Inceneritore ‘NewO’, il doppio gioco di sindaci e presidenti
Le ambiguità della politica prima del necessario 'stop' al finanziamento di 'Puglia-Sviluppo SpA'
Inceneritore di Bari-Modugno: finalmente una buona notizia a squarciare silenzi e comportamenti ‘bifronte’ a livello istituzionale, prima che ‘Puglia-Sviluppo S.p.a.’ – oramai a titolo di atto dovuto – dichiarasse inammissibile il finanziamento al progetto della multinazionale ‘NewO’ per la costruzione dell’impianto di ossicombustione a Modugno. Impianto pericoloso per la salute pubblica e a poca distanza da centri intensamente abitati che fino a poco tempo fa sembrava ineludibile. Da rilevare subito che si tratta d’una di quelle vittorie di movimenti e associazioni ambientaliste da non dimenticare che -dal primo momento- hanno insistito e proposto il tema in prima battuta. Denunciando instancabilmente la costruzione d’un inceneritore a poca distanza da centri abitati. Un’ammissione semplice, se non banale: la richiesta da parte di NewO di finanziamenti di 10 milioni da parte della Pubblica Amministrazione per la costruzione dell’impianto non ha tenuto minimamente conto dell’articolo 2 del regolamento “Aiuti ai programmi integrati da parte della Pmi”, che prevede la produzione di beni e servizi per la cui realizzazione vengono impiegate tecnologie innovative. Eppure alla Regione Puglia del magistrato Emiliano nessun gruppo consigliare ha avvertito l’esigenza d’interrogare a fondo la giunta con l’assessore Maraschio all’ambiente. Eppure il procedimento è approdato all’esame della V Commissione regionale, quella all’Ambiente per l’appunto, con l’impianto che la società foggiana Newo vorrebbe realizzare nella zona industriale di Bari-Modugno e per il quale a gennaio 2018 ha ottenuto proprio dalla Regione Puglia l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale), sulla base di una Via (Valutazione d’impatto ambientale) di parere favorevole al progetto. Una vicenda che fin da subito, come detto, ha suscitato le proteste della società civile, ma anche dei Comuni limitrofi alla zona interessata dall’ubicazione dell’impianto, compreso il sindaco Antonio Decaro. Il quale, pur dichiarandosi contrario all’inceneritore, ha consentito che precedentemente il Comune di Bari, sia in sede di Conferenza di servizi che per tutte le autorizzazioni amministrative di propria competenza, desse parere favorevole, senza eccepire alcunché. Contrario alla costruzione dell’impianto della “Newo SpA” nella zona industriale di Bari si dichiarò a suo tempo anche il governatore, benché a dare l’ok definitivo alla realizzazione sia stata proprio la Regione con l’Aia del 25 gennaio di cinque anni fa. Ma non basta: la stessa Regione Puglia nel 2016 ha inserito il progetto della Newo tra gli interventi meritevoli di finanziamento, prevedendo a suo favore provvidenze per circa 10 milioni e 600mila Euro, a fronte di un costo complessivo per la Newo di poco più di 19 milioni di Euro. Ed è sicuramente per le posizioni contrarie di Emiliano e Decaro, emerse però solo dopo la levata di scudi di numerose associazioni ambientaliste e comitati civici, oltre che dei sindaci di Comuni a ridosso della zona industriale barese, che la vicenda ha assunto toni doppi, incomprensibili agli occhi dei cittadini, per non dire paradossale con uffici e servizi degli enti pubblici che concedevano permessi e licenze alla società richiedente. E per converso sindaci, assessori e presidenti che a parole si dichiaravano totalmente contrari, eppure di fatto firmatari, nei loro ruoli istituzionali, delle autorizzazioni che davano il via libera alla Newo per la realizzazione dell’inceneritore a Bari, in via Corigliano. E a questo punto bisogna ricordare che solo il Comune di Modugno – con il compianto sindaco Nicola Magrone – ha dal primo momento fatto sentire il proprio rifiuto netto e chiaro all’impianto, a partire dalla prima conferenza dei servizi. Invece il Comune di Bari, che a quel tavolo intervenne col dirigente della Ripartizione ambiente, diede il proprio assenso. E ci sono voluti una mezza dozzina di lunghi, interminabili anni per bloccare il finanziamento per mano dell’ente regionale per la mancanza di variante urbanistica, tra i principali elementi indispensabili per accedere ai finanziamenti pubblici. L’area industriale barese interessata dal nuovo stabilimento, già paga un prezzo elevatissimo in materia di inquinamento, sia per la presenza di altri siti inquinanti, sia a causa di elevati volumi di traffico automobilistico, col Comune di Modugno – ad altissima densità abitativa – inserito tra le 11 località più a rischio per inquinamento nella regione. Ed è appena il caso di evidenziare che il successore di Magnone ne prenda atto, al Municipio di Modugno.
Francesco De Martino
Pubblicato il 8 Settembre 2023