Cronaca

Infiltrazioni malavitose nella gestione dei canili? Insorgono le associazioni

Ancora in primo piano la discussione sulle novità normative attorno a randagismo e canili sanitari in Puglia, specialmente dopo che il CAAP (Coordinamento Associazioni Animaliste Pugliesi) s’è opposto con forza agli emendamenti proposti da alcuni consiglieri regionali, in quanto tali emendamenti, con il pretesto dell’urgenza d’opera, getterebbero le basi per rendere ancora più appetibile la Puglia per gestioni malavitose dei canili. Emendamenti che se approvati in aula, sempre secondo le associazioni animaliste pugliesi, aumenterebbero la spesa pubblica dei Comuni da destinare al mantenimento dei canili stessi e sicuramente non garantirebbero il benessere animale. In particolare sembrerebbe volersi dare la possibilità ai privati di costruire megacanili con il sistema dei moduli contigui ovvero, basterà avere un ingresso indipendente per costruire più moduli da 200 cani per cui si potrebbe arrivare anche ad avere canili con 500, 1000 cani con costi elevatissimi per i comuni. Oggi il numero massimo dei cani che un canile può avere è 200. Inoltre, si vorrebbero spostare cani fuori regione, ma nelle regioni limitrofe ovvero, regioni con un elevatissimo tasso di randagismo e dove ci sono precedenti di gestione mafiosa dei canili. Oggi la legge non permette nemmeno l’uscita fuori dal dipartimento Asl ed è bene che sia così altrimenti i comuni non cominceranno mai a lavorare seriamente sul problema. Alla luce di quanto sopra il CAAP chiede un incontro col Consiglio regionale affinché questi emendamenti non siano inseriti nella nuova legge regionale. “Interesseremo l’Antimafia, l’Anci e la Corte dei Conti se necessario” affermano i responsabili del CAAP ” perché il rischio della “zoomafia” è elevatissimo e la Puglia non può permetterselo. Del resto, così come dimostrato dal dossier randagismo 2018 realizzato da LAV, la Puglia sarebbe addirittura al primo posto in Italia per numero di cani detenuti in canile rifugio – 20.762 unità – e al primo posto per spesa legata al loro mantenimento, ben 27 milioni di euro annui, una cifra davvero esorbitante che dev’essere contenuta attraverso la promozione delle adozioni, l’iscrizione in anagrafe degli animali d’affezione di tutti i cani presenti sul territorio, la responsabilizzazione dei detentori dei cani, la prevenzione dell’abbandono e del randagismo e la realizzazione di canili sanitari. E invece, come detto, gli emendamenti al Disegno di legge n. 15 del 21.02.2019 “Norme sul controllo del randagismo, anagrafe canina e protezione degli animali d’affezione. Abrogazione della legge regionale 3 aprile 1995 n.12 Interventi per la tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo”, già approvati dalla III Commissione consiliare della Regione, vanno invece nella direzione di incentivare il ruolo dei canili, luoghi da cui spesso gli animali non usciranno mai e di conseguenza il randagismo e quello degli imprenditori privati a discapito delle Associazioni. Sotto accusa soprattutto la parificazione del ruolo dei privati rispetto a quello delle associazioni senza fine di lucro, il superamento del limite di 200 unità di cani a canile attraverso la possibilità di realizzazione di rifugi contigui, la possibilità di trasferimento dei cani fuori regione secondo un criterio di prossimità territoriale. Hanno già fatto sapere LAV e Lega Nazionale per la Difesa del Cane: “Contestiamo queste proposte in quanto le associazioni senza fine di lucro devono godere di un diritto di prelazione nelle gestione delle strutture, a parità di condizioni, proprio in virtù delle garanzie fornite dalle finalità statutarie delle stesse, sempre rivolte alla tutela degli animali; in Puglia, considerato l’alto tasso di randagismo e la necessità di strutture che assolvano la funzione di canile sanitario, è necessario dare priorità alla costruzione dei canili sanitari rispetto ai rifugi che devono rappresentare un momento di transito con l’obiettivo dell’inserimento in famiglia. Inoltre, più sono i cani detenuti nelle strutture, minori sono le possibilità di assicurare una loro corretta gestione e adozione. Intanto il Comune di Bari ha prorogato fino a fine dell’anno a un’associazione di volontariato locale la gestione del canile sanitario di via Fiordalisi, nella Zona Industriale, dove sono accuditi circa duecento amici a quattrozampe. (fdm)


Pubblicato il 27 Settembre 2019

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