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Inizio anticipato della prossima annata olearia, ma comunque di qualità

Il presidente regionale di Confagricoltura, Luca Lazzàro

Sarà una campagna olearia, quella che sta per iniziare, che in Puglia partirà leggermente in anticipo rispetto agli altri anni a causa della siccità dei cambiamenti climatici. A darne notizia è il presidente di Confagricoltura-Puglia, Luca Lazzàro, che in una nota ha messo in risalto anche il significativo calo di produzione di olive, e quindi di olio, che si registrerà nell’annata 2024-2025 nella nostra regione, rispetto allo scorso anno. Le stime attuali – secondo Confagricoltura-Puglia indicano un calo compreso tra il 30% e il 40%, dovuto principalmente agli effetti della siccità prolungata e di eventi climatici estremi, che hanno colpito duramente gli uliveti pugliesi. Tuttavia, nonostante la riduzione delle rese, la qualità dell’olio si prospetta eccellente, a testimonianza della resilienza del settore e delle pratiche agronomiche adottate. Infatti, ha spiegato Lazzàro. La siccità che ha caratterizzato quest’anno, insieme ai repentini cambiamenti climatici, ha inevitabilmente compromesso la produttività degli ulivi – spiega Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia – aggravando l’alternanza ciclica delle colture. Tuttavia, la qualità del prodotto non è in discussione: le nostre aziende agricole hanno continuato a investire in tecniche sostenibili e in varietà resilienti, e questo ci permette di puntare su un olio extravergine di alto livello”. Inoltre, l’aumento dei costi di produzione ha ulteriormente complicato lo scenario, portando – come è noto – a un incremento dei prezzi dell’olio pugliese. Infatti, negli ultimi quattro anni – ha rilevato Confagricoltura-Puglia – si è registrato un rialzo medio del 36% nei prezzi alla produzione, con un progressivo ridursi del divario tra i prezzi degli oli Dop/Igp e quelli convenzionali 100% italiano. Quindi, “il fatto che i consumatori siano disposti a spendere pochi euro in più per un prodotto certificato è positivo – ha sottolineato Lazzàro – e dimostra che la qualità viene premiata, anche in una situazione di crisi produttiva”. In questo contesto produttivo difficile esistono comunque in Puglia – secondo Confagricoltura – nuove opportunità per il rilancio del settore olivicolo, in particolare nel Salento, che – come è noto – risulta una delle aree più duramente colpite dalla Xylella fastidiosa. “Il Salento ha sofferto profondamente a causa di questa emergenza fitosanitaria, ma c’è una volontà sempre più forte di ripartire” – ha evidenziato il presidente pugliese di Confagricoltura, che ha anche spiegato che “la rigenerazione del territorio sta diventando realtà grazie all’introduzione di nuove varietà resistenti alla Xylella, come la Lecciana, la Favolosa e il Leccio del Corno”. Varietà, queste, che offrono una risposta concreta alla necessità di rinvigorire gli uliveti salentini e di rilanciare la produzione olivicola regionale. La Lecciana, in particolare, è una nuova varietà resistente alla Xylella che ha mostrato ottime performance in impianti superintensivi, offrendo rese elevate e una buona qualità dell’olio. Il Leccio del Corno, già noto per la sua resistenza alle malattie, si conferma un’altra soluzione valida per contrastare i danni. Infatti, ha affermato ancora Lazzàro, “queste nuove varietà permettono agli olivicoltori di guardare al futuro con ottimismo, offrendo una via di uscita dalla crisi che ha colpito il Salento, mantenendo alti gli standard di produzione e qualità dell’olio.” Però, per il presidente di Confagricoltura-Puglia, “il processo di rigenerazione va oltre l’aspetto produttivo”, perché “ripiantare nuovi ulivi non significa solo rilanciare l’economia agricola, ma anche ridare vita al paesaggio e alla cultura del nostro territorio. È un segnale forte di ripartenza da parte degli agricoltori che, nonostante tutto, vogliono riprendere a camminare”. IN definitiva, nonostante le difficoltà causate dal clima e dalle malattie delle piante, la Puglia continua a ricoprire un ruolo centrale nel panorama olivicolo nazionale. Nel 2022, la nostra regione ha superato la Toscana come principale produttore di oli certificati per valore, contribuendo al 28% del valore complessivo della produzione nazionale di oli a indicazione geografica. “La campagna olivicola di quest’anno sarà cruciale per comprendere come il settore potrà reagire alle sfide future – ha concluso il presidente Lazzàro – e se l’aumento dei prezzi riuscirà a compensare il calo produttivo, sostenendo così i nostri produttori e garantendo la continuità del comparto”, allora si potrà continuare a sperare in un rilancio della nostra olivicoltura, oltre che regionale, anche nazionale.

 

Giuseppe Palella

 

 

 


Pubblicato il 1 Ottobre 2024

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