Cultura e Spettacoli

Iniziate a Molfetta le riprese: la ricotta e il caffè

…Un giardino pubblico, un assolato pomeriggio d’estate, forte odore di Mezzogiorno. Intorno a un’aioletta circolare dove spicca il busto di un medico-filantropo, panchine accolgono persone che all’ombra leggono la stessa rivista (‘I Siciliani’). A un tratto una donna giovane e bella appare da dietro un cespuglio; disinvolta passa attraverso le panchine recando sotto braccio sempre quella rivista e scompare allo sguardo. Stop. La scena si ripete. Due volte, tre volte… Non vi stiamo raccontando il loop di un sogno, ma un segmento di lavoro. Lunedì eravamo a Molfetta dove sono cominciate le riprese di un cortometraggio prodotto da Draka Production e diretto da Sebastiano Rizzo. “La ricotta e il caffè” racconta la figura di Giuseppe Fava, il giornalista catanese ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984. E in che termini la racconta? Abbiamo rivolto la domanda al giovane regista che così ha risposto: “Abbiamo voluto raccontare l’uomo prima che il giornalista d’inchiesta. Fava è stato pure un apprezzato scrittore e drammaturgo, saggista, sceneggiatore, pittore…. Un padre, un marito tenerissimo, poi.” – Allora il suo dramma è estraneo a quest’opera?… – “Affatto. Semplicemente, il dramma è sullo sfondo, viene raccontato in modo velato”. – Chi l’ha aiutata nell’approfondire la figura del Fava privato? – “Certamente Elena Fava, la figlia”. – La produzione le ha impartito direttive ben precise circa il taglio del corto? – “No, si è limitata a confermare la necessità di raccontare l’uomo, che poi è la cosa di cui spesso ci si dimentica quando si parla di personaggi passati alla storia, nel bene o nel male”. Luca Ward e Barbara Tabita saranno i protagonisti del suo breve film. Che gliele sembra del cast? – “Percepisco un umore eccellente, dai tecnici agli attori. Fa piacere vedere tanti giovani così affiatati”. – ‘La ricotta e il caffè’ è titolo inatteso. Fa forse riferimento a qualche chicca della pasticceria siciliana? – “Affatto. Per capire bisogna sapere due cose : Pippo Fava era un grande consumatore di caffè, ne beveva una quantità industriale, che Elena gli preparava e serviva con gioia di entrambi. Seconda cosa : alcuni giorni prima dell’agguato mortale Fava ricevette un pacco anonimo contenente molti fuscelli di ricotta accompagnati da altrettante bottiglie di champagne…” …Un pittoresco avvertimento? – “Di più. La comunicazione di una sentenza di morte. Nel linguaggio della mafia ricotta e champagne vuol dire : Prima ti riduciamo a ricotta e dopo brindiamo a champagne sul tuo annientamento. Insomma, il caffè è l’uomo-Fava, la ricotta rappresenta la mafia…”

Italo Interesse


Pubblicato il 19 Luglio 2012

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