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Inceneritore di Bari: la “NewO SpA” appella, il comitato di cittadini resiste

Continua la battaglia a suon di carte bollate per la costruzione del mega inceneritore alle porte del capoluogo pugliese, anche dopo la sentenza di primo grado dinanzi ai giudici amministrativi del Tar/Puglia che ha dato pienamente ragione al comitato di cittadini, ambientalisti e le amministrazioni civiche schierate per la tutela di salute e territorio, contro la costruzione dell’impianto. La società “NewO S.p.A.” che aveva perso il primo ‘round’ dinanzi ai giudici amministrativi, infatti, non ha perso tempo e ha già presentato ricorso dinanzi ai giudici del Consiglio di Stato, sperando di portare a compimento l’opera tra Bari e Modugno. Ma altrettanto pronti a resistere in giudizio i componenti del Comitato di cittadini “No Inceneritore” presieduto dalla professoressa Corsina Depalo, assistiti in giudizio da Luigi Campanale che, anche loro in tempi rapidissimi, hanno preannunciato l’immediata costituzione in giudizio, appunto, nei confronti della società che sta tentando di annullare la sentenza del Tar/Puglia risalente al 13 dicembre scorso. Una decisione, vale la pena ricordare, che ha disposto l’annullamento delle autorizzazioni ambientali rilasciate dalla Regione Puglia per la costruzione, appunto, dell’inceneritore per ossicombustione di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi al quartiere San Paolo di Bari. <<Le proteste dei cittadini del territorio e le puntuali argomentazioni scientifiche delle associazioni riunite nel nostro comitato – ha precisato la Depalo- hanno smontato nella vertenza legale pezzo per pezzo l’avventato progetto della ‘NewO SpA’ fatto proprio dalla Regione. Col risultato di una sentenza favorevole del Tribunale Amministrativo in primo grado, ma soprattutto la testimonianza di una grande capacità di vigilanza del territorio per il bene comune e per la difesa dell’ambiente, che continuerà a far sentire il suo effetto anche in questa ulteriore prova di  compattezza>>. Dunque, proseguirà davanti ai giudici di Palazzo Spada la battaglia legale per la costruzione dell’impianto di rifiuti nei pressi della Zona Industriale di Bari, mentre dagli otto Comuni dell’Ambito ARO coinvolti nella stessa azione contro la NEWO e la Regione, il comitato ci tiene pure ad aggiungere che adesso più che mai si attende una “…immediata risposta affinché le ragioni riconosciute dalla magistratura amministrativa barese, anche a favore del principio di precauzione della salute del territorio, possano trovare altrettanta conferma da parte del Consiglio di Stato, allontanando tentativi analoghi in futuro da parte di chiunque”. Dunque, in attesa del responso definitivo (nella giustizia amministrativa i gradi di giudizio sono solamente due), vale la pena rammentare che i giudici amministrativi di piazza Massari hanno accolto il ricorso di più parti e precisamente di Comune e Città Metropolitana di Bari, Comune di Modugno e Consorzio Asi. Approfondendo in particolare gli aspetti normativi determinati dai provvedimenti adottati dall’ente regionale sul rilascio dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) in favore della società odierna appellante per realizzare l’impianto di ossicombustione dei rifiuti. In sostanza il Tribunale Amministrativo ha ritenuto fondati i motivi censurati dal legale del comitato, mettendo in rilievo le carenze piuttosto evidenti appalesatesi nel corso del procedimento autorizzativo ed evidenziate già precedentemente dallo stesso Comune di Bari. Ora, come detto, bisognerà attendere il responso del Consiglio di Stato, sperando che, trattandosi di materia assai delicata che interessa la salute dei cittadini e la tutela del territorio, i tempi siano più brevi rispetto a quelli non propriamente brevi della giustizia amministrativa.

Francesco De Martino


Pubblicato il 4 Gennaio 2022

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