Cronaca

Inceneritore di Bari/Modugno: il Tar decide di non decidere

C’era parecchia attesa ieri mattina attorno alla sede del Tar/Puglia di piazza Massari a Bari, eppure i giudici amministrativi si sono limitati al rinvio al 9 novembre prossimo sull’istanza di annullamento delle autorizzazioni rilasciate dalla Regione Puglia per la costruzione al San Paolo del mega-inceneritore. Un impianto per ossicombustione di rifiuti speciali pericolosi ancora in sospeso, dunque, seppure tra le proteste di cittadini, comitati spontanei e ambientalisti che, con a fianco alcuni comuni dell’interland,  hanno anch’essi gridato il proprio ‘no’ secco alla struttura pericolosa. Un rinvio che ha lasciato ‘sgomento’ anche i componenti del Comitato ‘No Inceneritore’ di Bari, attivo da ben tre anni e sottoscrittore d’uno dei primi ricorsi amministrativi. La responsabile Corsina Depalo è delusa epperò non mostra cedimenti. <<La decisione di rinvio a sette mesi di distanza del Tribunale Amministrativo pugliese sul nostro ricorso riguarda una partita evidentemente molto grande per gli interessi che muove e altrettanto grande per le ripercussioni negative sull’ambiente e per una possibile proliferazione di grandi impianti poco o per nulla testati>>. Il Comitato, dopo aver esercitato tutte le possibili pressioni sui comuni dell’interland affinché condividessero le posizioni politiche e legali, continuerà come detto a occupare l’intero fronte della resistenza alla costruzione dell’inceneritore, decisi a intraprendere <<…ogni azione utile ad allargare la conoscenza a partire dalla  popolazione barese e dal quartiere San Paolo interessato dalla localizzazione dell’impianto>>, come ripete la professoressa Depalo, specie ora che anche il Comune di Bari s’è dichiarato all’opposizione di atti e decisioni assunte dall’Ente  regionale. In effetti si tratterebbe di fermare un impianto (unico al mondo) basato su tecnologia ITEA, da tempo in fase di sperimentazione non conclusa, oggetto di valutazione non positiva da parte di Arpa-Puglia che ne sconsigliava la prosecuzione già quattro anni or sono. Del resto anche il legale del combattivo comitato barese, Gigi Campanale, ha già spiegato che in materia di incenerimento non si può assolutamente ignorare un’approfondita istruttoria di carattere tecnico e scientifico, esperita ‘in contraddittorio con le popolazioni rappresentate dai Sindaci dei Comuni interessati dall’impianto’. Senza dimenticare che, al di là delle decisioni che adotteranno l’inverno prossimo i magistrati del Tribunale amministrativo pugliese, si stagliano come macigni le ‘responsabilità politiche’ che la costruzione di un inceneritore di tale portata comporta, delegata a una ‘burocrazia’ assente dal confronto con territorio e popolazione, come osservano attivisti e ambientalisti di tutta la Città Metropolitana di Bari. In questo quadro politico, bene ha fatto il sindaco Decaro ad assumere una posizione netta, dando incarico all’avvocatura comunale di vagliare la possibilità di chiedere la revoca delle ultime deliberazioni adottate dalla Regione Puglia, sempre a proposito di un impianto potenzialmente nocivo alla salute delle popolazioni.

Francesco De Martino


Pubblicato il 28 Aprile 2021

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