averli tolti da una cassetta di sicurezza bancaria, in cui li aveva avvedutamente lasciati Garofalo già prima della sua scomparsa e nella quale erano rimasti in custodia ancora per qualche anno anche dal Comune, ai tempi dell’amministrazione Di Cagno Abbrescia. Oltre ai locali inaugurati la scorsa settimana – come riferisce una nota del Comune – nel “Lascito” sono entrati in funzione anche un campetto polifunzionale ed un campo di bocce. Il primo sarà nella disponibilità del Municipio V che darà priorità alle attività sportive della Parrocchia “San Michele” e, nelle ore mattutine, della scuola elementare Duca d’Aosta, mentre il secondo sarà gestito dall’associazione assegnataria della porzione di immobile destinata al sociale. Altra parte del “Lascito” è occupata da un bar entrato in attività già da diversi mesi e la cui assegnazione avvenne nel marzo dello scorso anno in virtù dello stesso bando di gara con cui sono stati affidati all’associazione “Telefono d’Argento” i locali recentemente inaugurati. Alla cerimonia inaugurale della scorsa settimana in rappresentanza del Comune sono intervenuti il vice sindaco nonché assessore al Patrimonio, Vincenzo Brandi, ed  il presidente del V Municipio, Gianni Moretti, che hanno manifestato la loro piena soddisfazione per l’attività svolta dall’amministrazione Decaro nel rendere fruibili le aree e gli spazi pubblici del “Lascito Garofalo” con l’individuazione dei “soggetti” assegnatari per la gestione. Procedura, questa, che – da non dimenticare – è durata circa due anni da quando, nella primavera del 2014, l’impresa esecutrice dei lavori di ristrutturazione dell’immobile ha consegnato l’opera al Comune. Infatti, solo nella primavera del 2016 l’amministrazione Decaro ha ultimato l’iter di assegnazione sia del locale destinato a bar che di quelli per uso sociale e ricreativo. Nel frattempo, però, il “Lascito” di via Indipendenza era stato più volte oggetto di vandalismi che avevano causato danni, sia all’interno degli immobili che alle aree adibite ad attività sportive, poiché lasciato dal Comune per diverso tempo incustodito e financo privo di impianti di videosorveglianza ed allarme. Difatti, dopo l’assegnazione, è trascorso un altro anno affinché la struttura fosse attivata e resa fruibile per le attività in essa previste. I costi di ripristino a carico di chi sono andati? Ovviamente al Comune, che dopo le assegnazioni ha dato mandato agli assegnatari di provvedere alle opere necessarie facendo però scomputare i costi dai canoni di locazione che questi ultimi avrebbero dovuto corrispondere all’Ente dal momento della consegna dei locali. Ma saranno solo le somme per le spese di ripristino quelle che di cui si è fatto carico il Comune per poter animare il “Lascito Garofalo” con le attività in esso previste? Un interrogativo, questo, che si pongono in molti a Palese, dopo aver appreso che l’amministrazione Decaro si accinge a porre in essere una convenzione con l’associazione “Telefono d’Argento” dopo che questa si era accaparrata la gestione degli spazi per le attività da essa propagandate. Infatti, quali siano i particolari della convenzione tra Comune e l’associazione al momento non sono stati resi noti, però il dubbio in molti cittadini che taluni servizi pubblicizzati ultimamente e che si dovrebbero effettuare a favore degli anziani e delle famiglie in questa struttura comunale, gestita però da un sodalizio privato, non saranno affatto gratis per il Comune e, quindi, per la cittadinanza. Infatti, l’associazione “Telefono d’Argento” è già nota da tempo a Palese per le elargizioni ricevute dal Comune per talune sue attività di scarso successo al tempo in cui il suo effettivo “patron”, Giuseppe Varcaccio, sedeva nell’aula “Dalfino”. Infatti, anche alla cerimonia di venerdì scorso ad intervenire in rappresentanza di “Telefono d’Argento” c’era anche l’ex consigliere Varcaccio che ha fatto gli onori di casa ai presenti insieme al presidente, Michele Picciallo.  Ma ciò che ha maggiormente sorpreso qualcuno del pubblico presente alla cerimonia è stato il punto del discorso del vice sindaco, Brandi, nel quale, facendo cenno agli episodi di vandalismo che hanno interessato la struttura, ha sottolineato la generale necessità di “educare alla legalità” coloro che, sia pur per gioco, si sono resi protagonisti di danneggiamenti alla collettività. E questo – a detta di qualcuno dei presenti – è stato davvero un atto  di grande “goliardia” da parte del vice sindaco Brandi al cospetto dell’ex consigliere Varcaccio che, come è noto, risulta essere un condannato, sia pur in via provvisoria, per il noto scandalo dei test di accesso alla Facoltà di Medicina di Bari. Uno scandalo che, come è noto, di danni alla collettività barese, in particolare alla sua Università, ne ha provocati non pochi. E non solo sul piano dell’immagine.(la foto pubblicata a corredo dell’articolo è tratta da Barinewstv.it)

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 23 Maggio 2017

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