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Incarichi e nomine a raffica, ma niente di più definitivo dei dirigenti ‘ad interim’

La Regione, dall’inizio di quest’anno, sta continuando a distribuire incarichi dirigenziali senza criteri chiari, attizzando così la rabbia dei sindacati e soprattutto di chi vanta il diritto di occuparli per i titoli posseduti, quei posti di responsabilità e comando, ma i santi in paradiso. E andiamo subito ai fatti, almeno a quelli piu’ recenti. Sei mesi fa, per esempio, l’ente ha pubblicato un paio di avvisi per la selezione di due dirigenti a tempo determinato: il primo (determinazione del Dirigente del Servizio Personale n. 15, del 20 gennaio) per affidare l’incarico di direzione dell’Ufficio Controllo e Verifica Politiche Comunitarie. Il secondo (det. 162 del 18 marzo) per il Servizio Finanze. Per completezza bisogna aggiungere subito che l’Ufficio Controllo Politiche Comunitarie è stato ricoperto fino all’11 gennaio, sempre con un incarico a tempo determinato, da Pasquale Bellomo (funzionario Ragioneria provinciale dello Stato), mentre il secondo, quello Finanze, è stato ricoperto da Marta Basile, funzionario della locale Agenzia delle Entrate, tornata alla base dopo la scadenza dell’incarico a fine maggio, ma entrambi gli avvisi sono stati emessi con una procedura “anomala”, nel senso che – come esplicitato nelle due determinazioni di cui sopra- “per far presto”, invece di procedere alla preventiva ricerca di figure idonee tra il personale dirigenziale in servizio presso la Regione Puglia, si è provveduto ad emettere direttamente l’avviso di selezione pubblica con la precisazione che sarebbero state prese prioritariamente in considerazione le candidature del personale dirigenziale in servizio presso la Regione Puglia. In effetti, come hanno notato in prima battuta i rappresentanti sindacali Uil, si è trattato di una forzatura rispetto a quanto impone la legge (in particolare l’art. 19 del D.lgs. 165/2001) per giustificare il ricorso a un avviso pubblico aperto anche all’esterno: peccato che la normativa comunitaria non imponga specifiche modalità di selezione del personale delle pubbliche amministrazioni nazionali e, anzi, per il corretto utilizzo dei propri fondi, richiede sempre il corretto assolvimento degli obblighi imposti dalla legislazione nazionale. Insomma, anche ai piu’ distratti è balzato agli occhi l’intenzione dell’ente regionale di affidare a soggetti  esterni all’amministrazione la responsabilità dei due uffici. Per rendere, poi, impossibile la candidatura dei dirigenti già in servizio, nei due avvisi si provvedeva a specificare in modo estremamente dettagliato le esperienze professionali richieste, così specifiche che, naturalmente, potevano essere vantate solo chi aveva già ricoperto l’incarico: perfino i titoli di studio o abilitazioni necessari, che corrispondevano perfettamente ai ‘curricula’ di chi aveva ricoperto l’incarico. Ma alla fine il disegno di nominare o confermare i soliti ‘prescelti’ è saltato, anche perché l’ente, per la selezione delle figure dirigenziali, e’ obbligata come annotato in alcuni esposti a procedere secondo le prescrizioni dettate dall’articolo 36 del D.Lgs. 165/2001, per quanto riguarda i contratti di lavoro a tempo determinato. E quest’ultimo prevede tra l’altro l’obbligo di servirsi delle graduatorie vigenti per il tempo indeterminato. E alla Regione Puglia ci sono le graduatorie per i concorsi da dirigente banditi dallo stesso ente nel 2007 e tutt’ora vigenti. Tradotto significa che, qualora la Regione non reperisse al proprio interno i dirigenti cui affidare gli incarichi, deve servirsi delle graduatorie di idonei in vigore! Insomma, la Regione Puglia, e in particolare il responsabile del personale, dovrebbe finalmente spiegare in che senso si possano definire di carattere temporaneo o eccezionale Uffici o Servizi che sono incardinati nell’assetto organizzativo dell’Ente, svolgendo funzioni istituzionali connaturate alla sua stessa esistenza. Perché, insomma, la Regione continua a ricorrere a contratti a tempo determinato per uffici dirigenziali che non sono né temporanei o eccezionali? Perché va di proroga in proroga per uffici che dovrebbero essere ricoperti in pianta stabile? Forse solo per poterli affidare a persone di provata fiducia? In che senso si può definire temporanea o eccezionale la necessità di ricoprire questi Uffici che invece sono permanenti ed essenziali alla stessa vita dell’Ente? Basterebbe pensare al servizio Finanze: si può dire che ha carattere temporaneo o eccezionale un Ufficio da cui dipende il reperimento delle risorse necessarie alla sopravvivenza dell’Ente? Prima delle ferie negli uffici alle Risorse Umane di via Celso Ulpiani dovrebbero provvedere ad affidare i due servizi tanto tribolati a personale interno, con quegli ‘interim’ che, invece di durare sei mesi al massimo (prorogabile massimo di altri sei mesi) durano anche tre o quattro anni. Senza contare la responsabilità erariale e disciplinare a cui potrebbe andare incontro, per legge (art. 36 d. lgs. 165/01), il dirigente che pone in essere contratti a tempo determinato, quando non sia riconosciuta la temporaneità o la necessarietà. Ma ormai nell’ente governato da poeti, cantori e giannizzeri, l’applicazione della legge è un accessorio extra…

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 11 Giugno 2014

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