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“Innovapuglia SpA”: tutto come prima per appalti e consulenze…

 

Potrebbero essere non pochi i “cadeau” giuridici del governatore pugliese e della sua folta pattuglia di consulenti, esperti e docenti universitari riccamente retribuiti a spese dall’Erario, lasciati in eredità ai contribuenti tra pochi mesi. In disparte quanto accaduto nel passato all’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese e alla Fiera del Levante,  nell’eredità ancora priva di inventario si annovera senz’altro “Innovapuglia spa”, società accasata all’interno della Regione Puglia (‘in house’), parto creativo di Nichi Vendola e d’un altro intellettuale, professore e avvocato di sua infinta fiducia, dopo che da qualche mese i giudici del Consiglio di Stato, confermando praticamente quanto già in precedenza statuito dai colleghi del Tribunale Amministrativo della Puglia, hanno posto fine all’equivoco  sulla natura della suddetta società. E infatti i sommi giudici amministrativi, dopo averci elucubrato su un annetto, hanno – in parole semplici – dato ragione alle toghe di piazza Massari che avevano già sancito “Innovapuglia spa” come società di proprietà pubblica (cioè i quattrini li tira fuori l’ente pubblico), ma gestita come se fosse una baracca privata. Troppo comodo tenere in piedi carrozzoni che erogano servizi essenziali, senza fare i conti col mercato. E cioè con aziende come “MEGATREND” da Altamura che, impugnando con tanto di istanza cautelare la delibera di Giunta Regionale con la quale si affidavano le attività concernenti il sistema informatico ambientale della Puglia (S.I.P.A.), alla fine l’ha avuta vinta spuntando un danno provvisionale di oltre 300 milioni (peraltro ancora da calcolare con precisione) tra affidamenti diretti (informatizzazione servizio personale ‘Ascott’ e ‘Cobra’ servizio finanziario sottratti a Telecom Italia) e indiretti che hanno tolto polpa milionaria all’imprenditoria informatica locale e nazionale. Un vero terremoto. E dunque, chi devono ringraziare i contribuenti per quest’altra voragine che prima o dopo – …dopo Vendola, statene certi, a partire dal 2015 – occorrerà ripianare fino all’ultimo centesimo. Il prof. Chieco, presidente scelto direttamente dal governatore e artefice dello Statuto di “Innovapuglia spa” nello stesso periodo in cui rivestiva i panni di dirigente del Servizio Risorse Umane e Capo Area Organizzazione (prima defenestrato e poi frettolosamente richiamato sempre dallo stesso Vendola in persona) s’arrampica sugli specchi senza spiegare bene, però, tutte le implicazioni della sentenza di cui sopra. Riguardanti, per esempio, le centinaia di assunzioni, collaborazioni e consulenze affidate da Innovapuglia anche a personale interno transitato nell’ente regionale con la qualifica dirigenziale anni fa, senza mai aver fatto ritorno alla vecchia sede di Tecnopolis, a Valenzano. Come ’è accaduto, ad esempio, ad una collaboratrice di fiducia dell’assessore Minervini da quand’era sindaco a Molfetta. Ci sono poi i casi ancora più singolari di ex dipendenti con ‘Alta Professionalità’ ed ex dirigenti come il dottor Rutigliani, andato dapprima in pensione per evitare la tagliola della legge Fornero e immediatamente dopo riassorbito con un bel contratto di consulenza – sempre tramite l’ex società ‘in house’ – dietro alla stessa scrivania che occupava prima in Regione, precisamente all’assessorato all’Agricoltura. Ma diciamolo facile facile: InnovaPuglia, almeno secondo i magistrati amministrativi, non è una società in house della Regione, quindi non poteva vedersi affidare senza gara i servizi informativi regionali, azzerando praticamente cinque anni di commesse pubbliche con fondi comunitari. Commesse milionarie che, invece di essere destinate al mercato, e quindi anche ad aziende private, sono state trattenute da InnovaPuglia senza che alle porte di Valenzano cambiasse nulla, neanche dopo la decisione dei sommi giudici di Palazzo Spada. Per comprendere che nulla è mutato nelle stanze dei bottoni di “Innovapuglia spA” basta collegarsi al suo sito istituzionale e visionare bandi e gare in svolgimento o in scadenza, ammontanti a svariate centinaia di migliaia di euro, senza parlare delle consulenze affidate dalla stessa Innovapuglia (in questo caso ‘amministrazione trasparente’ è molto avara di informazioni) per incarichi lautamente ricompensati che in molti casi si potrebbero rinnovare da anni, anche – almeno sul web – mancano dati certi. Ma chissà, forse sarà proprio questa, la “razionalizzazione dei costi” di cui hanno sempre parlato i vari Vendola, Pellegrino, Chieco e Saponaro,  corifei della ‘Puglia Migliore’ quando fondevano Finpuglia e Tecnopolis per dar vita a un altro carrozzone servito a drenare appalti e servizi, dispensando assunzioni e incarichi a piu’ non posso….

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 31 Dicembre 2014

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