Cultura e Spettacoli

Inconfessata brama di tanti italiettini: siano sterminati tutti gli “zingari” o “rom”!

Affabulava Fabrizio De Andrè così durante un concerto “(…) è il caso del popolo Rom, quello che noi volgarmente chiamiamo  “Zingari” prendendo a prestito il termine da Erodoto, che li chiamava “Zinganoi”- diceva che era un popolo che veniva dal sud est – asiatico, dall’India, che parlavano una strana lingua – che poi s’è scoperto essere il Sanscrito – e che facevano un mestiere (se mestiere lo si può considerare) quello del mago e dell’indovino. E’quindi un popolo che gira il mondo da più di 2000 anni, afflitto o affetto da quella che gli psicologi chiamano ‘dromomania’, cioè la mania dello spostamento continuo, del viaggiare, del non fermarsi mai in un posto. E’ un popolo, secondo me, che meriterebbe – per il fatto, appunto che gira il mondo da più di duemila anni senza armi – meriterebbe il premio per la pace in quanto popolo. Purtroppo i nostri storici – e non soltanto i nostri – preferiscono considerare i popoli non soltanto in quanto tali ma in quanto organizzati in nazioni, se non addirittura in stati, e si sa che i Rom – non possedendo territori –  non possono considerarsi né una nazione, né uno stato. Mi si dirà che gli zingari rubano: è vero hanno rubato anche in casa mia. Si accontentano, però, dell’oro e della palanche; l’argento non lo toccano perché secondo loro porta male, lascia il nero – quindi vi accorgete subito che siete stati derubati dagli zingari. D’altra parte si difendono come possono; si sa bene che l’industria ha fatto chiudere diversi mercati artigianali. Buona parte dei Rom erano e sono artigiani, lavoratori di metalli (in special modo del rame), addestratori di cavalli e giostrai – tutti mestieri che, purtroppo, sono caduti in disuso. Gli zingari rubano, è vero, però io non ho mai sentito dire – non l’ho mai visto scritto da nessuna parte – che gli zingari abbiano rubato tramite banca. Questo è un dato di fatto.”. ”Si parva licet componere magnis (Se è lecito paragonare le piccole cose alle grandi), Virgilio, Georgiche, IV, 176”, anch’IO sono stato derubato in casa, molto probabilmente, dagli “Zingari” o “Rom”, borseggiato in metropolitana a roma, certamente, da una giovane “Zingara” o “Rom”. Ma, perentoriamente, Respingo, come avrebbe Fatto De Andrè, i volgari, a dir poco, commenti (in qualche caso, “alleluia!” di selvaggia esaltazione) che alcuni condòmini bitontini hanno composto, interpretando, facendosi portavoce dell’ indefettibile, antica acredine razzista nei confronti degli “Zingari” o “Rom” di quasi tutti i condòmini europei. La ”Porajimos, devastazione, sterminio” degli “Zingari” o  “Rom”, analoga alla “Shoah” degli ebrei, furono solo eseguite da hitler e mussolini, ”sed” pensate, rimuginate, trasversalmente, da sempre, dalla plebaglia “colta” o analfabeta, ricca o pauperizzata, atea o religiosa del vecchio continente. Qualsiasi europeo, educato nelle o dalle cricche, di cui sopra, avrebbe fatto quanto, purtroppo, fecero i due criminali, di cui sopra! “Gli zingari ? Sterminateli pure!”. Già  nel millequattrocento i ”figli del vento” dovevano fare i conti con numerosi punitivi proclami contro di loro, “prolegomeni”, prologhi delle “leggi razziali” nazifasciste. La comparsa degli “Zingari” o “Rom” a bologna nel 1422 sollevò un’ondata di avversione che si concretizzò in multe o scomuniche comminate nei riguardi di chi avesse l’ardire di intavolare umano commercio, pur fugace, con loro. Nell’italietta si registrò, dal quindicesimo secolo in poi, a milano, a venezia, nei domini estensi, in firenze, nello stato pontificio, il proliferare sistematico di una legislazione antigitana, promulgata dalle autorità politiche e religiose, che coinvolgeva, pesantemente, gli eretici, le cosiddette streghe, gli ebrei, i disadattati di ogni specie, capri espiatori per dare, sempre più, sterzate autoritarie nei confronti di qualsiasi oppositore o di qualsiasi forma di opposizione al potere costituito. Ispirato da codesto immane calderone di Vittime  della rancida, cruenta umanità carnefice europea, B. Brecht Scrisse la Poesia, “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari”: ”Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, /e fui contento, perché rubacchiavano. /Poi vennero a prendere gli ebrei, /e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. /Poi vennero a prendere gli omosessuali, /e fui sollevato, perché erano fastidiosi. /Poi vennero a prendere i comunisti, /e io non dissi niente, perché non ero comunista. /Un giorno vennero a prendere me, /e non c’era rimasto nessuno a protestare”. Non va sottaciuta la vergogna che, spesso, il potere incitava i propri sudditi a perpetrare soprusi nei riguardi degli “Zingari” o “Rom” e di coloro ad essi, negativamente, equiparati dall’immaginario collettivo. Ecco, l’editto della repubblica di venezia del 1558: ”Li detti cingani così homini come femmine possono esser impune ammazzati”; Ecco, una grida milanese: “Ogni cittadino è libero di ammazzare gli zingari impune e di levar loro ogni sorta di robbe, di bestiame e di denari che gli trovasse”. Prevaricazioni, angherie, supportate, giustificate, si fa per dire, da un magmatico impianto di leggende, pregiudizi contro gli “Zingari” o “Rom” che, i secoli attraversando, è arrivato sino a noi. La “casa”, il mondo divisi da due diverse metodiche: la Natura Spiegata, Studiata, le Leggi del suo funzionamento Estrapolate, Scientificamente; l’uomo e le sue relazioni interpersonali indiscusso, indiscutibile, non negoziabile oggetto della fede, della superstizione, dell’autoritaria abitudine, della morale assoluta, elaborata dal potere, generato, in seguito legittimato dalla difesa “ad aeternum” di ingiusti privilegi,  di  interminata ricchezza e prosperità, frutto di ruberie, che caste, classi nei millenni si sono sul pianeta, autoreferenzialmente, regalati. Le potestà, le autorità non hanno mai, nel tempo e nello spazio planetario, rinunciato all’insano convincimento che fosse, che sia un pericolo per la sanità, serenità, l’equilibrio dell’assetto sociale, da conservare, il “vagare” di gruppi umani “senza la qualità” del rispetto verso i confini nazionali, delle leggi vigenti, dell’obbligo del lavoro subordinato. Perfino il filosofo del “Criticismo”, E. Kant aveva sparato: ”L’uomo del non luogo è un criminale in potenza”. E il criminologo positivista, cesare lombroso, nel trattato “L’uomo delinquente” del  1876  aveva descritto gli “Zingari” o  “Rom” come “l’immagine viva di una razza di delinquenti e ne riproducono tutte le passioni e i vizi… Amanti dell’orgia, del rumore, dei mercati fanno grandi schiamazzi, feroci assassinano senza rimorso, a scopo di lucro; si sospettarono, anni addietro, di cannibalismo”. Ora, “statim in medias res”! Lunedì, 9 marzo 2015 è scoppiato un pauroso incendio, con non poche difficoltà spento dai vigili del fuoco, in un insediamento “Rom” nei pressi del bivio per palombaio, frazione di bitonto. Immantinente, i quaquaraqua hanno digitato su “dabitonto.it” le seguenti, demenziali, umane oscenità che Riporto, trascrivendo, anche, eventuali errori di ortografia o di grammatica: (1) ”fat…bun”; (2) “Un po di pulizia”; (3) “E’ da tempo che questo insediamento abusivo era stato denunciato purtroppo chi di dovere se ne è fregato, altamente, prima abbiamo subito la loro presenza nonché dei furti su via modugno poi si sono rifugiati abusivamente su via palo”; (4) “Ora chiederanno un sussidio al comune” (5) “Dai commenti si evidenzia che anche a Bitonto la mamma degli idioti è sempre incinta”. Finalmente, l’ultima Nota, Chiosa di un Signore, che, forse, umilmente (per non apparire troppo, intelligentemente, (dis)umano in confronto agli umani, di cui sopra, “minus habentes”), Si nascondeva dietro la dicitura dell’azienda ”Medtecno Medicali”, MI Conforta, MI fa Sperare che Rara è la Virtù, comunque, è Operante, pur, tra il cicaleccio dei poveri di spirito. E, giacché, giustappunto, sto bacchettando i poveri di spirito, non vorrei che l’ ”assessore per antonomasia”(per francescana Carità non lo indico per nome e cognome) dell’attuale amministrazione comunale MI costringesse a Ribacchettarlo, nel caso, da impenitente, MI rinnovasse l’accusa di avere, ognora, gli occhi verso l’Umanità Dolente, che per lui è, inequivocabilmente,”sterco”. Sì, “sterco” ebbe egli l’impudicizia di considerare adolescenti e giovani, che da mane a sera, bighellonavano e bighellonano, “sdraiati”, come Ironizzerebbe Michele Serra, sugli scalini del teatro”traetta”, senza poter immaginare per loro un futuro che non fosse, non sia (la Fortuna non voglia!) allocato dietro le sbarre di un carcere. MI Addolorava la vista di “anni in erba”, al “primo vere” virgiliano o al ”vere novo”oraziano, sprofondati nella disperata rassegnazione, ancorché mascherata da euforici, folli umori da bulli, sì che Decisi di Dare Testimonianza del mio Stato d’Animo in un Elzeviro, in cui di loro Discettavo, nella Speranza, mai Doma, che qualche  autorevole (???) “calpestatore” dei pavimenti di “palazzo gentile” facesse sua, mettendo in atto qualche iniziativa, allertando gli uffici dell’assessorato alle politiche giovanili, la mia Ansia di Dare una Folgorazione di Fiducia che Destabilizzasse l’inerzia di tanti giovani senza Aspettative se non le manette di uno sbirro. E, invece, il don rodrigo, di cui sopra (ché al tracotante personaggio manzoniano il suo barbuto grugno Associo), con una immusonita di brutto risposta MI rivelava il suo malanimo che IO M’interessassi di “sterco” e non di momenti e di luoghi poetici che si potevano godere in bitonto. In quale mente, su quale bocca, tra quali mani la Poesia! A volte MI Chiedo se la maggioranza degli italiettini sia a conoscenza che sullo stivale, ormai, sono stanziali 180 mila “Zingari” o “Rom”; di questi quasi la metà godono della italiana cittadinanza, gli altri sono cittadini comunitari. Ebbene, i condomini, infettati dal “virus razzista”, hanno, mai, letto l’Art. 3 della Costituzione, Sublime Cornice entro la quale la Vita dei Cittadini Italiani avrebbe dovuto essere Disciplinata ed Educata dai e ai Valori della Resistenza, per i quali molte Vite, quante non ancora del tutto sbocciate!, Si  Immolarono ? O la gran parte degli italiettini opinò e opina che la resistenza fosse un movimento di tipo alfieriano per cui tutto si risolse, giustizialisticamente, fucilando, senza processo, il despota e i suoi sodali ? Di contro, dopo la morte inutile di mussolini e la profanazione delle sue spoglie a “piazzale loreto” in milano, a dimostrazione che un’Aurora Nuova non aveva, assolutamente, Investito e Illuminato le menti degli antichi famuli del regime debellato, sarebbe stato necessario Continuare a Resistere non con ciò che uccideva e uccide, “sed” con Ciò che fa Risorgere, con Ciò che Rianima alla Speranza di “Teorein”, di Contemplare e, quindi, di Far Tesoro dell’Idea della Libertà: La Cultura. Si straparla tanto, oggi, della “buona scuola” ma, come Deplora Galli della Loggia, si insiste, ancora, a non privilegiare l’Obiettivo della vera, autentica “Paideia”, Consistente nel Formare il Cittadino che Osa Sapere; che ha il Coraggio Illuministico di ServirSi, intelligentemente, del Sapere  e delle Competenze, a Scuola Acquisiti, per Tenere, durante la sua Esistenza, la Condotta Migliore che, secondo la Massima Resa Celebre da Cesare Beccarla, “è quella che permette di raggiungere la massima felicità per il maggior numero di persone”. Anche degli “Zingari” o “Rom”, che non sono la quintessenza della cieca brutalità, tali considerati per effetto della malinconica ignoranza diffusa e per la secolare carenza di politiche adeguate prescritte, finalmente, nella nostra Costituzione, Ripetiamo, all’Art. 3: ”Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. I rappresentanti dei condomini italiettini non hanno messo in atto, in tutte le istituzioni in cui sono stati chiamati a legiferare (???), il Dettato Costituzionale in favore degli “Zingari” o “Rom”, Cittadini Italiani, se pur, di Diversa, Altra Appartenenza Culturale e Linguistica, costringendoLi, a decine di migliaia, alla ghettizzazione, e, quindi, al crescente degrado e illegalità. “Vi siete mai chiesti – Ammonisce Dijana Pavlovic, Attrice di Teatro e  Attivista per i Diritti Umani –  perché tutti parlano a nome dei Rom e nessuno chiede loro cosa ne pensano, per esempio, con quali politiche si potrebbe migliorare la loro condizione e di conseguenza anche di chi è infastidito da loro ? Come mai la questione rom è diventata quasi un industria ? Pensate che solo a roma ci sono 500 persone che lavorano con un contratto per la questione Rom e nessuna di loro è rom”.

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano

pietroaretino38@alice.it        


Pubblicato il 17 Marzo 2015

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio