Cronaca

Incerta la presenza di Sel sulla scheda per le regionali

La sigla Sel (Sinistra ecologia e libertà), ovvero quella del partito fondato nel 2009 dal governatore pugliese uscente Nichi Vendola, dopo la rottura con l’ex ministro Paolo Ferrero (Prc) del governo Prodi e l’uscita dal partito di Rifondazione comunista, alle prossime regionali potrebbe non essere più presente sulla scheda elettorale delle sei circoscrizioni pugliesi. Ciò non significa, però, che i “vendoliani” non saranno presenti alla competizione per la conquista di seggi nell’Aula di via Capruzzi. Infatti, secondo quanto dichiara il nuovo coordinatore pugliese di Sel, Francesco Ferrara, “Sel non può sparire dalla sera alla mattina”. E spiega: “La modalità con cui saremo presenti alle prossime regionali la costruiremo insieme a questa esperienza straordinaria che si é organizzata insieme a Dario Stefano, che ha avuto il nostro sostegno dal primo istante”. Inoltre, il rappresentate Di Sel ha chiarito che per il momento non c’è certezza sull’assenza del simbolo di Sel dalla competizione di maggio prossimo, poiché gli organo del partito stanno valutando con Stefano cosa sia più utile fare. Ma assicura anche che: “Lo decideremo in tempi rapidi, in modo da far vivere entrambe le esperienze”. Ed aggiunge: “Ad Emiliano vogliamo dire che immaginiamo un futuro di centrosinistra: noi siamo stati leali e abbiamo rispettato l’esito delle primarie così come era già scritto”. Però, Ferrara avverte: “Adesso, a Emiliano diciamo che non si possono prima fare le primarie e poi riscrivere il perimetro del centrosinistra”. Insomma, se il segretario del Pd pugliese dovesse riproporre il tema dell’adesione dell’Udc al centrosinistra, per Sel  “sarebbe fuori luogo – dichiara sempre lo stesso Ferrara – per una ragione banale: abbiamo fatto le primarie e l’accordo era che si facevano dentro il campo del centrosinistra e chiunque avesse vinto sarebbe stato il presidente del centrosinistra”. E, per minimizzare forse la portata dell’avvertimento, il neo coordinatore  pugliese del partito di Vendola aggiunge: “Ma io penso che alla fine questo non avverrà: ci auguriamo che Emiliano sarà leale come lo siamo noi, e sicuramente lo sarà”. Quindi, come suole dirsi, Ferrara da un colpo alla botte e l’altro al cerchio. Infatti, alla fine del suo ragionamento ribadisce: “Saremo leali, ma anche molto determinati” con Emiliano, sottinteso. E poi rileva: “Abbiamo visto che gli è venuto qualche dubbio sull’esperienza di Vendola in questi anni” e conclude: “Mentre noi pensiamo che i dieci anni di Vendola in Puglia siano stati un fatto straordinario. E non vogliamo disperdere questa esperienza, ma migliorare le cose producendo ulteriore innovazione dal punto di vista politico-programmatico”. Quindi, salvo sorprese dell’ultimo minuto dovute al venir meno dei patti ante primarie con Emiliano, Sel ci sarà anche se non con proprie liste, ma solo con propri candidati inseriti nella lista “La Puglia in più” del senatore Stefano. Ed è stato il leader stesso di tale lista civica a chiarire i termini di una eventuale confluenza dei candidati di Sel nelle liste de “La Puglia in più”.  “La formula – ha dichiarato Stefano é una cosa che definiremo insieme, d’intesa, per dare la massima proiezione elettorale alle primarie”. Da non dimenticare, infatti, che Stefano alle primarie con cui il centrosinistra, lo scorso 30 novembre, ha scelto il proprio candidato presidente della Regione, ha raccolto il 32% dei consensi preferenze, classificandosi secondo dopo Emiliano (57%) e abbondantemente al di sopra del terzo aspirante candidato governatore, Gugliemo Minervini, fermatosi ad appena l’11% delle preferenze. Il senatore pugliese del partito di Vendola ha pure spiegato che “Sel ha partecipato alle primarie, per buoni tratti ha sostenuto la mia candidatura, e le primarie sono state il preludio per partecipare poi alle elezioni regionali: quindi Sel ci sarà”. Inoltre, ha chiarito ancora Stefano: “C’é una discussione aperta che ha l’obiettivo di trovare la migliore soluzione per dare la proiezione elettorale a quel 32%. Non si é deciso ancora nulla”. “Lo sta valutando Sel e i suoi organismi – ha precisato il senatore salentino – e lo stiamo valutando noi come ‘Puglia in più’. “Noi – ha ricordato Stefano -partiamo da dieci anni di esperienza comune, negli ultimi cinque dei quali siamo stati gruppi federati. Al Senato io sono stato in quella lista, abbiamo fatto le primarie insieme”. E conclude: “Abbiamo tutti quanti l’obiettivo di non disperdere questa energia”. Però, per saperne di più occorrerà verosimilmente attendere che la Regione approvi la legge elettorale con cui si svolgeranno le elezioni di maggio prossimo. Infatti, determinante ai fini della decisione di Sel, se essere oppure no presente sulla scheda con il proprio simbolo, sarà sicuramente la percentuale minima di voti fissata dalla nuova legge elettorale regionale per l’ammissione alla ripartizione dei seggi in consiglio. Percentuale che attualmente è del 4%, ma che, con l’abbassamento obbligatorio del numero totale di consiglieri da 70 a 50, potrebbe anche salire al 5%. Una soglia, quest’ultima, ritenuta evidentemente improbabile da raggiungere da entrambe le formazioni ‘vendoliane’ presenti attualmente nell’Aula di via Capruzzi. E mentre nel centrosinistra i problemi ancora aperti sono solo quelli del numero di liste che dovranno partecipare alle regionali, nel centrodestra invece il problema principale è ancora quello del nome da candidare alla guida della coalizione. Infatti, durante l’incontro tra il coordinatore pugliese di Fi, Francesco Amoruso, ed il gruppo consigliare regionale del partito, svoltosi nella mattinata di venerdì a Bari, il tema più importante della riunione è stato proprio quello di sollecitare Silvio Berlusconi a decidere per le regionali pugliesi. Un incontro il cui esito è stato quello di chiedere al presidente Berlusconi che il partito nazionale individui una candidatura in grado di portare il centrodestra pugliese alla vittoria e che possa trovare l’unità della coalizione tutta in sede di tavolo nazionale. Soluzione evidentemente non facile da raggiungere per i tempi che attraversa Forza Italia a livello romano e, soprattutto, elettorale.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 17 Gennaio 2015

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