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Incerto anche in Puglia il futuro di Forza Italia senza Berlusconi

Nella nostra regione gli "avvoltoi" esterni son già in agguato per accaparrarsi l'eredità elettorale personale del Cavaliere

Non ancora tumulata la salma del fondatore e leader del partito Azzurro che già nella nostra regione, come pure nel resto d’Italia, in molti si pongono la domanda su quale sarà il destino del partito del leader scomparso senza più la sua presenza carismatica. Infatti, in Puglia la situazione di Fi non è tanto diversa da quella di altre grandi regioni, dove il partito fondato da Berlusconi nel 1994, pur avendo avuto degli alti e bassi, è rimasto comunque sulla scena politica come forza politica protagonista del centrodestra soprattutto nelle tornate elettorali di carattere regionale e nazionali e decisamente meno in quelle locali, per le quali – come è noto – il radicamento del partito sui territori è importante a garantire la presenza della sigla nei consigli comunali e delle assemblee di decentramento interne ai Comuni dotati di tali organi. Nella nostra regione Forza Italia, pur mantenendo una buona presenza elettorale alle politiche ed alle regionali, da tempo ha perso la rappresentanza locale in diversi centri comunali medio piccoli, dove – come è accaduto anche alle amministrative del 2013 – spesso a farla da padrone è il civismo locale con le liste direttamente collegate ai candidati sindaci dei rispettivi schieramenti. Ciò non toglie, però, che Forza Italia in Puglia, grazie proprio alla figura carismatica di Berlusconi, è riuscita sempre a conservare uno zoccolo duro elettorale che gli ha consentito di continuare ad esistere nel centrodestra anche quando ha perso la presenza di importanti gruppi politici organizzati, come quello del ministro Raffaele Fitto, o di personaggi noti, come il barese Simeone Di Cagno Abbrescia, spostatosi nel 2018 – come è noto – addirittura su uno schieramento opposto a quello di Forza Italia. Però, ora, con la scomparsa di Berlusconi la situazione pugliese del partito potrebbe compromettersi irrimediabilmente, se i vertici romani (o milanesi) di Forza Italia non riuscissero a tenere unite le diverse anime interne al partito, che anche nella nostra regione sono in conflitto già da prima della scomparsa di Berlusconi e che solo quest’ultimo riusciva ad evitare scollamenti interni ed ulteriori diaspore, in virtù sia di fondatore, e quindi di padre-padrone del partito, ma soprattutto dello zoccolo politico-elettorale di cui godeva personalmente e che ha consentito finora ad alcuni esponenti locali di Fi di continuare ad essere presenti nelle istituzioni e, quindi, di sopravvivere politicamente a livello regionale o nazionale. Ma vediamo qual è la situazione pugliese di Fi alla vigilia della morte di Berlusconi. Il partito a livello regionale si presenta con un Gruppo di quattro consiglieri suddivisi su due fronti interni in forte rivalità tra loro. Infatti, da un lato ci sono i consiglieri regionali Massimiliano di Cuia (subentrato al tarantino Vito De Palma, eletto alla Camera lo scorso settembre) e Paolo Dell’Erba che – stante ai bene informati – risultano vicini al coordinatore pugliese di Fi, il deputato brindisino Mauro D’Attis, a sua volta espressione correntizia di quello che finora è stato il vice di Berlusconi al vertice del partito, ossia l’on. Antonio Tajani. Mentre l’antro fronte interno del partito Azzurro pugliese è rappresentato dai consiglieri regionali Napoleone Cera (subentrato al foggiano Giandiego Gatta, eletto anch’egli a Montecitorio alle ultime politiche) ed il salentino Paride Mazzotta che – sempre secondo i bene informati – risultano far capo al vice ministro pugliese alla Giustizia, il deputato barese Francesco Paolo Sisto, che sarebbe invece ritenuto dell’area interna a Fi che fa capo a Licia Ronzulli, che a sua volta controlla in Puglia parte del partito di Berlusconi attraverso il senatore di Fi barlettano Dario Damiani, nella veste di vice coordinatore regionale. La situazione conflittuale interna di Fi nella nostra regione è emersa chiaramente negli ultimi tempi a seguito della mancata indicazione, in uno degli ultimi consigli regionali, del nome da far eleggere al posto lasciato libero da Gatta alla vice presidenza del Consiglio, dove secondo pregressi equilibri interni l’incarico dovrebbe essere affidato al subentrato foggiano di Gatta. Vali a dire al consigliere Cera dell’area Ronzulli. Invece, l’area Tajani vorrebbe in quel posto uno dei consiglieri eletti di Fi e non uno subentrato a seguito del passaggio di Gatta alla Camera. Altro sintomo della situazione esplosiva interna a FI in Puglia è stata la recente rimozione da responsabile del partito in provincia di Lecce del consigliere e capogruppo regionale di Fi, Mazzotta, da parte del coordinatore D’Attis, che subito dopo il successo di Brindisi, con l’elezione a sindaco del forzista Giuseppe Marchionna, lo ha sostituito con il deputato salentino di Fi, Andrea Caroppo. Insomma una situazione interna, quella di Forza Italia in Puglia, che ora si presenta alquanto incandescente e fortemente a rischio implosione proprio per il venir meno dell’unica figura carismatica del partito alla quale nessuno si sarebbe mai azzardato a dissentire. Quindi, cosa accadrà ora a Fi in Puglia senza Berlusconi. Difficile prevederlo. Di certo gli “avvoltoi” esterni a Fi sono già in agguato e pronti ad assaltare una “preda” elettorale alquanto ghiotta, qual è per l’appunto l’eredità dell’ora defunto Cavaliere di Arcore.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 14 Giugno 2023

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